Terni, omicidio Livi: sentenza il 22 luglio

Un delitto consumato a colpi di coltello nella notte fra il 28 e il 29 ottobre del 2014. Franco Sorgenti è accusato di omicidio volontario

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È attesa per il prossimo 22 luglio la sentenza nei confronti di Franco Sorgenti, il 67enne di Terni che nella notte fra il 28 e il 29 ottobre dello scorso anno ha ucciso a coltellate la moglie Laura Livi (36), nell’appartamento di via Gramsci dove la coppia viveva insieme alle due figlie di 2 e 7 anni.

Processo L’uomo verrà giudicato dal gip Massimo Zanetti con le modalità del giudizio abbreviato, chiesto dai legali difensori dell’omicida – gli avvocati Enrico De Luca e Manlio Morcella – dopo che l’accusa, rappresentata dal pm Camilla Coraggio, aveva chiesto il rito immediato. L’ex operaio Ast è accusato di omicidio volontario, aggravato dal rapporto coniugale ma non dalla premeditazione, esclusa dalla procura.

Parti civili Un’aggravante, la premeditazione, che viene invece sostenuta dall’avvocato Roberto Spoldi che rappresenta i familiari della vittima. Secondo il legale, Sorgenti avrebbe anche approfittato della situazione, in termini di luogo e orario, per attuare il piano omicida che aveva in mente.

L’omicidio Due le coltellate fatali che avevano raggiunto Laura Livi al fegato, tali da causare uno shock emorragico che non le aveva lasciato scampo. Dopo la brutale esecuzione, Franco Sorgenti aveva chiuso a chiave la porta della camera dove le due figlie stavano dormendo, per evitare che potessero imbattersi in tanta atrocità. Poi era andato a costituirsi in carcere e lì era stato raggiunto e arrestato dai carabinieri.

Il presidio La mattina dell’udienza le associazioni Terni Donna e Libera..Mente Donna daranno vita ad un presidio davanti al tribunale, per chiedere “che venga fatta giustizia” e “dimostrare piena solidarietà alla famiglia di Laura e alle sue figlie”. Per le associazioni, che invitano tutti i cittadini a partecipare al presidio, “solo una vera alleanza tra tutte le istituzioni del territorio, a partire dalla scuola fino ad arrivare ai tribunali, può mettere fine alla tragedia rappresentata dalle violenze che le donne si trovano costrette a subire ogni giorno. Il femminicidio – affermano da Terni Donne e Libera..Mente Donna – non è mai un raptus di follia ma l’atto finale e consapevole del potere che l’uomo e la società esercitano sulla donna”.

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