Umbria: «Spese irregolari in Regione»

Il procuratore della Corte dei Conti, Antonio Giuseppone, traccia il bilancio e fissa gli obiettivi: «Massima attenzione su sisma e fondi»

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P.C. e L.P

Fondi comunitari gestiti in modo truffaldino, assenteismo nella pubblica amministrazione, cattiva gestione delle società partecipate: la relazione del procuratore della Corte dei Conti dell’Umbria, Antonio Giuseppone, pone l’accento su problemi in parte noti in parte sconosciuti, con un dato eclatante: «A parità di numero di atti, abbiamo contestato danni erariali superiori al 2015».

Gestione sana, ma… Se l’unico parametro fosse quello dell’entità dei danni erariali, la situazione sarebbe preoccupante, ma Giuseppone non vuole creare allarmismi: «In Umbria la gestione dei fondi pubblici è sostanzialmente sana, ci sono però settori che preoccupano e su cui la procura è dovuta intervenire. Mi auguro che gli atti di citazione che noi emettiamo siano anche un monito per le amministrazioni pubbliche». Il riferimento è alla gestione dei fondi comunitari su cui la Corte dei Conti ha riscontrato notevoli irregolarità.

LE PAROLE DEL PROCURATORE GIUSEPPONE – VIDEO

I soldi dall’Europa «Molto spesso – ha spiegato il procuratore in conferenza stampa – i fondi comunitari sono stati utilizzati in modo non conforme a quello per cui erano stati stanziati. Una società, ad esempio, ha pensato di dirottare risorse all’estero, senza mai avviare l’attività per cui li aveva richiesti, senza acquistare i materiali che aveva progettato di acquistare, senza locare i capannoni che aveva indicato nel progetto». Una truffa insomma, anche se Giuseppone non lo dice chiaramente.

Controlli a maglie larghe Il pensiero va anche alla polemica fra la Regione e la Cgil su fondi Ue dopo la denuncia del sindacato sulla modalità di ripartizione e gestione dei fondi. Il procuratore ovviamente è molto più cauto nell’individuare responsabilità, ma fa notare come i controlli della Regione avvengano in modo evidentemente poco efficace: nella prima fase infatti sono solo formali, sostanzialmente sulla base delle dichiarazioni presentate dai richiedenti; nella seconda fase, quando invece andrebbe verificato con mano come vengono spesi i soldi, i controlli vengono fatti a campione. E nelle faglie del sistema si inseriscono i soliti ‘furbetti’: «Per fortuna – chiarisce Giuseppone – sempre più spesso interviene la Guardia di Finanza, che ha gli strumenti per effettuare controlli in modo molto più incisivo».

Sisma e ricostruzione Quello del procuratore è anche e soprattutto un monito: «Per quello che riguarda la ricostruzione post terremoto, la procura, nei limiti delle sue competenze, darà attenzione massima al fenomeno. Il nostro monitoraggio sarà costante e particolarmente attento su tutti i finanziamenti che sono stati o saranno erogati per la ricostruzione. Se mai dovessimo scoprire situazioni di non corretto utilizzo dei fondi, ne chiederemo conto. Su questo, la procura conta molto sulla sinergia che si creerà necessariamente con la sezione regionale di controllo della Corte dei Conti. Loro possono verificare su un ampio spettro la corretta gestione dei fondi e magari segnalare alla procura le irregolarità che dovessero essere scoperte».

Assenteismo, affitti e partecipate I fari della procura regionale ovviamente non si concentrano solo sui macrofenomeni, ma sono puntati anche sulle realtà comunali, in particolare per quanto riguarda l’assenteismo, l’affitto di locali pubblici a prezzi ‘anomali’ e la gestione delle società partecipate. «In questi ambiti – ammette Giuseppone con un sorriso – i casi sono già noti all’opinione pubblica e ampiamente trattati dalla stampa. Stiamo verificando, abbiamo gli occhi aperti», aggiunge Giuseppone a chi gli chiede se ci siano fascicoli aperti anche su Gesenu e Umbria Mobilità. Come a dire: nessuna conferma ufficiale, ma ci stiamo lavorando.

