Terni, parco Cardeto: paura contenzioso

Il comitato di Mastrogiovanni in commissione: «Non vogliamo che si arrivi a ciò. ‘Dissonanza’ tra Comune e concessionario»

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di S.F.

Contenzioso, una parola che mette ‘paura’. Sì, perché le cose non stanno andando nel verso giusto e chi ha a cuore le sorti del parco ‘Galigani’ a Cardeto ora teme il peggio: venerdì mattina, a palazzo Spada, audizione del comitato del presidente Raffaele Mastrogiovanni con ‘frecciatine’ all’amministrazione comunale e appelli alla risoluzione di quelle «dissonanze che si registrano tra il Comune e il concessionario». Sopralluogo rinviato a mercoledì causa maltempo, ma anche senza andare in loco la situazione è più che chiara: di passi in avanti concreti e sostanziosi pochini e tra le parti in causa c’è qualche incomprensione. Storia lunga e destinata a restare tale.

Raffaele Mastrogiovanni in commissione consiliare

Raffaele Mastrogiovanni in commissione consiliare

Di Girolamo e Bucari nel mirino Tutti a Cardeto per un check della situazione? Nemmeno per sogno, piove ed è sconsigliato fare un giro, oltretutto il concessionario – Sandro Citarei, rappresentante della società che sta operando la ristrutturazione – non è in zona. Intanto però il comitato presieduto da Raffaele Mastrogiovanni si è presentato a palazzo Spada per chiarire un paio di concetti senza troppi giri di parole, a partire dall’attacco al sindaco Leopoldo Di Girolamo: «Il comitato si è costituito il 26 aprile 2011 – ha esordito Mastrogiovanni – e da allora abbiamo sempre cercato il dialogo con l’amministrazione comunale. Solo in questi ultimi tempi hanno cercato di riavvicinarsi agli abitanti della zona: Di Girolamo non si è mai confrontato con noi in queste due legislature, una disconnessione totale nei rapporti di interlocuzione. Il nostro quartiere ha mille problemi e costantemente non vengono risolti, speravamo che l’assessore Stefano Bucari ci avesse ascoltato e trovato soluzioni. Così non è stato ed eccoci qui».

La paura Il tormentato viaggio del parco prosegue e ora c’è il timore che si possa scatenare la battaglia legale tra le parti: «Ci preme – ha specificato Mastrogiovanni – il fatto che non si arrivi al contenzioso. Perché in tal caso rischiamo che il parco non riapra: non voglio essere pessimista, ma i dati sono questi».

Giancarlo Nardini

Giancarlo Nardini

Consegna lavori e riapertura Mastrogiovanni, nel chiedere un cambio di passo sulla questione, ricorda che per la riapertura del parco «si era parlato del 31 marzo, ma con le avversità del tempo sembra che sia slittata al 10 di aprile; vogliamo date certe in merito». Ad entrare nel dettaglio ci pensa invece Giancarlo Nardini, che spiega in un intervento di oltre dieci minuti tutte le problematiche che hanno caratterizzato l’iter: «Sembrava che le cose stessero andando bene dopo i numerosi rinvii e la nostra collaborazione c’è sempre stata, incontrandoci inoltre più volte con il coordinatore dei lavori per vedere gli scavi in atto e ciò che si stava facendo in riferimento alle piante. Sono quattro anni che sono iniziati i lavori e il discorso avviato ci era parso costruttivo». In realtà il 10 aprile è la data del vecchio cronoprogramma che, a breve, dovrà essere aggiornato: «Lo abbiamo chiesto – spiega il Rup Federico Nannurelli – ma ancora non è stato dimesso, quando sarà fatto potremo indicare la nuova data di ultimazione».

Cardeto Terni2La ‘dissonanza’ Tutto bene dunque, all’apparenza. E invece no: «Improvvisamente è sorto – ha proseguito Nardini – qualche problema. Abbiamo contattato il concessionario e ci ha fatto vedere come andavamo i lavori: tuttavia in questo incontro, da parte nostra, è stato avvertito una certa ‘dissonanza’ tra il concessionario, la parte tecnica-progettuale e quella amministrativa del Comune. Una dissonanza di cui nessuno si vuol prendere la paternità e sia con il progettista che con il direttore dei lavori – Pierpaolo Longhi, ndr – abbiamo cercato di sviscerare i problemi. Da ciò che sappiamo già a livello di bando c’erano elementi messi in scarsa evidenza, come le opere d’illuminazione e le opere idrauliche, e le spese sono lievitate rispetto ai 600 mila euro previsti».

