Allarme Avis Umbria: «Donazioni al minimo»

Ennesimo grido di allarme dell’associazione: «Ad aprile i donatori Avis hanno effettuato meno di 3 mila donazioni. Non si registrava un dato così basso dal luglio 2008»

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Il dato è preoccupante sul serio: «Ad aprile i donatori Avis hanno effettuato meno di 3 mila donazioni. Non si registrava un dato così basso dal luglio 2008. Ma tutto il primo quadrimestre del 2017 si è chiuso con il segno negativo: meno 5,06 per cento rispetto allo stesso periodo del 2016 e cioè meno 710 donazioni avisine e meno 1.400 donazioni rispetto a quelle programmate. La carenza che persiste ormai da oltre 18 mesi, spesso si avvicina all’emergenza.». Numeri che si riferiscono all’Umbria e che fotografano un’autentica emergenza sangue.

Il ‘piano sangue’ A rendere noto il tuto è il nuovo consiglio regionale di Avis Umbria, che si è recentemente insediato e ha eletto Andrea Marchini presidente pro tempore per il mandato 2017-2020. «Sarà questo un mandato che richiederà impegno e unitarietà per una corretta applicazione del Piano sangue e plasma regionale 2016-2018 e della nuova convenzione recentemente sottoscritta tra Regione Umbria, Aziende sanitarie e ospedaliere e Avis. Notevoli – spiega l’associazione – sono gli impegni che l’associazione è chiamata ad affrontare: dalla carenza sangue alla nuova riorganizzazione del Servizio immunotrasfusionale umbro che determinerà necessariamente una rimodulazione del modo di lavorare delle Avis presenti sul territorio».

Le istituzioni Secondo Avis Umbria «È urgente individuare le cause della costante diminuzione delle donazioni e proporre idonei strumenti e iniziative capaci di invertire l’attuale tendenza. Tutte le componenti del servizio dovranno essere impegnate, dall’assessorato regionale competente ai direttori generali delle Aziende sanitarie e ospedaliere, dagli operatori dei servizi all’associazione”. 

I dati Avis

I cittadini Ma l’associazione dicd anche che «si rende indispensabile sollecitare ancora una volta quanti sono nelle condizioni di donare, soci e non soci, nuovi e vecchi donatori, perché contattino la sede Avis a loro più vicina o di appartenenza, in alternativa il servizio immunotrasfusionale o il punto di raccolta di riferimento, per programmare il proprio accesso e rendere utile il proprio dono. Occorrerà sempre più che il cittadino, responsabile e generoso, che volontariamente ha scelto o sceglierà di essere donatore periodico, svolga un reale servizio alla collettività effettuando una donazione programmata secondo le esigenze dei presidi. Ci rivolgiamo specialmente ai più giovani che devono rendersi protagonisti di questi piccoli, ma importanti gesti per la sopravvivenza. Più donazioni significa più sicurezza per tutti».

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