Amianto in Umbria: «Basta balletti»

I consiglieri regionali Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari (M5S): «La Regione esprima una forte volontà politica, convochi il governo e lavori per riconoscere i benefici agli esposti»

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Maria Grazia Carbonari e Andrea Liberati

di Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari
Consiglieri del Movimento 5 Stelle in Regione Umbria

Sul necessario riconoscimento di maggiorazioni contributive agli esposti all’amianto in Umbria, vorremmo evitare di assistere a nuovi balletti, a nuovi giochi del cerino acceso. L’assemblea legislativa, già lo scorso anno, si era espressa unanimemente, richiedendo alla giunta diretta da Catiuscia Marini di interloquire con il Governo al fine di determinare un più equo trattamento previdenziale a beneficio degli interessati. Cosa è stato fatto?

All’interrogazione question time del M5S, svolta martedì a palazzo Cesaroni, il vicepresidente della Regione Fabio Paparelli, ha replicato in modo non del tutto decifrabile, specie per chi fosse abituato a un dire orientato dall’evangelico “sì sì, no no”. Non c’è ancora massima chiarezza e, conseguentemente, latita la concretezza. La materia è stata trascurata per lustri dalla politica nazionale e locale: ecco perché la giunta regionale è oggi chiamata a una presa di posizione fermissima, non più rinviabile, volta ad assicurare piena parità di trattamento ai nostri esposti all’amianto. Il tutto senza dimenticare che, se la legge Fornero è un’autentica vergogna, lo sarebbe a maggior ragione per quelle persone – tante, troppe – la cui speranza di vita media varia tra i 64 e i 71 anni, con centinaia e centinaia di malati già oggi nell’intera regione.

Martedì l’assessore Paparelli ha evocato tavoli nazionali già aperti, ma ognuno di noi sa che solo una puntuale volontà politica potrà determinare in tempi rapidi gli esiti auspicati: ed è solo questo che il M5S pretende. Il ritorno della politica, ascoltando le giuste rivendicazioni di lavoratori e cittadini umbri. Il rispetto dei loro diritti. Si avvii, pertanto, una corrispondenza chiara e decisa con Mise e Ministero del lavoro, invitando il Governo ad assumersi le proprie responsabilità, dando vita a quel che altrove è stato da tempo fatto, spazzando via ogni residua ombra sull’impegno dell’ente Regione.

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