Terni: «Pramod sta meglio ma la strada è ancora molto lunga»

Il 33enne rimasto gravemente ustionato il 15 maggio in un incidente sul lavoro a Porto Marghera, è stato trasferito al reparto e sottoposto ad un primo intervento chirurgico: «Aiutiamo lui e la sua famiglia»

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Dovra restare all’ospedale di Verona almeno per un altro mese. Ma ora Pramod Saw, il 33enne di nazionalità indiana – ternano d’adozione – rimasto gravemente ustionato lo scorso 15 maggio in un incidente sul lavoro a Porto Marghera (Venezia), ha una prospettiva. Dopo aver riaperto gli occhi nei giorni scorsi e dopo i progressi che hanno fatto seguito a quell’importante passo, il ragazzo – sposato e padre di una bimba di 3 anni che non vede l’ora di poterlo riabbracciare – è stato trasferito al reparto grandi ustionati del nosocomio veronese e quindi sottoposto ad un primo intervento chirurgico per il trapianto di pelle il cui esito sarà più chiaro fra qualche giorno.

La solidarietà

In questi giorni in tanti gli hanno fatto sentire la propria vicinanza, con semplici gesti d’affetto ed anche donazioni, perché le cure e la degenza richiedono un impegno economico che non è semplice sostenere. «I fondi raccolti – racconta Fabio, amico di Pramod – sono stati e saranono fondamentali per affrontare al meglio questo lungo periodo. Ieri ho parlato al telefono con Pramod e, pur nelle difficoltà, mi ha detto di sentirsi un miracolato. I medici gli hanno detto che dovrà restare a Verona almeno un altro mese. Come raccolta di fondi – prosegue Fabio – quella di Facebook è terminata ed i 3.500 euro sono stati tutti già versati sul conto corrente di Pramod. La moglie ha invece avviato una campagna tramite la piattaforma GoFundMe (QUESTO IL LINK) e con lo stesso codice Iban (IT09R0306914499000000081611). Ho anche tentato personalmente di trovare in questo periodo un’abitazione per i familiari, vicina all’ospedale di Verona, con un canone molto ridotto o, magari, messa a disposizione gratuitamente. L’appello che ho lanciato non ha trovato finora riscontri ma la speranza voglio conservarla».

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