Terni, progressioni verticali: «Adottati criteri discriminatori»

Sindacato Csa-Ospol all’attacco del Comune sulla base del requisito, inserito nella selezione, del possesso della patente A: «La legge dice che è sufficiente la laurea»

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Una lettera inviata dal sindacato Csa-Ospol a sindaco di Terni, assessore alla polizia Locale, comandante del Corpo e presidente della delegazione trattante per contestare i criteri adottati dall’ente in merito alle progressioni ‘verticali’. Il nodo è il requisito relativo al possesso della patente A, mentre per il sindacato – che evidenzia una potenziale discriminazione, oltre alla mancata valorizzazione di figure interne – la legge richiede la sola laurea.

di Giovanni De Angelis
Responsabile regionale CSA

‘Che si valorizzino gli interni’: questo lo slogan della parte politica promotrice delle progressioni verticali indette dal Comune di Terni, pubblicate in data 21 ottobre 2020. In realtà, il Comune di Terni ha fatto strike, con un sol colpo ha escluso dalle progressioni verticali un’intera classe di concorso, indicendo una selezione che esclude i soggetti assunti nel 2001. Stiamo parlando del requisito introdotto dal bando di concorso che dovrebbe essere riservato alla polizia Locale, all’insegna del ‘chi è fuori è fuori, chi è dentro è dentro’. Il requisito è quello della patente A, o meglio è sufficiente l’abilitazione alla guida dei motocicli, che proprio la stessa cosa non è.

LA CISL: «MANCATA VALORIZZAZIONE DEL PERSONALE INTERNO»

Un taglio chirurgico è stato praticato, in quanto sono fuori gli assunti nella polizia locale, in categoria C, con il concorso del 2001, che non avevano come requisito di accesso all’ente, la patente A: di essi sono dentro esclusivamente coloro che si sono ritrovati una patente A, conseguita per ragioni personali, e coloro che hanno conseguito la patente B prima del 1988 che per estensione del legislatore (il che non implica che ci siano mai saliti), sono abilitati alla guida dei motocicli.

La Madia chiede la laurea, il Comune di Terni rimonta ed aggiunge la patente A. Caro ente, se decidi di aggiungere, aggiungi bene, non un requisito non previsto da nessuna fonte giuridica per la categoria D e, peraltro, discriminatorio ed arbitrario, infischiandotene di imporre l’espletamento di una prova pratica che testi effettivamente l’abilitazione alla guida dei motocicli. Così proprio non si fa.

La legge 75 del 2017, legge Madia, è un’eccezione rispetto al normale reclutamento del personale presso gli enti pubblici e va applicata in senso rigoroso, in quanto non suscettibile di estensioni. La legge citata prevede la laurea per l’accesso alla categoria D, ogni spinta verso un requisito ulteriore è soggetta al sindacato giurisdizionale nel momento in cui è discriminatoria ed escludente.

Una selezione interna non può escludere a priori un gruppo di potenziali candidati aventi tutti i requisiti previsti dalla legge, soggetti che hanno il titolo per l’accesso dall’estern e che in qualsiasi momento possono partecipare ad un concorso pubblico per la stessa categoria e settore, anche da dirigente, e non possono, al contrario, progredire nell’ente presso cui sono assunti da 20 anni.

Il Comune di Terni, a nostro avviso, ha mal compreso il senso della legge Madia, sembrerebbe che si sia sentito obbligato a fare il copia e incolla di un bando di concorso pubblico nella polizia Locale, senza badare al fatto che il modello da cui andava ad attingere era un concorso esterno per la categoria C. Tant’è che per la qualifica di agente è previsto che lo stesso sia impiegato nella conduzione di ciclomotori e motocicli ed autovetture, in quella da ufficiale coordinatore di tali servizi, è fondamentale avere professionalità, esperienza e capacità.

