Terni, processo canile Colleluna: nessun colpevole

Il procedimento era basato sui presunti maltrattamenti subiti dagli animali a causa delle precarie condizioni della struttura. Dei quattro imputati, due sono stati assolti e per gli altri due è scattata la prescrizione

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Nessun colpevole, ma una sentenza, quella emessa dal giudice Angelo Matteo Socci, che distingue le posizioni degli imputati. Da una parte il Comune, con l’ex assessore comunale Gianfranco Salvati e l’ex dirigente dell’ufficio ambiente Salvatore Rapisarda. Dall’altra la cooperativa sociale Alis con il presidente Carlo Andreucci e il responsabile della sicurezza Luciano Petrongari.

Le richieste Diverse – c’è da dire – erano anche le accuse formulate dal pm Elisabetta Massini che aveva chiesto condanne pari a due anni per l’ex membro della giunta comunale, due anni e tre mesi per l’ex dirigente, quindici mesi per il presidente della coop e otto mesi per il responsabile della sicurezza.

La sentenza Salvati e Rapisarda sono stati prosciolti in seguito all’avvenuta prescrizione del reato individuato dal giudice, che ha derubricato l’ipotesi accusatoria di ‘maltrattamento di animali’ nel più tenue e colposo ‘abbandono di animali’. I due responsabili della coop Alis, accusati di aver violato norme relative alla tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro (Andreucci) e di aver falsificato alcuni verbali interni (Andreucci e Petrongari) sono stati assolti con formula piena, ‘perché il fatto non sussiste’.

Il processo Questo l’esito del processo di primo grado relativo alle pessime condizioni in cui sarebbero stati tenuti gli animali del canile di Colleluna, poi migliorate anche in seguito agli interventi attuati dal Comune. Il caso giudiziario era scoppiato nel marzo 2009, quando la struttura era stata sequestrata dalla Forestale e dai Nas nell’ambito dell’indagine aperta dal sostituto procuratore Elisabetta Massini a seguito di un esposto presentato, l’anno precedente, dall’associazione di volontariato ‘Grandi amici’.

Le reazioni L’esito del processo di primo grado si riflette nelle reazioni dei legali. Pienamente soddisfatto l’avvocato Massimo Proietti, difensore di Andreucci e Petrongari, secondo il quale «è stata riconosciuta la totale estraneità della coop Alis rispetto alle contestazioni mosse». Soddisfatti, ma con qualche riserva, gli avvocati Paolo Cerquetti e Adriana Faloci, difensori rispettivamente di Salvatore Rapisarda e Gianfranco Salvati. Entrambi affermano che «l’impianto accusatorio è stato demolito, visto che il giudice non ha riconosciuto alcun maltrattamento ma solo una contravvenzione colposa di cui è stata dichiarata la prescrizione. In ogni caso – aggiungono – attendiamo le motivazioni prima di decidere se impugnare o meno la sentenza».

Parti civili Di diverso avviso i legali delle parti civili – Francesco Mattiangeli per l’associazione ‘Grandi Amici’ e Giuseppe Sforza per il Wwf – secondo i quali «l’impianto accusatorio ha sostanzialmente retto, visto che è stato riconosciuto che i cani sono stati detenuti in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze».

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