Cardeto TerniIl problema verde e il conflitto Una delle questioni di maggior rilievo – per la chiusura totale del parco – riguarda il pericolo alberi. In passato ne furono tagliati più di trenta nell’area del parco, ma il ‘male’ permane: «Vanno fatte delle analisi complessive di stabilità, tecniche, perché – ha sottolineato Nardini – ce ne sono molti che rischiano di cadere magari, e ovviamente costano queste verifiche. In merito è stato chiamato un esperto del settore e ha riferito che vanno tolte diverse piante. Poi in occasione di un nubifragio c’è stata una caduta di un albero. Diciamo, in generale, che c’è un ‘approccio’ diverso tra l’amministrazione comunale e il concessionario in merito».

Elemento di raccordo Nardini ha concluso il discorso affermando che «ci eravamo proposti come elemento di raccordo tra le varie parti, a noi interessa che il parco riapra». Quindi il comitato mette il punto esclamativo con l’ultimo intervento di Mastrogiovanni: «A gara iniziata c’erano 270 giorni per riconsegnare il parco, i tempi sono slittati notevolmente con comunicati stampa da parte dell’assessore e via scorrendo. Voglio solo ricordare che abbiamo ‘foraggiato’ il parco per più di trent’anni con l’acqua potabile, pagata dai cittadini. Per quanto gli alberi c’è stato uno ‘stop & go’ di otto mesi per i controlli: ad oggi ce ne sono 136 da vedere e controllare, ma occorre farlo perché all’interno ci entrano le persone e non si può rischiare che cadano su loro».

Cardeto commissione consiliare comitatoLe colpe e i collegamenti Il vice presidente della commissione Marco Cecconi (FdI-An) ed il consigliere Enrico Melasecche (IlT) hanno parlato di «responsabilità da prendersi, è di chi dà le carte» in riferimento all’amministrazione comunale. Il secondo inoltre ha ricordato le necessità di creare un sottopasso di collegamento per ciclisti e pedoni di collegamento con via Bramante per dare più ‘respiro’ al quartiere: «Bucari si deve sforzare, la soluzione si può trovare». Bartolini (Pd) ha chiesto l’audizione del segretario generale o, in alternativa, dell’avvocatura del Comune per valutare il rispetto del contratto ed, eventualmente, azioni da intraprendere». Infine la Braghiroli (M5S) ha ricordato che «serve vedere la documentazione completa, bando integrale e ultimo progetto pattuito, oltre ad una relazione del Rup dall’avvio dei lavori ad oggi. Altrimenti non siamo in grado di parlarne a fondo».

Cardeto Terni333Variante bocciata e slittamenti Mentre in commissione consiliare si discuteva, all’interno del parco era presente il coordinatore della Parco Cardeto Srl (da giugno), Marco Bernardini. Un cenno a distanza ed eccolo che arriva con piglio deciso: «Noi vogliamo chiudere la faccenda – attacca -, ma dobbiamo essere messi nelle condizioni di poterlo fare. Ci sono stati dei problemi legati agli alberi, ma non solo, per noi ogni giorno che passa è un costo e proprio lunedì scorso ci è stata bocciata la variante proposta, in poche ore: abbiamo dieci giorni di tempo per rispondere e stiamo valutando. I lavori stanno andando avanti per quel che concerne le parti strutturali, ma per l’esterno qualcosa non va: ripeto, si sta parlando di un parco con all’interno del verde e in primis va curato questo. Oltretutto – ripercorre nel contempo tutta la storia degli ultimi anni – ci sono delle incongruenze nelle varie comunicazioni dell’amministrazione: non mi risulta, ad esempio, che nel bando figuri un secondo stralcio di lavori». Rapporti migliorabili, mettiamola così. E con quelle penali giornaliere sempre nell’aria.

Federico Nannurelli (al centro)

Federico Nannurelli (al centro)

«Variante non legittima» Sull’argomento, in breve, è il Rup Nannurelli a fare luce: «Loro l’hanno presentata, a firma del concessionario e del direttore dei lavori, e io non l’ho approvata perché non legittima. Una questione giuridica: la richiesta non è ammissibile perché lo è solamente nei casi di esigenze derivanti da nuove disposizione legislative regolamentari o per qualcosa motivato da cause impreviste, elementi che non ci sono».

Il prosieguo dell’iter Contenzioso? Nannurelli allontana l’ipotesi: «Si attiva solo se ci sono i presupposti e al momento non ne conosco. Ho rilevato il ritardo nell’esecuzione dei lavori chiedendo una relazione particolareggiata con le motivazioni al direttore dei lavori: se ci sono gravi inadempienze il Comune potrebbe decidere di fare la risoluzione del contratto in danno, ma è una situazione estrema. Per ora il direttore dei lavori non mi ha mai presentato situazioni di gravità, quindi non credo si andrà su questa strada: il mancato rispetto dei termini contrattuali prevede delle penali e non un contenzioso, perché – conclude – comunque prevale l’interesse pubblico del completamento dell’opera. L’obiettivo è questo».

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