Umbria, acque agitate: rendono sempre meno

Gli incassi dalle concessioni regionali – per le ‘minerali’ – sono in flessione negli ultimi due anni: persi quasi 300 mila euro

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di M.Lilla

Dopo anni di grande abbondanza, le acque minerali umbre segnano una decisiva inversione, negli ultimi due infatti si è registrata una perdita significativa: nel biennio 2013-2014 si è perso il 13% e il 10% della produzione, con un calo netto anche dugli incassi della Regione sulle concessioni.

Cala la produzione Dati preoccupanti per l’intero comparto, come ha spiegato l’assessore regionale all’ambiente Fernanda Cecchini: «Per il complesso delle concessioni minerali e termali, la Regione ha incasato lo scorso anno un milione e 341mila euro: 1 euro per ogni metro cubo di acqua utilizzata e 50 euro ad ettaro di concessione mineraria. Un canone adeguato e al livello medio-alto della media di altre regioni». Nel 2013, la produzione di acque minerali è stata di 1.193 milioni di litri circa, con un calo del 13 per cento rispetto al 2012. Nel 2014, è continuata la decrescita: sono stati imbottigliati 1.085 milioni/litri di acqua minerale, con una diminuzione di un ulteriore 10% rispetto al 2013, tutto questo a comportato una perdita dal 2012 di circa 300 mila euro di incassi da parte della Regione.

Relazione regionale Il patrimonio regionale di acque minerali utilizzate per l’imbottigliamento si sostanzia in venti concessioni, di cui diciassette attive, per nove operatori del settore (nel 2014), con quattordici Comuni interessati. Per le tre non in commercio, all’acqua di Sassovivo – il cui imbottigliamento è sospeso da anni – si sono aggiunte l’acqua minerale Sorgente Tione e la Sanfaustino. Entrambe sono fallite e quindi sospese nella produzione, per Sanfaustino però resta la speranza di un compratore, per mantenere attiva la concessione regionale.

Altre aziende in crisi Ma il calo delle acque minerali è più profondo e riguarda anche altri marchi, come la Sangemini Spa e la Spa delle Acque di San Francesco-Goccia Blu che avevano le concessioni Sagemini e Amerino, e stanno attraversando un forte periodo di crisi, con procedura di concordato: sono state acquisite dalla Sangemini Acque Spa una nuova società del Gruppo Norda, che nel luglio 2015 ha ottenuto l’acquisizione definitiva dei titoli minerari, grazie al passaggio in giudicato della procedura concordataria e alla presentazione alla Regione di un nuovo piano industriale. Per quanto riguarda la Rocchetta spa, «si sta lavorando – ha reso noto l’assessore Cecchini – alla proroga della concessione per l’imbottigliamento delle acque della sorgente Rocchetta fino al 2040, imponendo un limite alla portata massima dei prelievi, in accordo con l’amministrazione comunale di Gualdo Tadino: la società ha infatti presentato un piano di investimenti produttivi e di riqualificazione che potranno avere importanti ricadute per il territorio dal punto di vista sociale, economico e ambientale».

Riflessi occupazionali Il calo di produzione ha determinato una reazione a catena, anche dal punto di vista occupazionale: nel 2013 il personale occupato è diminuito nei numeri (-15 unità), rispetto all’anno precedente, mentre la situazione è peggiorata nel 2014: dai 327 occupati diretti del 2013 si è passati a 289 l’anno successivo.

Acque termali
Altra nota dolente riguarda la situazione degli impianti termali regionali che, se nelle concessioni sono rimaste invariate, hanno registrato invece una crisi di presenze per lo stabilimento di Fontecchio: da 5.744 si è passati a 3.665, con una diminuzione del 36%; causato anche dalla riduzione dell’utenza proveniente da fuori regione che è sempre stata maggiore per il complesso tifernate rispetto a quello di Spello. Per le Terme Francescane di Spello, per il 2013 il calo è stato più lieve: da 9.806 del 2012 a 9.699 del 2013, probabilmente influenzato dalla crisi economica, mentre si è registrata una ripresa nel 2014, con 9.975 presenze.

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