Terni: «Robespierre e Maria Antonietta»

Enrico Melasecche (I love Terni) prende spunto e polemizza con un ‘corsivo’ di Walter Patalocco su umbriaOn: «Ho dovuto minacciare di chiamare i carabinieri»

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Enrico Melasecche

di Enrico Melasecche
Consigliere comunale di ‘I love Terni’

Leggo piacevolmente la nota di Walter Patalocco che, dalla parte del sindaco al cui sostegno si è persino candidato, ironizza sui debiti del Comune e su un certo Robespierre che, a suo dire, quanto a debiti, confonderebbe fischi per fiaschi.

Non so chi sia questo Robespierre ma, di certo, non so chi preferire fra un moderno idealista che sa far di conto e la figura di Maria Antonietta fin troppo legata al potere costituito.

Veniamo al dunque. Chi conosce la reale situazione del Comune e non vuole che chi legge si confonda, ha sempre parlato di tre tipi di debiti straordinari, grave responsabilità della parte politica cui Patalocco appartiene, che vanno purtroppo ad aumentare il debito ordinario del Comune e lo inseriscono in quella ben poco nobile classifica che vede Terni fra i 104 comuni in predissesto sugli oltre 8.000 comuni italiani:

a) -54 milioni emersi a gennaio 2015 ma nascosti da anni nelle pieghe di bilanci falsificati grazie ad un meccanismo truffaldino con cui si mantenevano in bilancio crediti, in gran parte inesigibili e (complimenti a questi scienziati!) si spendeva il controvalore come se quei crediti fossero stati già incassati; i ternani sono oggi costretti a rimborsare questa voragine togliendo ogni anno dalla spesa corrente, già asfittica, 1.830.000 € l’anno fino al 2045;

b)  3,5 milioni come disavanzo di fine 2015, quali maggiori spese rispetto alle entrate, da ripianare anche queste;

c) -debiti fuori bilancio di circa 15 milioni fatti, contra legem, da Di Girolamo e nascosti da anni anche questi, a favore in gran parte delle coop amiche e senza gara (tema specifico della inchiesta giudiziaria per cui Di Girolamo e Bucari hanno subito gli arresti domiciliari, ecc, ecc) nonostante battaglie campali condotte dal sottoscritto per togliere la molta sporcizia da sotto il tappeto. In totale si tratta quindi di circa 70 milioni, conseguenza di un modo di amministrare decisamente scorretto ed incompetente.

Io non ho mai confuso gli uni con gli altri né credo corretto fare sconti a chi li ha prodotti, non computandoli nel conto delle responsabilità sia dal punto di vista politico che finanziario perchè si tratta di cifre che i ternani saranno costretti a rimborsare con sacrifici pesanti, alcuni nel quinquennio appena iniziato, ma su questo il Ministero ha già avanzato dubbi di correttezza e la Corte dei Conti dovrà dire la sua, altri da qui a circa metà secolo.

Ma non basta perchè ben tre manovre straordinarie ha orchestrato in tre anni Piacenti, il pasticciere di corte, sul resto del debito, quello ordinario, pur di non pagare le rate in scadenza, rimandare il debito ai ternani che verranno ed ottenere soldi freschi che a sua volta ha già speso, fregandosene dei giovani e del futuro della città, ipotecato come non mai. Il tutto a tassi di interesse molto alti rispetto a quelli correnti.

Quanto alla leggiadria con cui Patalocco tratta la materia dei debiti fuori bilancio, come se fosse un peccato veniale, ricorda appunto Maria Antonietta che proponeva di dare brioches al popolo affamato. Ricordo solo che dovetti minacciare di chiamare i carabinieri per farmi dare le fatture che Piacenti e Di Girolamo nascondevano da anni, aspetto questo altrettanto grave perchè la legge sulla trasparenza dovrebbe far parte ormai da molto tempo, oltre che della normativa nazionale anche della cultura minima di governo.

In conclusione ognuno di noi ha il diritto di avere le proprie idee, di candidarsi con chi preferisce e può ovviamente anche sbagliare ma quando si fa giornalismo forse un minimo di obiettività maggiore e di informazioni corrette non guasterebbe.

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