Terni, condannato ex direttore del Pmal

Dovrà risarcire lo Stato con 2 mila euro per aver consentito che una dipendente svolgesse mansioni superiori al ruolo

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Dovrà risarcire lo Stato con 2 mila euro perché non avrebbe evitato che una dipendente del Polo mantenimento armi leggere di Terni svolgesse una mansione – quella di ‘consigliere giuridico’ – superiore al suo incarico, nella consapevolezza della sua inidoneità. La sentenza è stata emessa dalla sezione giurisdizionale della Corte dei conti dell’Umbria nei confronti di un ex direttore del Pmal di viale Brin, 69enne di origini campane, in carica dal 23 luglio del 2001 al 29 ottobre del 2002.

La prima sentenza La questione era già finita all’attenzione del tribunale del lavoro di Terni che nel 2009 aveva imposto all’amministrazione di versare alla donna la somma di 6.828 euro come differenza stipendiale per il lavoro svolto fra il 1° gennaio del 1999 e il 29 ottobre del 2002. Qualche anno dopo, nel 2011, il direttore del Pmal aveva segnalato il fatto alla procura della Corte dei conti dell’Umbria, con conseguente procedimento nei confronti del direttore che aveva assegnato l’incarico – poi deceduto – e del suo successore.

La sentenza A quest’ultimo era stato contestato un danno di 3.426 euro in relazione al periodo in cui aveva ricoperto il ruolo di direttore della ‘Fabbrica d’armi’. La somma che dovrà risarcire è però di 2 mila euro – oltre alle spese di giudizio – ridotta dai giudici di via Martiri del Lager in ragione della effettiva carenza di personale nell’area C1 del Polo di Terni.

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