Terni, la solitudine di Filippo: «Le feste sotto la pressa e un’angoscia senza tregua»

Dalle vicissitudini con la compagna alla ‘casa’ davanti alla stazione. Siciliano, 42 anni, cerca un conforto che finora non ha trovato

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di Fra.Tor.

«Sono 20 giorni che la mia casa è una panchina davanti alla stazione di Terni. Ho paura, non voglio morire in strada». La telefonata ci arriva da Filippo Maniscalchi – 42 anni – che ci racconta che «dopo l’ennesima lite, la mia compagna mi ha cacciato di casa».

«Ho paura di morire»

«Sono originario della Sicilia, di Alcamo – dice Filippo – e sono disoccupato e sono solo qui a Terni, non ho parenti a cui chiedere aiuto. Vivevo a casa della mia compagna, a Finocchieto (Stroncone), e collaboravo alle spese grazie al reddito di cittadinanza, ma ora purtroppo la carta è stata completamente svuotata. Non ho più niente, nemmeno i miei vestiti. Purtroppo la nostra relazione non è mai stata molto serena, tanto che ad ogni litigata mi ritrovavo sbattuto fuori di casa, ma la cosa si sistemava sempre in pochissime ore. Questa volta, però, credo che siamo arrivati al punto di non ritorno, tanto che mi trovo qui da 20 giorni. Ho passato il Natale e il capodanno per strada, da solo, ho provato a chiedere aiuto alla Caritas ma mi è stato detto che non c’è posto per me. Ho paura, è freddo e io non voglio morire».

Frammenti di vita

Filippo lavorava come autotrasportatore, fino a quando a Milano la polizia Stradale non lo fermò. Due birre – no l’unico guaio con l’alcol nella sua vita – ma anche sovraccarico del rimorchio e ore e ore di guida senza alcuna sosta. Addio patente: «Le birre sono colpa mia ma per le altre cose, alla Stradale gli dissi di chiedere al mio datore di lavoro…». In Sicilia ha tre figli: «Ogni tanto lo sento via Instagram, sono tanto contento di poterlo fare». Proprio il telefono – e ricaricarlo per strada non è facile – è il suo primo mezzo di contatto col mondo: «Lo scorso dicembre me lo hanno rubato. Pensi che mi sono svegliato una mattina e accanto a me c’erano 5 euro, ho pensato: ‘Oh, qualcuno che mi ha fatto un’offerta’. Invece si erano portati via il telefono. In cambio di 5 euro. L’ho ricomprato con il reddto di cittadinanza che ho ricevuto il 22 dicembre». Non tutto però è disagio e disperazione: «Poco fa (lunedì pomeriggio) sono andato al bagno della stazione e quando sono tornato sulla panchina, ho trovato una busta con dei succhi di frutta e un po’ di vivande. Lasciata lì da qualcuno che non conosco». Chi vuole aiutare Filippo – il Comune di Terni dice di averci provato fissando un appuntamento, ma il diretto interessato smentisce categoricamente – può trovarlo di fronte alla stazione ferroviaria di Terni, sotto la pressa o alla fermata del bus in piazza Dante.

Filippo Maniscalchi

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