Terni, incendio Dicat: «Vogliamo la verità»

Dopo il rogo di lunedì, occhi puntati sul Comune, proprietario del palazzo che usa come deposito di documenti in parte distrutti

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Il giorno dopo rimane la puzza di bruciato, rimangono i muri anneriti da fiamme e fumo, rimane un mare di carte sparse per il cortile esterno della palazzina ex Dicat aggredita dall’incendio di lunedì sera. E rimangono le polemiche.

LE FOTO DEL ROGO

Terni, ex Dicat nel degrado - 21 giugno 2016 (6)

I danni riportati dallo stabile

Gli allarmi Perché l’incendio non è arrivato, per certi aspetti, inaspettato: «L’associazione ‘Terni città futura’ – dice Michele Rossi – lo andava ripetendo da tempo che lì ci fosse una situazione di pericolo e che i documenti del Comune erano a rischio; mentre, denunciavamo un anno e mezzo fa, meriterebbero ben altra e sicura collocazione; oggi rischiano di perdersi definitivamente, potrebbero essere trafugati o distrutti. Per non parlare della pericolosità in cui potrebbero trovarsi gli assidui frequentatori di questo posto nel caso di accidentale incendio o il pericolo di chi per curiosità o sprezzo del pericolo decida di addentrarsi in quello spazio; o il rischio che qualsiasi impiegato comunale inviato in quell’edificio per la ricerca di una pratica».

IL VIDEO DEI VIGILI DEL FUOCO AL LAVORO

Terni-ex-Dicat-nel-degrado-21-giugno-2016-5-1024x639

Un documento

La richiesta Il capogruppo del M5S in Comune, Thomas De Luca, lo aveva annunciato quando ancora le fiamme non erano completamente spente e martedì mattina, spiega, «ho presentato una richiesta formale di ‘accesso agli atti’, per prendere visione, se esiste, di copia del certificato protezioni incendi (Cpi) rilasciato per la struttura». Ma non solo, perché «ho chiesto anche una copia dell’elenco- catalogo dei documenti archiviati o presenti all’interno della struttura; l’elenco dei documenti che sono andati distrutti con l’incendio e dove troveranno sistemazione i documenti rimasti intatti».

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