Ampliamento Le Crete: «Tutto già deciso»

Un verbale del 20 ottobre mette nero su bianco i progetti di Acea, Regione e Comune di Orvieto. Nevi, Fi: «Regione ha fallito»

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Qualcuno ha già deciso, e i cittadini si troveranno, per l’ennesima volta, con una decisione presa scavalcando l’opinione diffusa in città.

Il volantino diffuso da Forza Italia

Nuovo ampliamento Mentre Perugia è alle prese con un’emergenza che non si ricordava da tempo, a Orvieto riaffiora lo spettro dell’ampliamento della discarica Le Crete. Le opposizioni serrano i ranghi e lunedì mattina il consigliere regionale di Forza Italia Raffaele Nevi è arrivato fin sopra la Rupe per sostenere la battaglia degli azzurri locali, i consiglieri comunali Roberta Tardani e Roberto Meffi. Tutti insieme hanno puntato il dito contro il sindaco Germani, ‘reo’ di sostenere il progetto dell’azienda che la gestisce, l’Acea, per ampliare la discarica. A sostegno di questa tesi, i consiglieri hanno portato ad esempio le numerose delibere della Regione da cui emerge che «il primo cittadino ha compiuto un errore clamoroso, di cui la città pagherà le conseguenze».

‘Fallimento’ «L’Acea – ha affermato Nevi – si è garantita un ampliamento della discarica in tempi brevissimi mentre Germani ha detto di volere in cambio gli impianti industriali per il trattamento dei rifiuti ma l’unico documento esistente a riguardo indica gli impianti di smaltimento a Maratta, non certo a Orvieto». I documenti ufficiali, hanno poi proseguito i consiglieri, «dimostrano anche il fallimento della giunta Marini su tutto il fronte ambientale».

La protesta contro l’ampliamento un anno fa

Procedura aperta E’ stata la risposta fornita in consiglio regionale dall’assessore Cecchini a un’interrogazione di Nevi a mettere nero su bianco il fatto che, a seguito della bocciatura del Consiglio di stato, la procedura di ampliamento del secondo calanco di fatto è ancora aperta e «sembrerebbe imminente la ripartenza dell’iter per l’ampliamento che dovrebbe, tra l’altro, prevedere un atto di impugnazione della Regione del parere contrario espresso dal comune di Orvieto e mai ritirato. Lo certifica anche il verbale della riunione dello scorso 20 ottobre negli uffici dell’assessorato all’ambiente al Broletto. Presenti, assieme all’assessore Cecchini, al rappresentante dell’Auri e dell’azienda, anche il sindaco Germani.

Il verbale «Durante la riunione – si legge nel verbale – viene confermata da parte dei presenti la concreta volontà di proseguire il confronto su ogni possibile soluzione progettuale in grado di superare le criticità evidenziate dall’attuale progetto. Dopo ampio e approfondito dibattito tra le parti, valutate tutte le ragioni alternative in grado i consentire al comune di Orvieto una revisione del proprio parere negativo sul progetto in argomento, la società Acea Ambiente srl comunica di rendersi disponibile a una sostanziare rimodulazione del progetto, consistente in una riduzione significativa dell’incremento della capacità netta della discarica rispetto a quanto previsto nel progetto a suo tempo presentato in sede di via, circa il 50%». Assieme ad Auri e Regione, c’è anche il comune di Orvieto a ritenere «accoglibile la proposta di modifica progettuale illustrata da Acea».

Gli striscioni dei comitati

Differenziata Oltre al fallimento sul ‘caso Orvieto’, secondo Nevi la Regione ha fallito su tutta la linea, dal momento che una delibera dello scorso aprile decretava che ancora il 60% della raccolta dei rifiuti finisce in discarica in Umbria. «Una percentuale altissima, mostruosa – spiega Nevi – se messa a confronto con i limiti del 10% imposti dalle direttive europee. La differenziata, da sola, non basta. Chiediamo la costruzione di impianti per il riciclo – hanno detto i consiglieri – ma anche l’incenerimento dei rifiuti negli impianti già esistenti in Umbria. Nel 2015 la Marini aveva promesso che non si sarebbe più parlato di ampliare la discarica. Ora, questo ennesimo passo indietro, non è più tollerabile».