Mani legate Quello che emerge è che la legge limita la libertà di movimento della procura sulle ‘partecipate’, soggetti di diritto privato che però agiscono su settori pubblici e con soci pubblici: «Possiamo intervenire solo in determinati ambiti e entro determinati limiti. Il codice delle società partecipate dice che gli amministratori rispondono al giudice ordinario. Noi possiamo intervenire solo nel caso in cui i danni gravino sul socio pubblico». Il che, a voler essere precisi, avviene praticamente ogni volta che si verificano irregolarità.

I numeri Carenza di personale a parte, dalla seconda metà del 2016 presso la Corte dei Conti dell’Umbria ha operato il solo presidente con due magistrati in aggiunta. Il 35% dei giudizi ha riguardato l’indebita percezione di contributi pubblici, il 25% spese di rappresentanza illegittime, il 13% una gestione dannosa del patrimonio pubblico e danno all’immagine (10%), errori sanitari (10%), danni correlati alla violazione della normativa sui rapporti di lavoro (10%) e false dichiarazioni per la percezione di borse di studio (7%). Nel 60% dei casi si è arrivati a una sentenza di condanna.

Spese ‘irregolari’ in Regione Per quanto riguarda i contributi pubblici c’è stato anche un interessante giudizio su un caso di «irregolare utilizzo dei contributi di funzionamento di un gruppo consiliare della Regione». Fatti che non si riferiscono all’attuale legislatura ma alla precedente e che ha visto più volte la Guardia di Finanza impegnata a palazzo Cesaroni per l’acquisizione di documenti. Il procuratore non ha indicato il gruppo interessato al giudizio, mentre il presidente Giuseppone ha invece spiegato che «sono state rilevate spese di trasferta, missione e ristorazione per oltre 22 mila euro non adeguatamente giustificate. Le numerose anomalie riscontrate durante gli accertamenti – ha aggiunto – sono state contestate al consigliere regionale che ha fatto tali spese».

Pubblico impiego Quattro le sentenze emesse, di cui una sola di assoluzione, nei confronti di alcuni amministratori della Provincia di Terni circa alcuni illeciti connessi in riferimento all’erogazione di una doppia indennità di risultato, nel caso del segretario della Provincia, o, come nel caso dello stesso presidente, con il conferimento di un altro incarico dirigenziale. In due casi si sono ravvisati illeciti sotto il profilo della verticalizzazione del personale interno e della stabilizzazione del personale precario.

Giudizi di conto La corte si è anche dovuta occupare di un dirigente pubblico del comune di Arrone condannato a risarcire l’ente per alcune spese sostenute con il fondo economale e senza alcuna finalità istituzionale, come l’acquisto di panettoni e spumanti da donare ai dipendenti comunali durante le feste natalizie.

Amianto Ma la corte si è occupata anche di amianto, con due sentenze, imprimendo un’assoluta novità in materia. Con la prima è stata dichiarata la prescrizione del diritto ai benefici della rivalutazione della contribuzione pensionistica derivante dalla qualificata esposizione all’amianto, mentre con la seconda è stato riconosciuto il diritto alla pensione indiretta a favore della vedova di un militare deceduto per formazioni neoplastiche, provocate dalle radiazioni dell’uranio impoverito usato nei territori delle missioni di pace alle quali aveva partecipato il militare stesso. Anche tale sentenza si colloca nel contesto di un orientamento giurisprudenziale della Corte piuttosto nuovo, teso a valutare gli effetti dell’uranio impoverito sui militari comandati nelle missioni di pace alle quali ha partecipato l’Italia, in assenza di specifici interventi normativi in proposito.

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