Castelluccio di Norcia: «Vittoria dell’unità»

All’arrivo sul Pian grande uomini e donne hanno la gioia negli occhi: «Per noi questo è vita, lavoro, futuro». Ed è festa grande

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di Elisa Marioni

È stata una giornata invernale a Castelluccio di Norcia. Temperature intorno ai 5 gradi, forte vento, cielo grigio e un po’ di pioggia. Il sole ha fatto capolino soltanto a mezzogiorno, quasi a illuminare il Pian grande durante l’arrivo dei trattori, al termine della loro ‘marcia’ per inaugurare la semina della lenticchia, simbolo della lenta rinascita del piccolo borgo distrutto dal sisma del 30 ottobre. Le lenticchie di Castelluccio – prodotte da una trentina di aziende agricole – sono famose in tutta Italia e non solo, come uno dei legumi più pregiati, ma in un momento come questo viene da chiedersi cosa rappresentino per gli agricoltori della zona. Uomini, ma anche donne, che hanno la gioia negli occhi. «La vita, il lavoro, il futuro». Stefano Pasqua, che lavora a Castelluccio da 36 anni, risponde con tre sole parole che dicono più di tanti discorsi.

IL TERREMOTO, LA STORIA 

Il ritrovo Intorno alle 8 di mattina, titolari e dipendenti di una trentina di aziende agricole si sono dati appuntamento al campo dei militari di Norcia, per cominciare il lungo percorso che li avrebbe portati alla piana. Per la prima volta attraverso la strada provinciale 477 e la galleria Forca Canapine, chiuse da quando il sisma le aveva gravemente danneggiate e oggetto di tante manifestazioni decise ma civili. Arrivati davanti alla galleria, i trattori sono potuti entrare cinque alla volta. Lì fuori, in coda, gli agricoltori sono scesi giù dai loro mezzi per parlare e scherzare come probabilmente non facevano da tempo. Per loro, questo era il grande giorno. Negli ultimi tempi, infatti, hanno temuto che la semina della lenticchia sarebbe saltata, portando con sé gravi conseguenze: un danno all’economia di tutta la Valnerina e una battuta d’arresto nel processo di ritorno alla normalità di Castelluccio di Norcia. «Se le cose non sono andate così – dice un uomo – è sì grazie alle istituzioni, ma soprattutto grazie a noi che ci siamo uniti come non era mai accaduto e abbiamo lottato insieme per quello che era un nostro diritto».

LE IMPRESSIONI ALL’ARRIVO – IL VIDEO

La ‘marcia’ Passata la galleria – rinforzata nei punti più a rischio – il viaggio dei trattori è durato più di due ore. Con qualche pausa, usata per issare sui mezzi le bandiere che erano state annunciate. «Quella dell’Europa, perché ci rappresenta tutti e le chiediamo di non dimenticarsi di noi – spiega un agricoltore – quella dell’Italia, perché è inevitabile e quella della Coldiretti, perché nelle trattative con le istituzioni è sempre stata al nostro fianco». Ma cosa si prova a tornare a Castelluccio passando per Forca Canapine dopo tanti mesi? «Arrivare a Castelluccio è sempre un’emozione, anche dopo 36 anni», dice Stefano. Ed è vero: l’emozione si percepisce.

LA FOTOGALLERY

La festa A vederli dalla piana, i trattori che scendono sembrano formiche. Poi, mano a mano che si avvicinano, cominciano ad assumere le loro vere dimensioni e quando sfilano nella strada di Castelluccio, quella che taglia in due la piana e che è bene impressa nella mente dei turisti – sembrano quasi trionfali, con le loro bandiere colorate. Si mettono in fila proprio sotto il bosco a forma di Italia in una coreografia che appare studiata nei dettagli. Ognuno al suo posto, senza esitazioni. Poi scendono, si lasciano fotografare e intervistare. È una festa. E come ogni festa che si rispetti c’è anche lo spumante, che un gruppo di agricoltori stappa per brinare. «È un nuovo inizio, è la rinascita di Castelluccio – dice Gianni Coccia, il portavoce dei coltivatori di lenticchie – un momento storico, arrivato anche grazie alle istituzioni, in cui ci riappropriamo finalmente della nostra terra».

PAROLA AGLI AGRICOLTORI: «SEMPRE UN’EMOZIONE», VIDEO

Speranze e aspettative «Mancano ancora le case, le istituzioni ci hanno abbandonato e con il gesto di oggi devono capire che non possono farlo ancora». C’è anche qualche voce fuori dal coro, ma se non fosse per queste, le polemiche non entrano all festa. Certo, l’inizio della semina è soltanto l’inizio: ora bisognerà pensare a rimettere in sesto la sp 477 – che durante questi mesi sarà aperta soltanto una volta la mattina e una volta la sera per permettere agli agricoltori di salire e scendere – possibilmente entro giugno, quando comincerà la fioritura che richiama migliaia di turisti ogni anno. Mancano ancora tante casette, mentre molte aziende non sono ancora ripartire. Insomma, non tutti i traguardi sono stati raggiunti ma l’ottimismo, all’ora di pranzo nella piana, è contagioso. «Ci saranno disagi, ci vorrà tanto tempo per tornare alla normalità, ma il primo passo era salvare la lenticchia – dicono col sorriso gli agricoltori – Essere qua per noi è tutto, ora siamo ottimisti»

NORCIA, PARTONO I MEZZI AGRICOLI – VIDEO

La semina, in realtà, comincerà nei prossimi giorni. Probabilmente già dopodomani. La terra è ancora troppo bagnata dalle piogge degli ultimi giorni per essere arata e, nonostante qualcuno abbia provato a farlo, il lavoro è stato rimandato. Ma ormai tutto è pronto: domenica l’Esercito ha portato a Castelluccio il necessario – il seme, gli aratri, i trattori a cigoli – e appena il tempo lo permetterà si inizierà. «Per seminare ci vorranno un paio di mesi – spiega Coccia – poi, dopo un po’ di riposo, tra la fine di luglio e la fine di agosto. Dopodiché il seme sarà mandato a Norcia come sempre per essere pulito, lavorato e impacchettato. Fino a quando sarà pronto per essere venduto, in Italia e in tutto il mondo».

La Coldiretti «L’arrivo dei trattori e degli altri mezzi agricoli- dicono dalla Federazione – scortati nell’altopiano, salva lo straordinario spettacolo della fioritura della lenticchia di Castelluccio atteso da 250mila turisti, ma anche una specialità divenuta il simbolo della riscossa delle aree terremotate. Una corsa contro il tempo per garantire la sopravvivenza di un prodotto simbolo delle aree terremotate che alimenta un importante indotto economico ed occupazionale e svolge un effetto traino per il turismo e l’intero settore agroalimentare».

Lenticchia «La lenticchia di Castelluccio – informano dalla Coldiretti – è un prodotto dell’agricoltura di montagna coltivato in maniera del tutto naturale a quota 1.400 metri secondo le prescrizioni del disciplinare di produzione approvato dall’Unione Europea. Viene seminata su una superficie di circa 525 ettari per una produzione che, a seconda delle stagioni si aggira attorno ai 3.700 quintali di prodotto. La Lenticchia di Castelluccio di Norcia IGP è confezionata in sacchetti di juta o plastica ed in contenitori di cartone, dal peso di 250 gr, ½ kg o 1 kg che riportano, in tutti e tre i casi il marchio comunitario IGP (Indicazione Geografica Protetta). Un aspetto da tenere in considerazione è infatti quello della difesa della lenticchia di Castelluccio di Norcia Igp dalle frodi che si sono allargate anche su internet.

 

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