Terni, Confesercenti ‘apre’ uno spiraglio

Il ‘Centro commerciale naturale’ e le polemiche tra le associazioni

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di Fra. Tor.

La faccenda la si può vedere in due modi diversi: un ramoscello di ulivo offerto – e questa è l’interpretazione ‘buona’ – o la ricerca di una via di uscita da un angolo nel quale ci si potrebbe essere cacciati: e questa è ovviamente la lettura ‘cattiva’. Sia come sia, Confesercenti fa una proposta, in relazione al bando regionale per il ‘Centro commerciale naturale’, che potrebbe rappresentare l’occasione per ricucire, o almeno iniziare a farlo, uno strappo che a ben vedere sarebe dannoso solo per i commercianti ternani.

Proroga del bando Intanto il bando è in scadenza – il termine ultimo è il 15 aprile – «ma i documenti da presentare e i preventivi da raccogliere, per essere in regola con le direttive regionali, sono molti – spiega Lino Busà, presidente Confesercenti nazionale – e il lavoro è veramente complesso. Per questo motivo, nella giornata di venerdì, in accordo con tutte le associazioni, abbiamo richiesto alla Regione una proroga di tre settimane». Ora, c’è solo da attendere una risposta, «che immaginiamo sia positiva».

‘Bega’ tra associazioni Ma, indipendentemente dalla proroga di natura tecnica, negli ultimi giorni, «abbiamo nuovamente chiesto a Confcommercio, Confartigianato e Cna, un incontro per tentare di ritrovare un accordo, una soluzione comune, un progetto unitario». Ma, ancora una volta, Confesercenti dice di essersi vista sbattere la porta in faccia, «non ci è stato permesso nemmeno di sederci intorno a un tavolo per discuterne. La risposta è stata no. Punto».

La Regione Ora, Confesercenti, vuole fare un appello: «È il momento che la Regione intervenga nel mediare la situazione, per un senso di responsabilità nei confronti della città», sottolinea Busà. «Dobbiamo pensare al bene di Terni e dei commercianti. Per questo crediamo sia giusto trovare una soluzione che coinvolga tutte le imprese del territorio». Una cosa è certa, «ci sono state delle incomprensioni in passato tra le associazioni, ma crediamo sia il momento di metterle da parte e fare un accordo, prima ancora che dell’uscita delle graduatorie del bando. In questo, però, può aiutarci solo la Regione».

I fondi del bando La cosa che «più ci preme è che nessuna attività commerciale rimanga fuori. Qualora l’accordo non si concretizzasse, vorremmo trovare la possibilità di coinvolgere anche le imprese che hanno aderito al progetto ‘perdente’». Lo scopo è quello di «utilizzare a pieno i fondi del bando e permettere a tutte le attività, anche quelle che al momento sono un po’ scettiche, di essere coinvolte nel progetto del ‘Centro commerciale naturale’ e donare, così, nuova vita al centro cittadino».

Il consorzio «Che sia chiaro – esclama Lino Busà – Confesercenti non ha mai aderito al Consorzio tra le associazioni per la partecipazione al bando. Abbiamo solo partecipato ad un primo tavolo di incontro. Rendendoci conto che il progetto non ci convinceva, perché alcuni punti per noi non erano chiari, abbiamo deciso di proseguire per la nostra strada. Ora, chiediamo la possibilità di rivedere alcune cose, anche grazie alla proroga che ci auguriamo venga accettata, per ricucire lo strappo».

Il disaccordo Tra i punti in cui Confesercenti non si trova in accordo ce n’è uno su tutti sul quale non transige, ovvero, «la pretesa del consorzio di una percentuale sui soldi pubblici utilizzati dalle imprese per i lavori di ottimizzazione dei locali». Secondo Busà, «è una cosa assurda. Ma noi ci sentiamo superiori, crediamo che il nostro progetto sia il migliore e ci ‘pieghiamo’, ancora una volta nel tentativo di fare il bene per la nostra città».

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