ThyssenKrupp: «Tagli per 500 milioni»

La multinazionale vuole risparmiare per presentarsi alla trattativa con Tata Steel più leggera: si parla di chiudere due impianti in Germania. A Terni la ‘grana-Pasquetta’

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A scriverlo è l’agenzia Reuters, sulla cui autorevolezza ci sono pochi dubbi: «Il gruppo industriale tedesco ThyssenKrupp prevede di tagliare i costi delle sua unità che producono acciaio per 500 milioni di euro in tre anni», dopo gli oltre 600 che la multinazionale ha ridotto che le ristrutturazioni che hanno interessato anche l’Ast di Terni. 

Nuovo step Questo passaggio ulteriore – probabilmente propedeutico all’accordo con Tata Steel – è stato spiegato che «includerà il miglioramento dell’efficienza dei costi in settori quali il personale, manutenzione e riparazione, logistica, vendite e amministrazione», perché il Ceo di ThyssenKrupp, Heinrich Hiesinger ha detto che la ristrutturazione è l’unico modo per mantenere l’impresa competitiva.

Gli stabilimenti ThyssenKrupp ha fatto sapere che prevede di chiudere parti di alcuni impianti di produzione, ma non ha rivelato di quali si tratti e quanti posti di lavoro sarebbero a rischio, mentre  fonti sindacali tedesche parlano della possibile immediata chiusura degli impianti di Bochum e Duisburg, che si tradurrebbero in un taglio di circa 350 addetti: «Ma noi combatteremo per ogni singolo lavoratore», dicono i sindacati. 

Tata Steel Hiesinger, peraltro, ha ribadito che non si può ancora dire se, quando e con chi potrà aver luogo una joint venture da parte di ThyssenKrupp, la cui divisione-acciaio – ThyssenKrupp Steel Europe rappresenta circa un quinto delle vendite del gruppo, e aveva un margine di profitto operativo del 4,1 per cento lo scorso anno fiscale».

Terni Nel pomeriggio di lunedì, peraltro, a Terni è spuntata una ‘frizione’ tra azienda e sindacati che pare il preludio ad un nuovo inasprimento dei rapporti: l’Ast ha chiesto di poter far marciare degli impianti nella gionata di Pasquetta – la cosa avrebbe interessato 81 lavoratori, ai quali sarebbe stata riconosciuta la somma di 100 euro lordi oltre alla ‘paga’ contrattuale, ma la risposta è stata negativa e, anzi, le Rsu «onde evitare possibili azioni legali, diffidano l’azienda ad adottare condotte unilaterali verso i lavoratori».

 

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