Valnestore, i cittadini vogliono risposte

Il sequestro della centrale Enel non basta. Il comitato ‘Soltanto la salute’: «Agire in fretta per far luce sugli interramenti di ceneri. Tumori, vogliamo dati aggiornati»

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Non soltanto la centrale Enel di Pietrafitta: i problemi della Valnestore risiedono anche altrove. Il comitato ‘Soltanto la salute’, formato da 200 iscritti tra i malati e gli abitanti del territorio  al centro dell’indagine sulla ‘Valle dei fuochi’, fa il punto della situazione. E a due settimane dalla visita della Commissione bicamerale d’inchiesta sul territorio umbro, ribadisce che bisogna agire in fretta.

IVANO VITALI: «INDAGARE ANCHE SULLE ALTRE CIMINIERE», VIDEO

Le preoccupazioni «Nel nostro territorio c’è la necessità impellente di chiarire i nostri obiettivi – esordisce il presidente Ivano Vitali in conferenza stampa – perché ad oggi i risultati sono ancora pochi». Il sequestro della centrale di Pietrafitta, che ha monopolizzato l’attenzione, non basta infatti al comitato, che «sarà contento solo quando sarà dimostrato che quei sequestri porteranno alla verità». Una verità che, secondo gli abitanti della valle, è ancora molto lontana dal venire a galla. «Noi non cerchiamo né condanne né colpevoli ma vogliamo che il nostro territorio deturpato venga migliorato».

Le ceneri Nel mirino di chi chiede giustizia per la propria terra ora ci sono soprattutto le ceneri provenienti da La Spezia, che sarebbero arrivate proprio nel territorio della Valnestore. Oltre che sul territorio di Enel, quindi, «c’è bisogno di indagare su tutti gli altri interramenti». Si parla di ceneri potenzialmente pericolose, «le stesse interrate a Caserta» e preoccupano particolarmente i cittadini.

Le istituzioni Ed è proprio sulle zone nelle quali potrebbero essere arrivate ceneri pericolose dal Nord, che il comitato sostiene di incontrare le maggiori resistenze. «Sono quelle su cui si dovrebbe agire di più – spiega Vitali – invece le istituzioni lavorano con il freno tirato e la macchina cammina a rilento». Il rapporto di fiducia rimane, ma «con riserva, sperando che gli enti preposti a verifiche possano fare il massimo».

Le richieste Nel corso dell’ultima visita in Umbria della Commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, il comitato ha avanzato delle richieste precise. In primis, uno sforzo di indagine maggiore sulle altre ciminiere che, accanto alla centrale Enel, potrebbero aver svolto un ruolo nella situazione in cui si trova la valle. Un’altra istanza riguarda l’arrivo dell’Ispra per il coordinamento del lavoro dell’Arpa delle diverse regioni coinvolte e per fugare ogni dubbio, mentre l’ultima questione riguarda i dati raccolti sulle malattie. Gli ultimi numeri, infatti, risalgono al 2011 e non sono più significativi, soprattutto alla luce della teoria secondo la quale il picco dei tumori che si sviluppano a causa delle emissioni nocive  si avrebbe dopo 25/30 anni dalla cessata attività. Anche per questo, considerato che i fatti sarebbero avvenuti in Valnestore tra gli anni Novanta e Duemila, c’è bisogno di dati più aggiornati. «Noi la nostra gente la conosciamo bene – sottolinea Vitali – e vediamo crescere tra di noi i tumori».

Dati aggiornati Ora dai sindaci della zona interessata è partita la richiesta all’Asl di un aggiornamento del registro dei tumori, per avere una «banca dati completa ed esaustiva». Il comitato, comunque, dichiara che «si aspettava di più dall’Asl» e adesso fa sapere attraverso il suo avvocato Biscotti che chiederà al pubblico ministero una nuova indagine epidemiologica.

Risanare il terreno In questo contesto, l’ultima cosa che gli abitanti del territorio tra Pietrafitta e Piegaro vogliono è che sia dato via libera alla costruzione di un nuovo inceneritore. «Ribadiamo con forza che a Pietrafitta non possiamo permetterci un ulteriore problema legato alle ciminiere». In Valnestore – spiega la presidente della Pro loco e membro del comitato Maria Cristina Mencaroni – la situazione attuale rischia di compromettere anche il tessuto economico locale, in cui operano anche molti agricoltori che producono biologico. «Pietrafitta ormai è considerata la città dell’Enel, ma il territorio ha bisogno di essere sanato, c’è bisogno di uscire dall’indagine ambientale rafforzati. Le nostre attività commerciali che sono definite ‘eccellenze’ non possono continuare ad avere questa ombra».

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