Turismo, Umbria tiene nonostante il sisma

Paparelli: «Meno 8% nel 2017; nel 1998 fu -27%». Fiducia nel 2018. Assisi boom: a gennaio +50%. I dati di umbriatourism

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di P.C.

Dal punto di vista economico e dei dati di accesso turistico, il terremoto in Umbria si è sentito più nel 2017 che nel 2016. Fra gli ultimi tre presi in considerazione (2015, 2016, 2017), quello del terribile sisma che ha colpito il centro Italia è stato il migliore in termini di presenze.

TUTTI I NUMERI DEL TURISMO IN UMBRIA (2015-2017) – DOCUMENTO PDF

Paparelli fra Renzacci e Agostini

Il 2016 meglio del 2017 Lo dicono i dati (certificati Istat) resi pubblici dalla Regione Umbria nel corso della conferenza stampa con cui SviluppUmbria, la società regionale per lo sviluppo economico dell’Umbria, ha presentato il lavoro di ‘promo commercializzazione’ turistica fatto negli ultimi mesi attraverso il sito umbriatourism. E sono dati interessanti e incoraggianti: nel 2017 in Umbria sono arrivati 5.484.573 turisti. Il 7% in meno rispetto al 2015; l’8% in meno rispetto al 2016, anno che è andato molto bene, ma che poteva andare benissimo senza le scosse di terremoto che – prima il 24 agosto e poi (soprattutto) il 30 ottobre – hanno colpito il cuore verde.

I DATI DI UMBRIATOURISM PRESENTATI DA SVILUPPUMBRIA – LINK

Una crisi mediatica A risentire dell’influenza negativa del terremoto, come era nelle previsioni, è stato soprattutto l’anno successivo. Ma è stata una conseguenza più ‘mediatica’ che di sostanza. Basta analizzare i dati e confrontarli con il passato. Per l’Umbria, l’unico termine di paragone è il terremoto di 20 anni fa: «Nel 1998 il calo turistico fu del 27% – ricorda l’assessore Fabio Paparelli – il che rende bene l’idea del fatto che possiamo essere soddisfatti per un calo contenuto entro il 7-8 per cento nel 2017 e soprattutto per il fatto che stiamo già cominciando a risalire».

Umbria Tourism Se le cose sono andate bene è anche grazie al lavoro di promozione. Il sito turistico ufficiale dell’Umbria ha registrato quasi 700mila accessi (il 220 per cento in più rispetto all’anno precedente), con oltre il 10 per cento di interazioni finalizzate alle offerte turistiche. Il sito coinvolge oltre mille operatori turistici umbri, coinvolti.

Il boom di Assisi Nel corso della chiacchierata emerge un dato (ancora non ufficiale) sulla città di Assisi, che fa sorridere istituzioni e addetti ai lavori: nella città di Assisi, relativamente al mese di gennaio 2018, ci sarebbe un +50% di visite rispetto allo stesso mese del 2017 (+20% rispetto a gennaio 2016). «Non lo abbiamo ufficializzato perché deve essere confermato – dice Paparelli – ma è un dato molto significativo, che fa ben sperare».

Dove migliorare C’è comunque ancora tanto da fare. E al tavolo di SviluppUmbria – dove sedevano i principali addetti ai lavori del settore (imprenditori, albergatori, operatori turistici) – finita la presentazione ufficiale se lo sono detti senza troppi giri di parole. C’è innanzitutto l’aspetto relativo all’internazionalizzazione: come si fa ad essere competitivi se parliamo solo in italiano?. È un discorso che vale per gli operatori del settore a tutti i livelli – dai manager ai camerieri – ma anche per l’aspetto comunicativo: materiale informativo cartaceo e (soprattutto) siti internet devono essere comprensibili da oriente ad occidente. E non è sempre così.

Aprirsi al mondo Gli imprenditori devono investire sulla formazione e sull’apertura all’esterno, anche dal punto di vista tecnologico. E questo non può messere un impegno di cui si può far carico la pubblica amministrazione («Altrimenti poi ce la fa pagare la Corte dei Conti», commenta il direttore di SviluppUmbria Mauro Agostini, con quella che solo apparentemente è una battuta). Un problema che riguarda anche Sviluppumbria e Umbriatourism: le pagine del sito sono disponibili anche in inglese e tedesco, ma non in francese e spagnolo. Per non parlare del cinese, che rappresenterebbe un bel bacino d’utenza. Senza dimenticare l’aspetto tecnologico: oltre il 66 per cento degli utenti consulta il portale utilizzando il proprio smartphone, c’è bisogno quindi di un sito che sia il più possibile responsive, capace di adattarsi ai vari dispositivi con cui gli utenti lo consultano ed eventualmente prenotano i viaggi.

Aumentare la qualità Altro nodo è la qualità dell’offerta turistica – già mediamente alta – che può diventare altissima (ad un prezzo accessibile) puntando sulla rete di relazione, facendo sistema, offrendo di più allo stesso prezzo. Al momento sul portale ci sono 72 pacchetti, 699 strutture ricettive, ma si può fare di più. Una qualità che deve produrre soddisfazione nel turista; una soddisfazione che va misurata attraverso un feedback puntuale, che serva per capire dove si sbaglia e per dare meglio nel futuro.

Turisti 365 giorni l’anno I turisti, in particolare quelli che arrivano dall’estero, devono essere allettati tutto l’anno, non solo in alta stagione. Anche per questo motivo (ma non solo) gli investimenti dell’Umbria in comunicazione promozionale turistica saranno spalmati nell’arco dei 12 mesi. Il secondo motivo è che il processo decisionale di una vacanza è in genere molto lungo: inutile quindi lanciare campagne di comunicazione in primavera per l’estate: in molti hanno già deciso o comunque hanno già cominciato a pensarci. Bisogna essere presenti sul web tutto l’anno, fermo restando gli investimenti sui momenti forti dell’anno. Ci sono 35 milioni sul tavolo e il 19 marzo – annuncia Paparelli – partirà la prima campagna (primavera/estate).

Tassa di soggiorno e programma delle sagre Altro tema spinoso quello relativo alle micro manifestazioni che sorgono come funghi sul territorio regionale, spesso non inserite in un calendario strutturato, ma organizzate nello stretto volgere di pochi giorni da comitati e pro loco. Una logica che non premia perché porta alla dispersione e alla sovrapposizione. «Ecco perché da qualche tempo abbiamo deciso che la pianificazione dovesse essere su base triennale anziché annuale», dice Paparelli. Infine, il tema della tassa di soggiorno, che gli albergatori vorrebbero vincolata ad azioni promozionali mentre invece ora si riduce ad essere una delle tante voci di bilancio. «Ho chiesto all’Anci di farmi una proposta – dice l’assessore regionale – sto ancora aspettando».

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