Dà fuoco alla cella, paura a Terni

Domenica un detenuto extracomunitario in isolamento ha anche preso a pugni un assistente capo. La denuncia dei sindacati di categoria

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Domenica mattina a Terni, un detenuto extracomunitario ristretto nel reparto isolamento per motivi disciplinari (aveva già aggredito un poliziotto penitenziario), senza nessun motivo ha dato fuoco alla sua cella. Dopo aver dato l’allarme i poliziotti hanno provveduto a far uscire il detenuto che, però ha sferrato un pugno ad un assistente capo.

I disagi Questo ha provocato oltre che la destabilizzazione dell’ordine e sicurezza all’interno dell’istituto un grave trauma alla mano destra, con frattura 5 metacarpo dell’assistente capo e la rottura del setto nasale – lunedì mattina sarà operato al naso per lo spostamento dell’osso – e l’intervento di immediate cure mediche per intossicazione per i restanti poliziotti che, a seguito dell’intervento, hanno respirato le esalazioni dei fumi provocati dagli arredi della cella, materassi compresi.

Giovanni Cesareo

La sicurezza Tutto ciò, secondo Giovanni Cesareo delegato provinciale Osapp Terni, «si poteva evitare se il carcere di Terni non venisse considerato dal provvedimento regionale una sorta di area di sosta per i soggetti ‘ristretti’ più problematici. Se a questo si aggiunge che nei fine settimana i requisiti di sicurezza all’interno dell’istituto sono ridotti al minimo ecco che schiaffi pugni e intossicazioni fanno parte del nostro vivere quotidiano».

«Venga il provveditore» Anche il segretario regionale Uilpa Raffaele Tagliafierro interviene sui fatti di domenica mattina: «Non vogliamo ragionare per rabbia e dire parole forti solo perché è accaduto di nuovo, ma è davvero arrivato il momento di dire basta. È arrivato il momento che chi di dovere, si prenda le proprie responsabilità. Vogliamo che il provveditore si venga a rendere conto di persona della situazione che vive il personale di polizia penitenziaria, vogliamo che chi fa questo lavoro deve farlo con passione, chi ha il potere e il dovere di tutelare i poliziotti penitenziari lo faccia davvero, non solo a parole e il più delle volte nemmeno quelle. Basta, basta, basta. In uno stato civile, in una situazione normale, si da ascolto a chi chiede aiuto. Se così non è, anticipiamo sin da ora che siamo pronti a tutto e a qualsiasi tipo di protesta. Se è questo che ci vuole noi siamo pronti».

Fabrizio Bonino

Il Sappe Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe), aggiunge altri dettagli: «Tra ieri e oggi diversi eventi critici hanno caratterizzato la quotidianità del carcere di Terni, dove tra l’altro si è consumata l’ennesima aggressione da parte di un detenuto recidivo in fatti analoghi ai danni di personale di Polizia Penitenziaria. L’energumeno in questione, noto alle cronache per fatti analoghi ovunque è stato ristretto, ha aggredito quattro poliziotti, uno dei quali ha avuto il naso rotto. Una violenza assurda e ingiustificata, senza alcuna ragione, che ha determinato schiaffi, calci e pugni ai quattro poliziotti penitenziari, contusi e feriti. Questa è l’ennesima aggressione che si registra in un carcere dell’Umbria e dovrebbe fare seriamente riflettere sulla necessità di adottare opportuni provvedimenti per scongiurare ulteriori fatti violenti contro poliziotti penitenziari. E un altro detenuto ha dato fuoco alla cella, creando panico e tensione tra le sbarre».

Donato Capece Sappe

Il segretario nazionale Capece

Appello al ministro Il segretario generale del Sappe, Donato Capece, rincara la dose: «Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più. Lo diciamo da tempo, inascoltati: la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto, dall’aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, dalla mancanza di personale, dal mancato finanziamento per i servizi anti intrusione e anti scavalcamento. E la sfrontatezza di taluni detenuti, sempre più protagonisti di violenze contro i poliziotti penitenziari, è intollerabile ed andebbe punita con fermezza e decisione. Il Sappe sollecita dunque un intervento urgente delle istituzioni e del ministro della Giustizia Andrea Orlando. Il sistema delle carceri non regge più, è farraginoso. Sono state tolte, ovunque, le sentinelle della Polizia Penitenziaria sulle mura di cinta delle carceri, le telecamere ed i sistemi anti intrusione ed anti evasione spesso non funzionano, le aggressioni contro i poliziotti penitenziari sono all’ordine del giorno e questo è gravissimo. I vertici del Ministero della Giustizia devono assumere urgenti e concreti provvedimenti per fronteggiare questa grave emergenza».

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