Terremoto: «Dove sono i soldi di Terni?»

Thomas De Luca (M5S): «Il Comune incassa regolarmente il contributo regionale, ma non si decide a trasferire i fondi ai cittadini che hanno le case lesionate»

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Una prima denuncia era arrivata nel mese di agosto, ma sembra che le cose non siano cambiate: «Il Comune di Terni – dice il capogruppo del M5S in Comune – sta trattenendo da 10 mesi i soldi destinati alle famiglie terremotate ternane. Una vergogna inaccettabile che non siamo più disposti a tollerare. Se la delibera non sarà immediatamente calendarizzata dal consiglio, bloccheremo i lavori e paralizzeremo le attività».

IL RACCONTO (AD AGOSTO) DI CHI ASPETTA I SOLDI – IL VIDEO

I danni

La protesta A Terni, dice De Luca, «ci sono 25 famiglie terremotate a cui è stata dichiarata l’inagibilità della propria abitazione a seguito del sisma del 30 ottobre 2016. Queste famiglie hanno dovuto lasciare la loro casa per trasferirsi in un’altra abitazione acquisendo il diritto, per questo grave disagio, di ricevere un contributo da parte dello stato. Una partita di giro per il Comune di Terni che ha incassato oltre 80 mila euro versati dalla Regione Umbria già diversi mesi fa. Mentre Palazzo Spada continua ad incassare, chi è stato costretto a lasciare la propria casa e deve pagare ogni mese l’affitto non ha ricevuto un euro per quanto riguarda il 2017».

IL TERREMOTO

Thomas De Luca

La burocrazia All’origine di tutto, insiste il capogruppo del M5S, «c’è un intoppo burocratico-amministrativo: i soldi non possono uscire perché non c’è una posta di bilancio. Una dimenticanza reiterata sia in fase di predisposizione del previsionale (10 aprile 2017), che in fase di assestamento (12 luglio 2017). Amnesie che sono una grave negligenza da parte della giunta sempre ben attenta quando si parla invece degli interessi dei suoi ‘grandi elettori’».

Una casa lesionata a Terni

La minaccia Per risolvere il problema il consiglio «deve votare una variazione di bilancio in grado di permettere lo sblocco dei pagamenti. Abbiamo cercato pazientemente di risolvere la questione in maniera bonaria, parlando direttamente con gli uffici e concedendo alcuni giorni alla giunta per predisporre la delibera. La disponibilità è stata ripagata con il disinteresse. Per questo nella giornata di mercoledì depositeremo una proposta di delibera e chiederemo l’inserimento di un atto d’indirizzo con urgenza al primo punto dell’ordine che impegni il consiglio all’approvazione della stessa entro 10 giorni. Non siamo disponibili ad alcun margine di mediazione. La pazienza è finita da un pezzo e non possiamo più permettere che il menefreghismo calpesti la dignità delle persone».

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