Alimentitaliani fallita, panico alla ex Novelli

Il tribunale di Castrovillari ha respinto la richiesta di concordato presentata dalla famiglia Greco e adesso si rischia il baratro: il testo della sentenza

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Dal tribunale di Castrovillari arriva un’altra, pesantissima, bordata contro l’operazione che – secondo alcuni – avrebbe dovuto portare al salvataggio della ex Novelli: Il tribunale ha infatti  giudicato inammissibile la proposta di concordato presentata da Alimentitaliani: la società della famiglia Greco è stata così dichiarata fallita.

LA SENTENZA

E adesso? Alimentitaliani aveva incassato, nel tempo, il placet del ministero dello Sviluppo economico, ma anche  dalle istituzioni locali, ma quello che preoccupa, ora, è che per i lavoratori di Terni, Spoleto e Amelia e Terni adesso potrebbe spalancarsi il baratro.

I tempi Dopo la sentenza – il tribunale ha anche nominato i curatori fallimentari di Alimentitaliani –  l’azienda ha tre giorni di tempo per consegnare i bilanci  e anche «le scritture contabili e fiscali obbligatorie non allegate al ricorso», visto che per la metà di aprile è prevista l’adunanza per l’esame dello stato passivo.

Uila Uil «Solo in Umbria – la nota a firma Stefano Tedeschi, segretario regionale Uila Uil – sono centinaia le famiglie che in questo momento vedono mettere in discussione il proprio futuro e pertanto richiamiamo l’attenzione di tutte le istituzioni regionali affinché si trovi finalmente una soluzione alle problematiche di lavoratori dell’ex Gruppo Novelli. Le segreterie nazionali hanno chiamato il Ministero dello sviluppo economico che già conoscendo la vicenda ha previsto di incontrare la settimana prossima la famiglia Greco e dopo Capodanno di convocare il tavolo con le organizzazioni sindacal. Fare supposizione su quello che ora succederà. Comunque nella sentenza – conclude – è prevista la continuità produttiva almeno per un anno e questo ci dà speranza sul mantenimento dell’occupazione».

I sindacati nazionali Secondo le segreterie nazionali di Fai Cisl, Flaii Cgil e Uila Uil, infatti, «la procedura fallimentare non pregiudica continuità produttiva. La battaglia a difesa dell’occupazione va avanti. La Alimentitaliani continuerà a produrre almeno fino al 22 dicembre 2018: la garanzia della prosecuzione dell’attività significa sopravvivenza per i lavoratori, che porteranno avanti l’azienda e i suoi prodotti come hanno sempre fatto in tanti anni difficili. Dopo il difficile accordo concluso al Ministero dello Sviluppo Economico un anno fa, la sentenza di fallimento della società Alimenitaliani è l’ultimo atto di una storia, quella con il gruppo IGreco, che non ha mai fatto intravedere il promesso lieto fine. Sono stati mesi molto duri, nei quali i lavoratori non hanno mai perso la speranza e la dedizione per la propria attività, nonostante gli sforzi chiesti e mai ripagati. L’autorizzazione alla continuazione dell’attività produttiva non segna, però, la fine di questa azienda ma una nuova fase, da gestire con l’obiettivo prioritario della salvaguardia dell’occupazione. Per questo abbiamo chiesto unitariamente un incontro urgente al Ministero dello Sviluppo Economico per valutare ogni possibile prospettiva e lo stesso faremo con tutte le istituzioni coinvolte e con i curatori fallimentari nominati dal Tribunale. Infine un appello agli organi di stampa e agli operatori della grande distribuzione: l’azienda è viva e continuerà a produrre, rispettando i tempi di consegna dei prodotti, andrà avanti superando anche questo momento di difficoltà, per questo il sindacato non farà passi indietro, anzi, moltiplicherà gli sforzi per garantire una prospettiva futura e l’occupazione. Come abbiamo detto in tutte le sedi la battaglia a difesa dell’occupazione andrà avanti, con o senza i Greco».

Marina Sereni e Gianluca Rossi «La decisione – il commento della vice presidente della Camera dei deputati e del senatore Pd – del tribunale di Castrovillari di giudicare inammissibile la proposta di concordato presentata da Alimentitaliani, aprendo di fatto la strada al fallimento, rende necessaria un’immediata presa d’atto da parte del governo al fine di scongiurare le complicazioni conseguenti che minerebbero la continuità produttiva ed il mantenimento dei livelli occupazionali dell’azienda ex Novelli. Ci auguriamo che nelle prossime ore si decida di battere tutte le strade praticabili per scongiurare conclusioni rovinose, altrimenti si provocherebbe un danno senza precedenti per un sito produttivo importante e per centinaia di lavoratori; in particolar modo si valuti la possibilità di applicare la cosiddetta ‘Prodi bis (d.lgs. 270 del 1999)’, ossia l’amministrazione straordinaria per le grandi imprese in stato d’insolvenza, per cercare di salvare un asset produttivo di prim’ordine dell’agroalimentare umbro e italiano».

