Coop-Superconti, Usb: «Basta discriminare»

Il sindacato autonomo – «Si continua con la disparità di trattamento» – denuncia il caso rappresentato dal contratto di solidarietà che sta per partire

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La denuncia viene da Luca Paolocci, della Federazione Usb di Viterbo e Cinzia Colagrande, della Federazione Usb di Terni: «Si continua con la disparità di trattamento tra dipendenti Coop e dipendenti Superconti, anche se di fatto si tratta della stessa azienda. E’ il momento dell’inventario e, a differenza dei dipendenti Coop,  i lavoratori di Ssuperconti sono stati costretti a farlo nella notte tra il 2 e il 3 gennaio, dopo la chiusura e prolungando l’orario di lavoro ben oltre il consentito dalle norme, mantenendo inalterati i turni lavorativi nei giorni precedente e successivo e, sembrerebbe, vedendosi negato il pagamento delle ore di lavoro straordinario (che saranno conteggiate solo a recupero)». Ma non ci sarebbe solo questo.

La ‘solidarietà’ Secondo Paolocci e Colagrande, «a conferma del fatto che i lavoratori di Superconti sono considerati di serie ‘B’, l’azienda contravviene sistematicamente a quanto previsto nel contratto decentrato, applicando di volta in volta i due contratti in tutte quelle parti in cui essi sono più favorevoli all’azienda stessa, quindi sfavorevoli ai dipendenti.
 Di una gravità inaudita è, infine, la questione riguardante il contratto di solidarietà, che verrà applicato ai primi di gennaio 2017 e che potrebbe durare a lungo, senza che i lavoratori ne abbiano avuto alcuna comunicazione, né ufficiale né ufficiosa, in nessuna delle fasi della procedura, senza che siano state fatte assemblee nei posti di lavoro e meno che mai si sia svolta una votazione, ma sostenuto dalle organizzazioni sindacali complici, perché firmatarie di un contratto a perdere ed oggi costrette a difenderlo, nonostante con ogni evidenza sia dannoso per i lavoratori e per la stessa organizzazione del lavoro».

I dettagli In pratica succederebbe che, a Perugia come a Terni, una parte dei lavoratori – «scelti con criteri discutibili e con il chiaro disegno di creare delle tensioni e divisioni tra di essi», dicono alla Usb – dovranno lavorare per dodici ore in meno al mese (l’80% di quanto perderanno sarà comunque reintegrato con fondi pubblici), mentre «altri ne saranno esentati – dicono  Paolocci e Colagrande – e potranno continuare persino a fare straordinari ‘per coprire i turni’». E continuare ad in cassare circa 250 euro di stipendio aggiuntivo.

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