L’ente ha puntualmente violato la legge n. 75 del 2017 che dichiara di voler perseguire. Unico vincolo imposto dalla legge, è riportato testualmente all’art. 22, è ‘il possesso dei titoli di studio’. Gli stessi requisiti previsti dal regolamento concorsuale sono riferiti al titolo di studio ed agli altri requisiti previsti da tutti i bandi di concorso pubblico. D’altronde, che senso avrebbe la legge Madia, la cui ratio è la valorizzazione degli interni, se si ripropone il modello di un concorso pubblico, peraltro per la categoria C? Si poteva prendere a modello un concorso per la categoria D. Si poteva attendere che i candidati conseguissero la patente A, come hanno fatto i Comuni di Roma e di Sulmona, chiaramente per la categoria C (perché in D non è previsto il requisito). Si poteva effettuare semplicemente un concorso pubblico con tutte le garanzie costituzionali.

La scelta ha avuto il solo effetto di limitare la capacità assunzionale dell’ente che poteva essere sfruttata per un concorso pubblico con tutte le garanzie costituzionali. Ci si è documentati e si è cercato nel web un modello di concorso per la polizia locale per la categoria D, nessuno di essi presenta il requisito della patente A. Era sufficiente attenersi alla legge, al regolamento concorsuale, al vigente CCNL comparto funzioni locali. Sicuramente si faceva più bella figura.

È vietato dalla legge volere dei moticiclisti in categoria D? Assolutamente no, ma è la legge che disciplina il modo di reclutarli e soprattutto non si può effettuare una scelta, offendendo coloro che fanno parte della direzione della polizia locale da almeno 20 anni, i quali sono anagraficamente troppo giovani per godere dell’estensione legislativa ed al contempo nessuno gli ha detto di andare a prendersi la patente A, in spregio alla trasparenza, agli incontri sindacali ed alla legge Madia che consente le progressioni verticali al personale interno.

La volontà di reclutare motociclisti non si rinviene in questo bando: all’art. 8 del bando di concorso viene scritto che la stipulazione del contratto è subordinata alla verifica del possesso effettivo dei requisiti previsti dal bando: come viene provato il possesso del requisito dell’abilitazione alla guida dei motocicli, senza che sia prevista una prova pratica di guida tra le prove concorsuali? Esattamente questo il punto: il requisito ulteriore, rispetto a quello richiesto dalla legge Madia, deve essere tale che la scelta non sia arbitraria. Si ritiene, che sia molto arbitrario, in quanto discriminante senza motivo, l’aver inserito un requisito tecnico che concerne un’abilitazione alla guida senza la prova pratica. I possessori di patente B conseguita prima del 1988, sono nella stessa posizione sostanziale dei possessori di patente B presa dopo il 1988, entrambi possono non essere mai saliti su un motociclo.

Ma al Comune di Terni non interessa saperlo, perché non prevede la prova pratica alla guida, al contrario di altre amministrazioni comunali che stanno espletando concorsi pubblici per l’accesso in C, ove è prevista la prova pratica alla guida del motociclo in dotazione alla pubblica amministrazione. E questo fatto rende il requisito ulteriore molto arbitrario e pretestuoso. A nostro avviso un eccesso di potere della pubblica amministrazione.

Sarebbe interessante capire come mai il Comune di Terni volge il suo interesse alla patente A per gli ufficiali di polizia Locale ed ha appena attinto da una graduatoria concorsuale per la copertura di un posto in categoria D di altro Comune, ove non era previsto il requisito della patente A, com’è normale che sia, in quanto solo il Comune di Terni lo ha indicato come requisito di accesso per la categoria D. Se era interessata alla patente A, l’amministrazione non avrebbe dovuto attingere da una graduatoria ove questa non era prevista.

Non ci si convinca del fatto che la legge Madia voglia la fotocopia del concorso pubblico, perché è un errore grossolano, al contrario rappresenta un’eccezione alla normativa del concorso pubblico, atta alla valorizzazione degli interni, alla formazione che questi hanno avuto all’interno dell’ente. Il vincolo inderogabile posto dalla Madia è la mera laurea, ed invece alcuni laureati sono esclusi con il relativo impedimento alla carriera, per i motivi sin qui esposti.

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