Università a Terni: «Ferma nel pantano»

Il presidente di Casartigiani, Ivano Emili accusa: «Il Polo ternano privo di qualsiasi potere decisionale e gestionale»

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Ivano Emili

Ivano Emili

di Ivano Emili
Presidente di Casartigiani di Terni

Mentre c’è chi sguazza tra le polemiche, l’Università a Terni è ferma nel pantano. Ormai ciclicamente si assiste alle grida di allarme sul rischio di un ulteriore depotenziamento e alle successive rassicurazioni da parte dell’Ateneo.

In tutto questo però ci si dimentica di come oggi il Polo Scientifico e Didattico di Terni, di fatto, sia privo di qualsiasi potere decisionale e gestionale.

Non c’è un regolamento, non ci sono deleghe, non c’è nessun tipo di autonomia neanche per la presentazione di progetti per accedere a finanziamenti.

Come associazione riteniamo prioritario che il Polo di Terni riacquisisca quell’autonomia decisionale necessaria per legare in maniera sempre più stretta l’Università al territorio e al sistema produttivo locale facendo sistema con le Pmi che vogliono investire in ricerca e innovazione e che Casartigiani, attraverso la sua rete di servizi, vuole sostenere e incentivare.

Il nostro è anche un appello alla Regione affinché torni ad accendere una “luce” sulla vicenda dimenticata dell’Isrim. Il centro congressi, i laboratori, gli uffici, sono stati abbandonati mentre la Regione potrebbe riappropriarsene per concederli in utilizzo all’Università.

Gli stessi macchinari di proprietà della Regione, che sono nella sede di Pentima e che non rientrano nella procedura fallimentare in corso, potrebbero essere riattivati e utilizzati dal Polo di Terni e attraverso esso anche da quelle aziende che vogliono puntare su ricerca e innovazione.

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