Aritmologia a Terni: eccellenza ‘cassata’

La struttura semplice scompare: servizio assorbito dalla cardiologia. Una perdita di autonomia nonostante i 600 mila euro di utili nel 2018

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Un’eccellenza che, chissà perché, si è deciso di ‘depotenziare’ nell’ambito della riforma organizzativa attuata dalla direzione dell’ospedale ‘Santa Maria’ di Terni. È quella della struttura semplice dipartimentale di aritmologia, oggi di fatto cancellata e ricondotta all’interno della struttura complessa di cardiologia diretta dal ‘facente funzione’ (dopo il pensionamento di Enrico Boschetti) Marcello Dominici.

Le vicissitudini

Compresa nel dipartimento cardio toraco vascolare coordinato dal dottor Fiore Ferilli, la struttura di aritmologia è stata diretta fino al giugno del 2016 dal dottor Giovanni Carreras, aritmologo di livello nazionale, di recente rientrato al ‘Santa Maria’ dopo un’esperienza professionale di oltre due anni a Roma e, pare, con motivazioni legate anche alla promessa da parte del dg Dal Maso di dirigere nuovamente l’aritmologia ternana. Quest’ultima è (era) una struttura di cardiologia interventistica con una propria autonomia ed un proprio centro di costo. ‘Acefala’ dopo la partenza del dottor Carreras, ha potuto contare – fino alla sua cancellazione – su pochi qualificati professionisti che hanno ‘retto la baracca’ portando a casa numeri di assoluto livello.

Produce ‘utili’

Negli anni l’aritmologia ha infatti registrato progressi costanti dal punto di vista operativo ma pure economico. Circa 500 le procedure eseguite nel corso del 2018, con il 30% di pazienti provenienti fuori regione. Numeri che, nei primi due mesi e mezzo del 2019, hanno evidenziato un incremento del 35% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, chiuso complessivamente con 3 milioni di ricavi a fronte di una spesa di 2,4 milioni di euro. Cioè un utile per l’azienda ‘Santa Maria’ di 600 mila euro. Non proprio spiccioli.

Cosa fa, i numeri

Nel concreto la ‘fu’ struttura di aritmologia- punto di riferimento universitario anche per la crescita di giovani studenti provenienti da atenei di tutta Italia – effettua attività relative ad impiantistica, pace maker, defibrillatori e defibrillatori sottocutanei con relativa sostituzione – è il centro in Umbria che esegue più interventi di questo tipo – e tutto il ‘comparto’ dell’elettrofisiologia che ha consentito, dal 2011 ad oggi, di non trasferire un solo paziente negli ospedali del nord Italia. Fra le pecularità, esclusive dell’aritmologia dell’ospedale di Terni, l’estrazione degli elettrocateteri a seguito di infezione o malfunzionanti e ablazioni ibride con la cardiochirurgia. I numeri parlano anche di circa 4 mila controlli pacemaker annui, 2.500 letture di Holter, un ambulatorio settimanale per controlli aritmologici ed uno mensile dedicato a controlli post-ablazioni. A ciò, per i professionisti che la compongono, si aggiungono anche le attività assistenziali quotidiane e notturne.

Conseguenze

Di fatto la ‘cancellazione’ della struttura comporta la perdita dell’autonomia gestionale che l’ha caratterizzata fino ad oggi, un radicale cambio nei punti di riferimento – dal dipartimento di cui faceva parte alla cardiologia da cui è stata assorbita – ma pure timori dal punto di vista delle risorse professionali che potranno continuare ad occuparsi di tutti gli ambiti dell’aritmologia, senza dimenticare che l’eventuale incremento dei carichi assistenziali – in assenza di una struttura – potrebbe condurre anche ad un aumento dei tempi di attesa per interventi ad alta specialità che l’aritmologia del ‘Santa Maria’ è in grado di offrire. Accanto a ciò anche il rischio, per l’ospedale, di perdere ulteriori professionalità, oltre ad introiti certi: una ‘retrocessione’, se vogliamo, a dispetto del giudizio del ‘campo’.

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