Consigliere decaduto: opposizioni scatenate

Legge Severino, chiusa l’istruttoria della prefettura di Terni. Federighi (Forza Italia) a un passo dall’addio. Ed è bagarre politica

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Raffaello Federighi

L’istruttoria è stata condotta dalla prefettura di Terni e avrebbe dato il responso: un consigliere comunale – il capogruppo di Forza Italia Raffaello Federighi, 240 preferenze alle ultime elezioni – è a un passo dal dire addio all’assemblea di palazzo Spada in ragione di una condanna in primo grado, superiore ai due anni, riportata nel 1997. Nel contesto dell’istruttoria l’Ufficio del Governo avrebbe passato al vaglio le posizioni di tutti i consiglieri dell’assemblea, riscontrando una sola ‘criticità’. La comunicazione è stata effettuata per vie ufficiali mercoledì mattina dagli uffici di palazzo Bazzani al presidente dell’assemblea Francesco Ferranti e a breve il consiglio comunale ne prenderà atto. Con tutte le conseguenze, a partire dalla sostituzione del consigliere decaduto che potrà comunque impugnare la decisione, fino a quelle politiche, del caso. Al suo posto dovrebbe subentrare Valeria D’Acunzo, medico tricologo.

Raffaele Nevi

«Via dal partito»

Il parlamentare Raffaele Nevi, in qualità di vice coordinatore regionale vicario di Forza Italia, si esprime così sulla vicenda: «Non eravamo a conoscenza di tutto questo, viste le ripetute dichiarazioni scritte e verbali fornite anche al sottoscritto da Federighi. Se fosse confermato quanto trapela, sarebbe gravissimo e chiederei ai vertici del movimento l’immediata rimozione dello stesso Federighi da tutte le cariche interne al movimento. Come ripeto spesso – afferma Nevi – chi fa politica non può mentire. Ho sentito la coordinatrice regionale e il coordinatore provinciale e siamo tutti compatti su questa linea».

Andrea Liberati

«Ombre su maggioranza ed esecutivo»

Il capogruppo del M5s in Regione, Andrea Liberati, va all’attacco della maggioranza di palazzo Spada e in particolare di Forza Italia: «Dopo gli arresti della consiliatura passata – scrive in una nota – Terni continua regolarmente ad ‘andare sul nazionale’, ma non certo per vicende qualificanti. Davvero il forzista Raffaele Nevi è tanto sprovveduto da credere a quanto egli stesso scrive? Davvero non ha mai svolto una ricerchina on line sui nomi dei suoi aspiranti consiglieri? Purtroppo per vincere le elezioni alcuni partiti sono andati avanti alla ricerca forsennata dei voti, senza discernimento, senza (apparentemente) conoscere casellario giudiziale e carichi pendenti. L’istituzione comunale resta così debole e ampiamente sotto attacco – afferma Liberati – non molto diversamente dal passato. Ed è certo che si stanno allungando ombre su altri eletti di Forza Italia, così come su diversi partiti dell’assemblea, nonché su taluni rappresentanti dell’esecutivo. Ombre che minano la credibilità dello stesso taciturno sindaco, a capo di una città dall’immagine quasi strutturalmente lesa».

Consiglieri M5s

«Minata la fiducia nelle istituzioni»

Non meno ‘scatenato’ il gruppo consiliare del M5s al Comune di Terni, guidato da Luca Simonetti: «I fatti di queste ore che avrebbero portato alla decadenza di un consigliere comunale della maggioranza a seguito dell’istruttoria condotta dalla Prefettura di Terni – scrivono gli esponenti pentastellati – sono un triste ma alquanto prevedibile epilogo già preannunciato dal Movimento 5 Stelle. L’avvertimento fu dato in campagna elettorale, quando chiedemmo all’allora candidato sindaco del centrodestra, Leonardo Latini, di mostrare i certificati penali e dei carichi pendenti di chi, tra i suoi alleati, sarebbe entrato in consiglio comunale. Richiesta ovviamente rispedita al mittente con tanto di accusa di essere i soliti forcaioli giustizialisti. In troppi in questa vicenda, che stando alle indiscrezioni giornalistiche potrebbe allargarsi ad altri eletti, non hanno visto questioni macroscopiche o peggior cosa hanno finto di non vedere, a cominciare dai vertici regionali di Forza Italia e allo stesso sindaco Latini. Frattanto il presidente della IV commissione di garanzia e controllo Thomas De Luca aprirà una nuova istruttoria per fare piena luce sulle vicenda. Un fatto che mina profondamente la fiducia dei cittadini nelle istituzioni locali – scrivono i consiglieri comunali del M5s – già lacerata dagli scandali delle inchieste giudiziarie della passata amministrazione. Al momento ci troviamo costretti al triste riscontro che l’atteso segno di discontinuità, soprattutto per quello che riguarda la questione morale, con la passata gestione ancora non c’è stato ma piuttosto si registra una certa persistenza nel voler sottacere fatti e questioni che richiederebbero la massima trasparenza».

Filipponi, Orsini e De Angelis

«Addirittura incandidabile»

Attacco frontale alla maggioranza anche dal gruppo consiliare Pd, rappresentato in aula da Francesco Filipponi: «Nell’apprendere durante la conferenza dei capigruppo della decadenza di un consigliere comunale per una sentenza di condanna in primo grado – si legge nella nota diffusa dai consiglieri Dem -, esprimiamo sconcerto e sottolineiamo la gravità del ritardo con cui emerge la posizione. Intendiamo rimarcare che a seguito delle autodichiarazioni ad inizio consiliatura, era stata prodotta una prima istruttoria dalla quale risultavano convalidabili tutti i consiglieri comunali. In questo caso ci troviamo di fronte addirittura ad una fattispecie di incandidabilità, non dichiarata dal consigliere, ma tanto meno verificata dalla lista di appartenenza al momento della presentazione delle candidature. Questo nuovo accadimento, segue quello altrettanto grave relativo alle morosità di alcuni consiglieri comunali, anch’esso emerso dopo la convalida degli eletti. È bene sottolineare – scrivono gli esponenti del Pd – che gli atti adottati dal consiglio sono stati votati alla presenza di consiglieri su cui pendevano situazioni di incompatibilità per morosità poi onorata, fatta salva la falsa dichiarazione dei singoli, ed oggi anche di incandidabilità. Concludiamo sottolineando che il consigliere di cui emerge oggi la posizione di incandidabilità, riveste l’importante ruolo di capogruppo di Forza Italia, seconda forza politica della coalizione di centrodestra».

Alessandro Gentiletti

«Maggioranza inaffidabile»

Per Alessandro Gentiletti (Senso Civico) «la notizia della decadenza del capogruppo di Forza Italia in ragione della Legge Severino, rappresenta l’ennesima pagina buia e conferma ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, l’inaffidabilità dell’attuale maggioranza di governo a rappresentare il rinnovamento, il cambiamento e la discontinuità con il passato. Ritengo quanto accaduto gravissimo e mi associo alle dichiarazioni del presidente De Luca sulla necessità che quanto prima la commissione di garanzia e controllo sia operativa e posta in grado di tutelare le istituzioni».

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