Terni, in via Bartocci tempo fermo per l’ex palestra Batticuore. Vendita in standby

Si tratta del locale più grande coinvolto nell’esecuzione immobiliare del 2015: diversi tentativi d’asta a vuoto fino al 2019, ora tutto fermo

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di S.F.

Un’esecuzione immobiliare quantomeno complessa – la 227 del 2015 – che da anni coinvolge un’area commerciale più che conosciuta a Terni. Con una quantità considerevole di lotti in ballo dal valore superiore al milione e mezzo di euro, quantomeno restando ai dati dell’ultimo tentativo di vendita: siamo in via Bartocci, dove un tempo era attiva la palestra Batticuore. È questo il locale di maggior grandezza e con un valore più alto da tempo finito nell’iter giudiziario che vede coinvolte in prima battuta il giudice Natalia Giubilei e la custode giudiziaria, l’avvocato Emanuela Martinelli.

2015, LA CHIUSURA DELLA BATTICUORE

Aste passate, ora standby

Tanti locali vuoti al momento nella struttura di via Bartocci. Come detto il più grande è quello che fino al 2015 – l’attività è andata avanti per nove anni – era occupata dalla Batticuore. Nel corso del tempo c’è stata la procedura d’asta per provare a venderlo al prezzo base di 1,1 milioni di euro e offerta minima da 825 mila euro: si parla di reception, spogliatoi, vano impianti, palestra, terrazzo coperto, Spa con doce, corridoi e vano tecnico, tutto con necessità di una corposa ristrutturazione. In totale la superficie è di circa 1.356 metri quadrati. C’è una certezza nel contempo: il terreno in area Paip poco distante è stato venduto. A quanto pare a qualcuno della ‘zona’.

L’AREA PAIP IN VIA BARTOCCI. POI LA SOLUZIONE

Tutto in standby

Da quanto si può leggere in vari portali legato al mondo immobiliare, i lotti del complesso sarebbero tutti in vendita al momento. In realtà da quanto si apprende per ora si è una sorta di standby dovuto alla crisi attuale ed al rischio di totale svalutazione dell’area: d’altronde in un primo momento non c’era interesse alla vendita di tutti gli immobili, dopodiché la partita è cambiata con l’aumento della situazione debitoria. L’ultima pubblicazione del lotto in questione (il numero 12 dell’esecuzione del 2015) risale al marzo 2019: 464 mila euro prezzo base e offerta minima da 348 mila euro. L’edificio al centro del problema è stato costruito nel 2005 e ristrutturato cinque anni dopo. Le condizioni? La perizia è chiara: «Possono essere considerate complessivamente scarse/pessime. Ciò in quanto sono stati rimossi tutti i plafoni, tutto l’impianto di illuminazione, l’impianto elettrico è stato rimosso almeno sino alle scatole, mancano quasi tutte le placche dei frutti, molti fili sono stati parzialmente estratti dai corrugati, si può presupporre che alcuni di questi siano stati completamente rimossi ovvero non sussista più il collegamento di rete. Il soffitto si presenta al rustico, alcuni tramezzi nella Spa sono stati demoliti». In sostanza come è stato trovato da quando il tribunale lo ha preso in mano. Non un incanto insomma.

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