Terni, via dell’Argine: giardini della vergogna

Terni, volontari di Mi Rifiuto, Arci e Asm al lavoro per ripulire l’area a meno di un mese dall’ultima bonifica: siringhe e amianto. Trovato anche un motorino rubato

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L’inaugurazione risale a meno di un mese fa, con tanto di bonifica preventiva da parte dell’Asm, è bastato così poco tempo per trasformare nuovamente i giardini di via dell’Argine in una vera e propria discarica abusiva. Venerdì sono stati 11 volontari del gruppo Mi Rifiuto, 5 ragazzi dell’Arci e un operatore della municipalizzata a mettere fine a questa nuova vergogna.

Di tutto e di più, anche un motorino rubato

Pneumatici di bicicletta, di automobili e di autocarri, grosse taniche di plastica, un estintore, un carrello della spesa, grossi tubi per lavori nel sottosuolo stradale, decine di sacchi contenenti ogni genere di rifiuto, quasi due contenitori pieni di siringhe usate (in totale circa un centinaio), oltre a tre sacchi contenenti amianto – unica tipologia di rifiuto che è stato lasciato sotto il cavalcavia – e ad un ciclomotore completamente smontato ma dotato di targa: ecco cosa hanno trovato i volontari nell’area passata al setaccio per la bonifica. Immediata la chiamata al comando di polizia locale che ha inviato subito sul posto una pattuglia del nucleo radiomobile. Il motorino è risultato rubato a gennaio in provincia di Rieti ed è stato restituito, seppure a brandelli, al legittimo proprietario.

Un costo per tutti

L’operatore dell’Asm ha raccolto tutti i rifiuti ‘ordinari’ che il gruppo è riuscito a differenziare, principalmente plastica (almeno 5 grossi sacchi) e vetro. I rifiuti ingombranti o speciali saranno invece portati via nei prossimi giorni. Una procedura un po’ più lunga – e costosa – sarà seguita per l’amianto, procedura che resterà a carico del Comune e quindi della collettività. Amaro il commento del gruppo Mi Rifiuto. «Non è possibile che in così poco tempo così tanta gente abbia ‘scelto’ questo posto per abbandonare i propri rifiuti che potevano essere smaltiti, anche più facilmente, in altro modo. E non è accettabile che chi vive in quell’area non veda, o almeno non si indigni, per questo scempio sotto casa».

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