Trafomec: azienda e sindacati a confronto

Sabato l’incontro nella sede di Tavernelle. UmbriaOn è andato tra i lavoratori in sciopero da una settimana: ecco il racconto

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di L.P.

Alla fine il primo risultato è stato raggiunto: l’incontro fra la dirigenza della Trafomec, Rsu e sindacati è stato fissato per sabato 7 novembre, alle ore 11, presso la sede dell’azienda di Tavernelle. La mobilitazione resta comunque attiva, in attesa di valutare gli esiti del tavolo.

«Risultato importante» I sindacati – Fiom Cgil e Fim Cisl – parlano di «risultato molto importante ottenuto dai lavoratori grazie alla loro determinazione e al loro grande sacrificio, nonostante l’isolamento riscontrato in questi giorni. Ora – spiegano Cristiano Alunni (Fiom) e Gianni Cecchetti (Fim) – sarà necessario che dal tavolo con l’azienda emergano novità e impegni sostanziali a garanzia della continuità produttiva e nel rispetto degli accordi già siglati in passato e ad oggi non rispettati». Al termine dell’incontro i lavoratori, già convocati in assemblea, decideranno come proseguire la vertenza.

Dramma «Liquidità non ce n’è più, la produzione ci sarebbe pure se ci fossero le materie prime. La proprietà non fa acquisti, non pagano i fornitori, non pagano noi operai. E venerdì, quando abbiamo iniziato lo sciopero ci hanno comunicato che da questa settimana sarebbe partita la cassa integrazione».

LA TRAFOMEC IN SCIOPERO – LE FOTO

«Vogliamo la verità» Sono stanchi gli oltre cento dipendenti della Trafomec in sciopero da quasi cinque giorni contro una proprietà che ha mostrato una totale chiusura nei confronti delle loro richieste. «Abbiamo accettato di diminuirci lo stipendio per salvare posti di lavoro – affermano – ora lo prendiamo in due tranche, eppure non abbiamo ancora diritto a sapere che fine faremo».

La famiglia Dopo oltre una settimana di sciopero anche gli animi più forti iniziano a vacillare. Sono tanti i ragazzi che sono cresciuti qui allo stabilimento di Tavernelle. C’è chi ha iniziato a 18 anni a lavorare e qui dentro ha imparato un mestiere. Ma c’è anche chi ha famiglia per cui perdere un altro giorno di lavoro pesa come un macigno. «Io ho due figli a casa – racconta un’operaia – rientrerei anche adesso».

LE VOCI E I VOLTI DELLA DISPERAZIONE – IL VIDEO

La proprietà Eppure qui, fuori dai cancelli, si continua a discutere animatamente. Giovedì mattina si è votato democraticamente per stabilire se una dipendente dell’amministrazione dovesse o meno rientrare in ufficio per compilare tutti i documenti necessari a sbloccare lo stipendio dei primi quindici giorni di ottobre. «Se lei se la sente e noi siamo tutti d’accordo può entrare», è stata la decisione dell’assemblea. Ma la sensazione, ormai, è di essere stati abbandonati e presi in giro. Con una proprietà che punta i piedi e nega un incontro con le Rsu e i sindacati finché lo sciopero non finirà.

I sindacati Da parte sua, intanto, la Cgil auspica quanto prima un intervento delle istituzioni regionali. «Prima gli ex lavoratori, ai quali non è ancora stato riconosciuto quanto previsto dagli accordi – affermano Sgalla e Ciavaglia della Cgil – poi i dipendenti, che chiedono chiarezza e garanzie sulle proprie prospettive: non si può pensare che il problema della Trafomec siano le sue maestranze e i sindacati che le rappresentano. Quindi – concludono i due segretari – ci aspettiamo che la Regione intervenga immediatamente, convochi l’azienda, respingendo il ricatto di Tombetti, per farsi spiegare come mai tutti gli accordi presi, anche con la stessa Regione, sono diventati carta straccia. Noi siamo pronti, come sempre, a fare la nostra parte, ma bisogna creare le condizioni perché il confronto possa riprendere in maniera costruttiva e perché la dignità e l’intelligenza dei lavoratori ed ex lavoratori di Tavernelle siano pienamente rispettate».

Lo sciopero prosegue E in attesa di sapere se i vertici della Trafomec lunedì incontreranno i sindacalisti, loro continuano ad incrociare le braccia. «Non ci facciamo più prendere in giro – dicono – qui c’è in gioco la nostra vita». Già, la vita. Già, il lavoro. Come se le due cose potessero essere scisse.

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