Cento anni dell’Anmig, festa con i bersaglieri

Terni, nel 1917 fu fondata l’Associazione nazionale mutilati ed invalidi di guerra: la Fanfara dei bersaglieri di Viterbo in città. Pensiero per i terremotati del centro Italia

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Un evento per festeggiare il centenario dell’Anmig, l’Associazione nazionale mutilati ed invalidi di guerra, ma non solo. Perché il pensiero è andato anche a tutte le persone in difficoltà a causa del sisma che ha devastato il centro Italia nella scorsa estate 2016, Amatrice e Norcia su tutte: sabato mattina, nel centro di Terni, protagonista la Fanfara dei bersaglieri di Viterbo. Molti i curiosi, piccoli e grandi, che hanno seguito e applaudito le gesta del gruppo guidato da Maurizio Severini.

IL PASSAGGIO PER CORSO TACITO E PIAZZA DELLA REPUBBLICA. IL CAPO FANFARA: «VICINI ALLE POPOLAZIONI COLPITE DAL SISMA», VIDEO

Maurizio Severini (al centro), il capo fanfara

Il centenario Il capo fanfara dei bersaglieri (diciotto componenti a Terni), una volta attraversato corso Tacito ed essere giunto in piazza della Repubblica, ha ricordato la rilevanza della data odierna: «29 aprile 1917, fondazione a Milano dell’Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra. Non dico altro. Tantissimi giovani si sono portati fino alla morte l’invalidità, mano, piedi e occhi: la sezione di Terni ha voluto ricordare con solennità questo avvenimento e ossequiare chi non ha visto risorgere dalle fondamenta gettate all’epoca per vedere un’Italia unita». La sezione ternana aveva sede in piazza Tacito finchè la Società Terni per l’industria e l’elettricità – gennaio 1938 – donò un terreno seminativo in vocavolo Fiori, dove la Federazione combattenti e la sezione dell’Anmig costruì la ‘Casa del combattente’, sede attuale dell’associazione intitolata a Elia Rossi Passavanti. Nel corso degli anni sono state organizzate mostre, convegni, concorsi, concerti e visite culturali in collaborazione con diverse istituzioni.

LE IMMAGINI DEL PASSAGGIO IN CENTRO

La deposizione In piazza della Repubblica si è tenuta la parte principale del concerto, quindi al suono del ‘Canto degli Italiani’ – i bersaglieri hanno attraversato via del Plebiscito – sono stati raggiunti i giardini ‘Miselli’ di via Primo Maggio: qui si trova infatti la stele realizzata dal Polo di mantenimento delle armi leggere (ex fabbrica d’armi) in ricordo dei mutilati e degli invalidi di guerra d’Italia. La mattinata si è conclusa con la deposizione di una corona d’alloro.

Pensiero ai terremotati con il ‘Rudiano’ Tutto ciò non prima di aver dedicato dieci minuti alle popolazioni colpite dal sisma: «Siamo in Italia centrale, di recente martoriata – le parole del capo fanfara – da un’altra ‘guerra’. Quella dell’imprevisto: sabato scorso siamo stati ad Amatrice, a me ha colpito non vedere nemmeno un bambino. È la cosa più triste. Vogliamo onorare le popolazioni in difficoltà con un marcia, il ‘Rudiano’, fu creata dal maestro Splendori già nel 1976 in occasione del sisma del Friuli ed è composta da diverse fasi di percorrenza. Tre: la tristezza/dolore, la speranza e la gioia per la ricostruzione. Un abbraccio ideale a tutti i nostri concittadini che stanno soffrendo, li rispettiamo – ha concluso – con questa marcia silenziosa ma importante».

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