Stefano Lucidi «Esattamente – le parole del senatore M5S – un anno fa, il 22 dicembre 2016, al tavolo di crisi del Ministero dello sviluppo economico il Gruppo Novelli veniva svuotato e ceduto ad Alimentitaliani srl. Oggi, 22 dicembre 2017 arriva la notizia del fallimento di quella società, dichiarata dal tribunale di Castrovillari, al quale si era rivolta la società calabrese per un nuovo concordato. In quel tavolo gli amministratori locali, tutti, Spoleto, Amelia, Terni e Regione Umbria dichiararono quella come unica soluzione di svolta per l’azienda, e garanzia occupazionale. Non era così. Su quel tavolo non c’era nulla, come dimostrato dai verbali delle riunioni al Mise, dalle dichiarazioni fatte a seguire e dagli accordi presi successivamente. A quel tavolo furono fatte le seguenti dichiarazioni. Il Presidente del Consiglio comunale di Spoleto, Giampiero Panfili: il 18 novembre 2016 ha dichiarato che l’offerta di acquisizione del Gruppo ricevuta è accoglibile e che offre la soluzione ai problemi del Gruppo degli ultimi anni che altrimenti rischiano di creare gravi tensioni sociali nel territorio. Ha inoltre rinnovato l’impegno a supportare il lavoro del CdA. La vice sindaca di Spoleto Maria Elena Bececco: il 28 novembre 2016 ha dichiarato che giudica incomprensibile l’atteggiamento dei soci Novelli che mettono a serio rischio un’azienda così importante per il territorio che ha dato lavoro a molti residenti del Comune; (alcuni soci Novelli non volevano vendere alle minime condizioni proposte). La presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini: il 21 dicembre 2016 ha dichiarato che una realtà imprenditoriale come il Gruppo Novelli, che ha un impatto sociale ed economico significativo su più Regioni, deve essere salvata perseguendo tutte le strade percorribili e lavorando per concludere al più presto le operazioni di cessione e quindi scongiurare il ricorso a soluzioni che si rileverebbero molto dolorose per il benessere dell’azienda e per l’occupazione. Ha precisato che è importante riportare i soci alle responsabilità del loro ruolo che deve coincidere con l’interesse della sopravvivenza dell’azienda ed ha chiesto quindi al CdA di esercitare i suoi poteri ordinari e straordinari e di compiere tutte le azioni necessarie a preservare la continuità delle attività aziendali, indipendentemente dalle sorti della società. Stesso tono e richieste per gli altri presenti, quali ad esempio il Sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo, che si è associato alla Presidente Marini ed ha dichiarato l’appoggio al CDA nel perseguire tutte le azioni necessarie per difendere la continuità del Gruppo Novelli che ha molte potenzialità produttive. Parole che ora pesano come macigni. Il sottoscritto aveva già presentato una interrogazione parlamentare, n. 3-04074 il 24 ottobre 2017, nella seduta n. 904, con la quale chiedevo chiedevo di verificare la correttezza delle dichiarazioni fatte a quel tavolo. Ho depositato oggi una nuova interrogazione aggiornata con i fatti delle ultime ore. Questa volta purtroppo non si tratta di vertenza sindacale o lavorativa qui si parla di fallimento. È evidente che chi ha partecipato e ha concorso a questi accadimenti, a queste vicende senza evidenziare il minimo dubbio, ma avallando invece scelte disastrose, dovrebbe avere almeno la decenza di fare un silenzioso passo indietro, per rispetto dei lavoratori, delle famiglie e dei cittadini. Quanto alle istantanee dichiarazioni fatte da Marina Sereni e Gianluca Rossi sulla dichiarazione di fallimento, c’è da dire che tali parole lasciano davvero esterrefatti. Il vostro governo ha vietato l’ingresso dei parlamentari ai tavoli ministeriali; il Pd ha avallato la cessione Novelli. Ma dove siete stati per una intera legislatura? Vergogna. Ora la sentenza del tribunale di Castovillari parla chiaro. Ma la politica umbra va avanti e chiede la Prodi-bis. Perché non gli è bastato quello che è successo fino ad ora. Chiedono pure il bis. Insistono. Fanno finta di non sapere cosa sia accaduto in questo anno appena trascorso».

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