Terni, Edilstart: «Dubbi su affari sospetti»

A cinque anni da quando venne firmata la prima convenzione, non è stato tirato su nemmeno un muro: «E gli affaristi girano ancora»

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A dispetto del nome – Edilstart – a cinque anni dalla stipula della prima convenzione che prevedeva la nascita di un mega centro commerciale-direzionale con spazi pubblici annessi, l’unica cosa che si è mossa, nell’area di Maratta che doveva (dovrebbe, dovrà?) ospitare le iniziative, sembra essere il cartellone che ne segnala l’esistenza. Che, appunto, si è mosso: per cadere a terra.

Terni Maratta Edilstart (2)Il sopralluogo Giovedì mattina, dopo un sopralluogo nell’aera -desolatamente deserta – la prima commissione consiliare del Comune di Terni ne ha discusso con l’assessore Francesco Andreani: e sono state scintille. L’assessore, infatti, ha ricostruito per sommi capi la storia, ricordando che «il Comune stipulò con Edilstart una prima convenzione il 28 marzo del 2011 e poi, il 16 dicembre del 2013, ne venne fatta una seconda. Nelle more di quest’ultima è stata presentata una nuova richiesta di costruzione che è ancora in fase di esame, perché mancano i pareri degli assessorati al verde pubblico, al patrimonio e alla viabilità».

I tempi Il problema, ha detto Andreani, «non è legato ad irregolarità, che non ci sono», ma deriva «anche da un problema annoso, quello dei tempi di risposta dei vari uffici comunali, che normalmente rilasciano dei pareri tecnici dopo 12-14 mesi da quendo gli vengono richiesti». E qui è scatta la prima – e a ben vedere meno pesante – polemica con i consiglieri: «E allora – ha ironizzato Enrico Melasecche (IlT) – visto che sono così lenti, non si capisce perché gli paghiate pure i premi», mentre Renato Bartolini (Pd) ha fatto due conti: «In questo caso particolare – ha detto all’assessore – mi pare che i tempi di risposta vadano ben oltre, visto che da dicembre 2013 è passato un tempo doppio rispetto a quello da lei indicato e non si è mosso nulla». Ma questo, a ben vedere, è l’aspetto meno intrigante, anche se Bartolini si è ed ha chiesto se «non ci siano motivi poco chiari dietro questo ritardo».

I dubbi Di domande e di dubbi, infatti, intorno a quell’area e a quell’operazione, ce ne sono molti: «Secondo l’assessore – ha detto Marco Cecconi (FdI-An) la convenzione, anche se Edilstart è in liquidazione dal 12 febbraio scorso, è pienamente valida. Ma noi vogliamo sapere chi c’è, oggi, in Edilstart. Sono gli stessi soci del 2011 o sono cambiati? E poi vogliamo se il nuovo progetto prevede, come il precedente, la parte riservata agli usi pubblici e segnatamente al museo degli sport motoristici che doveva essere realizzato in quell’area».

Le perplessità Il Comune, secondo Enrico Melasecche, «deve fare una cosa molto semplice: riprendere possesso dell’area, visto che il nuovo regolameno Paip glielo consente; riassegnarla attraverso un nuovo e trasparente bando, spazzando via i dubbi su possibili conflitti di interesse (di imprenditori con cariche associative importanti) che gravano sulla procedura e poi liquidare le somme dovute per l’operazione, una volta incassate da chi subentrerà». Perché, ha ricordato Melasecche, «non va dimenticato che è stato il Nop del Comune a rilevare delle anomalie nella convenzione stipulata tra l’ente, Confartigianato ed altre associazioni di categoria, denunciando che era decisamente sfavorevole a palazzo Spada».

Gli affaristi Ma Melasecche è andato oltre: «Sappiamo tutti che quell’area – ha sibilato in commissione – rischia di essere assegnata ad un prezzo troppo basso rispetto al suo valore; sappiamo tutti dei 7 mila metri quadrati in più da destinare ad usi edilizi previsti nel nuovo progetto, sappiamo tutti che la semisfera di cristallo che doveva essere la parte erchitettonicamente più qualificante dell’iniziativa (e destinata ad ospitare il museo del motorismi; ndr) non la vedremo mai è probabilmente non è stata nemmeno disegnata. Mentre non sappiamo nulla su cosa si voglia effettivamente mettere dentro quei capannoni che si vogliono costruire e chi ci sia dietro tutto questo, oltre agli affaristi, quelli sì ben noti a tutti, che circolano liberamente per gli uffici comunali che, di fatto, considerano delle apendici di quelli di loro proprietà».

Assessori in audizione Renato Bartolini ha quindi proposto che «gli assessori  i tecnici che fino ad oggi non hanno dato risposte utili per l’avvio della procedura, vengano a riferire in commissione, ma soprattutto che a noi consiglieri venga messo a disposizione il nuovo progetto, così da poterlo esaminare, visto che fino ad oggi questo non è stato possibile».

 

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