Carceri: «Allerta droni, sequestro a Orvieto»

La denuncia è del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe), che chiede al ministro della giustizia Andrea Orlando «l’urgente adozione di strumenti di contrasto»

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«Carceri, c’è il pericolo sorvolo droni. E proprio con riferimento alla sicurezza negli istituti penitenziari non può escludersi che tale tecnologia possa essere impiegata per l’introduzione di armi, di esplosivi, di apparecchi cellulari, di droga e, comunque, di oggetti non consentiti». La denuncia è del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe), che chiede al Ministro della Giustizia Andrea Orlando «l’urgente adozione di strumenti di contrasto, atteso che i droni rappresentano la nuova frontiera criminale».

Un modello di drone

Un modello di drone

I droni Secondo Donato Capece, segretario generale del Sappe, «l’idea che la droga possa essere consegnata con un drone non sembra più così peregrina, considerate anche le deficienze strutturali nella sicurezza passiva e le carenze di organico che si riscontrano in quasi tutte le prigioni italiane. Un pericolo più che fondato, dunque, aggravato, da ultimo, dalla produzione di micro droni».

Il sequestro Di recente, deuncia Capece, «è stato sottoposto a sequestro dal reparto di polizia penitenziaria della Casa di reclusione di Orvieto, un drone che volava in prossimità della struttura penitenziaria. E nel mese di dicembre 2015, le autorità canadesi hanno trovato un detenuto nel carcere di Montreal in possesso di una pistola che gli sarebbe stata consegnata con un drone. Un drone che trasportava telefoni cellulari, sim card e droga è stato rinvenuto nel cortile di un carcere inglese a novembre 2015, mentre un altro velivolo, provvisto di droga, coltelli ed altri beni di contrabbando è precipitato all’interno di un carcere negli Stati Uniti. Per queste ragioni, il Sappe ritiene indispensabile l’urgente adozione di strumenti di contrasto e chiede al ministro Orlando che il Corpo di polizia penitenziaria venga adeguatamente attrezzato».

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