Quattrocentomila. Due milioni e 900 mila. Cinque milioni. Dieci milioni. Quando si parla del teatro Verdi e del suo restauro, a Terni, non si bada a spese. Già , perché se ne parla. Mentre fino ad oggi di soldi a disposizione ce ne sono – rispetto a quelli che servirebbero – pochini.
I fondi Se, infatti, i 400 mila euro per gli interventi più urgenti sono già stati spesi e i due milioni e 900 mila euro per quelli che vengono definiti «interventi di restauro e adeguamento funzionale» si sono impegnati a metterli Comune e Regione, sul resto ci sono poche certezze, a parte che secondo l’architetto Monica Finotto, del Comune, per pensare di realizzare un intervento architettonico e impiantistico decente, occorre prevedere di spendere «almeno altri cinque milioni». Tanto che ci si è spinti ad ipotizzare una decina di milioni complessivi.
Le ipotesi Senza dimenticare che, ancora, ci si confronta sul tipo di teatro che si vuole realizzare: il ‘modello-Poletti’ (dal nome del progettista originario) o il ‘modello all’italiana’ (rivisitando il progetto in chiave più moderna) e che c’è pure chi insiste nel dire che, in fondo, si potrebbe pure pensare a farne uno tutto nuovo, di teatro, magari fuori dal centro.
L’idea E, invece, eccola qua, l’idea che – seppure ancora poco più di un abbozzo – sta prendendo corpo. Un coinvolgimento di soggetti privati esterni – dove per esterni si intende proprio esterni, pure alla città , andando quindi oltre la fondazione Carit, che pure viene considerato sempre come il possibile partner privilegiato e, magari, capofila di un pool.
Il bando E per il progetto si punta ad un bando ‘ad invito’: 24 progettisti, 12 sarebbero scelti in base ai rispettivi curriculum e 12 sulla base della così detta ‘chiara fama’, cioè gente il cui valore professionale non abbia necessità di essere messo a verifica. A tutti si chiederebbe di esercitarsi in un progetto ‘aperto’ – cioè senza vincoli particolarmente rigidi – facendo salve alcune condizioni minime: tenere conto del lavoro fatto fino ad ora e sostenibilità economica.
Le ‘alternative’ Va ricordato che, al momento, la città può contare su un altro teatro – il Secci, al Caos – che ha una capienza di 300 posti, mentre la diocesi, attraverso il ‘Leonino’ ha in programma di ristrutturare il cinema-teatro Antoniano: «Lo utilizzeremo come cinema 3D – aveva spiegato don Massimo Angelelli – come teatro, come auditorium e come sala convegni». E promette di essere «il teatro più capiente della città (500 posti; ndr) ed un gruppo di tecnici, guidati da due grandi esperti del settore (di conoscerne i nomi manco a parlarne, ovviamente; ndr) sta già lavorando alle ipotesi di lavoro». Il progetto del ‘nuovo’ teatro Verdi dovrà tener presente anche di questo, insommaE
Il costo E a questo proposito, ecco che spunta una nuova somma limite, decisamente più alta di tutte quelle circolate fino ad oggi: per un progetto ‘serio’ si sarebbe arrivati a pensare ad un investimento complessivo – chiavi in mano, come si dice – che potrebbe aggirarsi sui 16 milioni di euro. Tutto sta, ovviamente, a trovarli.