Terni, l’sos dei genitori per la scuola di Cesi Paese: «Unica classe di 26, si rischia chiusura»

Missiva per evidenziare le difficoltà in arrivo: «È questo che le istituzioni ternane, sindaco Bandecchi in primis, vogliono per il territorio di Cesi?». Altamura: «Non accadrà»

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Riceviamo e pubblichiamo una lettera dei genitori della scuola dell’infanzia di Cesi Paese

La scuola dell’infanzia di Cesi quest’anno avrà una sola sezione. Nel paese meritatamente incoronato come ‘Porta dell’Umbria, Porta delle meraviglie’ lo scorso anno erano rimaste due sezioni da 16 bambini ciascuna. Quattro maestre e un maestro di sostegno in grado di gestire insieme al personale Ata l’intera struttura, un ambiente senza classi pollaio, con ampissimi spazi interni ed esterni largamente sfruttati nei quali i bambini hanno avuto modo di affrontare l’anno scolastico in assoluta serenità.

Quella che dovrebbe essere considerata come il fiore all’occhiello dell’Istituto comprensivo Felice Fatati, per quanto riguarda la fascia 3-6 anni sta impoverendo la propria offerta formativa. Dopo un incontro tra i genitori e la dirigente scolastica, è emerso che le due sezioni verranno unite così da formare un’unica classe di 26 bambini (disabilità incluse), minando quel raro equilibrio che da sempre le docenti avevano creato in una scuola inserita in uno dei contesti più belli del territorio ternano, con bambini provenienti da tutta Terni nord.

Ci sarebbero inoltre ulteriori iscrizioni tardive, che sarebbero state messe in coda dall’istituzione scolastica. I genitori si stanno già interrogando sul da farsi, qualcuno deciderà inevitabilmente di trasferire il proprio figlio o figlia in altri istituti, le iscrizioni caleranno ulteriormente e la chiusura definitiva del plesso in un futuro non remoto potrebbe divenire inevitabile.

Ci chiediamo inoltre se è questo che le istituzioni ternane, sindaco Bandecchi in primis, vogliono per il territorio di Cesi. Un’area nella quale convergeranno investimenti pubblici per 20 milioni di euro, obiettivo di privati che vedono nello sviluppo dell’area grandi potenzialità, di famiglie che stanno costruendo lì il loro futuro e che vedono nella Scuola un servizio essenziale. Quanti di noi cambiando casa si sono chiesti se nel nuovo quartiere ci fossero delle buone scuole? E quanti hanno scelto di “avvicinarsi” ai servizi primari quando hanno avuto dei figli?

In estrema sintesi, quale futuro immaginano per il territorio di Cesi e per gli investimenti che verranno fatti? Un paese-dormitorio per turisti, certamente non un luogo nel quale far crescere dei bambini. Auspichiamo che la dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Felice Fatati riesca quanto prima a trovare una soluzione che tuteli il diritto all’istruzione di tutti i bambini.


Parla l’assessore Altamura

«Pur essendo un tema – le parole dell’assessore Altamura – su cui purtroppo l’ente comunale non può intervenire, in quanto la formazione delle classi viene decisa da Ministero e uffici scolastici, mi sono in ogni caso subito attivati per trovare delle soluzioni.  La responsabile dell’ufficio scolastico provinciale di Terni mi  ha garantito che avrebbe fatto i dovuti controlli e convocato la dirigente scolastica del plesso in questione.  Di certo possiamo dire che il presidio scolastico a Cesi non verrà chiuso e che come Amministrazione faremo di tutto perché ciò non accada nemmeno in futuro, perché quando una scuola chiude, una comunità muore. Il taglio delle classi di cui è protagonista la scuola di Cesi è un problema con cui ci troveremo a fare i conti, purtroppo, sempre più spesso, almeno finché non cambieranno i criteri con cui si formano le classi, che sono ancora quelli del Decreto 81, che nessun altro governo tra quelli che si sono succeduti ha mai modificato.  E ora, col dimensionamento scolastico alle porte, si rischia davvero molto.  Colgo dunque l’occasione per chiedere pubblicamente alla Regione di coinvolgere quanto più possibile i Comuni e tutte le parti sociali nella discussione inerente al dimensionamento scolastico, che potrebbe vedere l’Umbria perdere diversi istituti scolastici, come già avvenuto con la  convocazione dell’ incontro Consulta istruzione, indetta da Anci Umbria il  2 agosto 2023.  Questo territorio ha già pagato molto in termini di organici, come la vicenda di Cesi insegna, e penso che se qualcuno immagina di trasformarlo,  nella cenerentola dell’Umbria con la perdita di scuole, dovrà comunque rivedere i suoi piani».

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