Lega nord Sul tema dell’ampliamento era scesa in campo anche la Lega Nord che, per bocca del consigliere Emanuele Fiorini aveva attaccato la Regione per aver cercato di nascondere la polvere sotto al tappeto con terminologie vaghe. «Si parla di valorizzazione del sito – spiega Fiorini – ma significa che Comune e Regione hanno lasciato intendere di non volersi opporre a un aumento della cubatura, andando contro il parere espresso dall’assemblea regionale e, soprattutto, contro il volere dei cittadini orvietani. Riteniamo che decisioni come questa debbano essere spunto di dibattito in consiglio o in commissione competente. Crediamo che il territorio orvietano abbia già sopportato abbastanza il peso di anni di mala gestione del sistema rifiuti e raccolta differenziata della Regione Umbria. Tra l’altro si continuano a prendere decisioni sulla pelle dei cittadini senza avere coscienza di quello che in realtà si sta facendo. Infatti, la mozione della Lega Nord Umbria sull’utilizzo di un georadar per capire cosa realmente è stato depositato in discarica in anni di mancati controlli, seppur approvata in consiglio ormai da quasi un anno, non è mai stata attuata».

Italia Nostra Ma la comunità non sembra essere intenzionata a mollare la presa. In primis Italia Nostra, il cui presidente Lucio Riccetti non usa mezzi termini. «Oggi la Regione Umbria si trova nella impellente necessità di trovare un sito dove smaltire i rifiuti regionali in seguito alla chiusura di alcune discariche nel perugino e nell’area del Lago Trasimeno – dice – sia perché piene, sia perché sotto sequestro da parte della Magistratura per indagini in corso. Così, mentre i Sindaci del perugino e dell’area del Lago Trasimeno minacciano di non pagare più la tassa regionale sui rifiuti, l’attuale sindaco di Orvieto, che si definisce ‘ambientalista’, apre una via di fuga alla Regione, e forse anche al partito egemone, dichiarandosi favorevole alla sopraelevazione del secondo calanco. Chiediamo al sindaco Germani di comportarsi di conseguenza: si faccia forza di tale sentenza e del voto unanime espresso dal consiglio comunale e dica ‘No, grazie’, all’assessore Cecchini e alla presidente Marini, che vorrebbero scaricare, è proprio il caso di dirlo, tutto il problema umbro dei rifiuti nei calanchi orvietani. La discarica de Le Crete deve essere chiusa».

La discarica ‘Le crete’

I comitati A puntare sulla ridefinizione di un nuovo piano regionale dei rifiuti, prima di prendere qualsiasi decisione, è invece il comitato Save Orvieto che, spiega: «Prima di quel progetto regionale sulla gestione dei rifiuti non ci può essere alcuna ridefinizione del progetto di Sao Acea. Se questo accadesse prima sarebbe come dire che il nuovo piano regionale dei rifiuti – che troverebbe la luce in una fase successiva – possa essere disegnato tenendo presente il progetto dei privati. Sarebbe illegale. Oppure che il progetto di Acea-Sao venisse realizzato sapendo già quelli che sono gli obiettivi del piano Regionale e, anche in questo caso, significherebbe che un privato viene avvantaggiato dal pubblico che è come se dicesse: “guarda, noi stiamo per stabilire questo e quindi tu facci una proposta che è risolutiva delle nostre esigenze”. Il primo elemento dunque è: non può esistere nessun progetto Sao-Acea discutibile in consiglio comunale prima della definizione e pubblicazione del nuovo piano regionale dei rifiuti».

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