Giustizia, tribunali ‘fermi’ per protesta

Da lunedì e per 5 giorni i penalisti si astengono dalle udienze per protesta contro la riforma del processo penale. «Processi più lunghi, a Perugia situazione critica»

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di E.M.

C’è uno strano silenzio, lunedì mattina, al tribunale di Perugia. E sarà così fino a venerdì. Le udienze previste da calendario, infatti, risultano sospese per la protesta contro la riforma del processo penale, indetta dall’Unione delle camere penali, che ha portato gli avvocati penalisti ad astenersi dalle udienze e da ogni altra attività giudiziaria per 5 giorni, dal 20 al 24 marzo. L’iniziativa, diffusa in tutta Italia, a Perugia sembra aver avuto piena adesione: i motivi sono stati illustrati alla stampa dal consiglio direttivo dell’unione di Perugia, con il presidente, l’avvocato Francesco Falcinelli e la vicepresidente, l’avvocato Laura Modena.

La protesta A indurre l’associazione dei penalisti alla proclamazione dello ‘sciopero’ è stata la scelta del governo di porre la fiducia sull’approvazione in aula del disegno di legge di riforma del processo penale, che introduce importanti novità tra cui la modifica del meccanismo della prescrizione, oltre che alcuni punti ritenuti critici dagli avvocati. «Sentiamo il bisogno di informare la gente su ciò che sta accadendo – ha spiegato l’avvocato Falcinelli – il governo ha ritenuto di mandare avanti il disegno di legge a colpi di fiducia e questo comprime inevitabilmente il dibattito parlamentare. Inaccettabile su una materia che imporrebbe invece la massima cautela». Ma la protesta non riguarda soltanto il metodo con cui la riforma diverrà legge: nel mirino dei penalisti c’è anche il merito. «Non ci sarà più giustizia – ha detto l’avvocato Modena – ma soltanto una giustizia più lenta, con tempi ulteriormente dilatati».

Il disegno di legge Mercoledì 15 marzo il Senato ha approvato con la fiducia il ddl ed ora il prossimo passo sarà l’approvazione in terza lettura alla Camera. Un iter che probabilmente porterà il progetto a diventare legge. Il governo, infatti, ha posto la fiducia e se Montecitorio non dovesse approvarla, l’esecutivo sarebbe costretto a dimettersi. Un’ipotesi davvero molto improbabile. «Noi non ci auguriamo ovviamente la crisi di governo – hanno detto gli avvocati – ma vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica».

Le criticità Il punto in assoluto più discusso riguarda la prescrizione, i cui termini saranno allungati per evitare che scatti troppo presto ma che, secondo gli avvocati, allungheranno a dismisura i tempi della giustizia. In particolare, ci saranno due periodi nei quali il decorso sarà sospeso: fra la sentenza di primo grado e quella di appello e fra quella di appello e di Cassazione, per un massimo di 18 mesi in entrambi i casi. «Il combinato disposto tra questa norma e l’aumento della pena per alcuni reati, come il furto in abitazione, la rapina e l’estorsione – ha spiegato l’avv. Falcinelli – determinerà l’ampiamento dei tempi di prescrizione e quindi della durata dei processi». I tempi di prescrizione, infatti, dipendono dalla pena: più è alta, più sono lunghi i tempi di prescrizione. L’altra forte criticità della riforma è, secondo gli avvocati, l’aumento dei casi nei quali verrà celebrato il ‘processo a distanza’: gli imputati detenuti non saranno più in aula, ma collegati in videoconferenza dal carcere. Un punto, questo, ritenuto dai penalisti «una grave lesione del diritto di difesa» perché, nonostante siano previsti colloqui riservati con gli avvocati, verrà meno la riservatezza e il contatto diretto tra imputato e legale.

Cosa accadrà «La riforma – spiega il consiglio direttivo dell’Unione delle camere penali – non fa che aggravare l’attuale situazione in cui le sentenze di appello arrivano in genere una decina d’anni dopo i fatti e così le pene, che perdono il loro ruolo rieducativo». I tempi saranno ancora più lunghi perché – secondo gli avvocati – un termine di prescrizione lungo porterà a rimandare le udienze pensando, banalmente, che «c’è tutto il tempo».

Critica la situazione a Perugia  Nel nostro distretto, secondo gli ultimi dati, la media di sentenze di prescrizione in appello è di circa il 40%. E non è migliore la situazione degli arretrati. A giugno 2016, infatti, i procedimenti pendenti in tribunale erano circa 11 mila per 10 soli giudici; in Corte d’Appello circa 3 mila per 6 giudici. «Il nostro tribunale – ha spiegato l’avv. Falcinelli – soffre di carenze organiche che ci differenziano in peggio dagli altri. Il numero di magistrati che copre la pianta organica non è in grado di far fronte alla mole di lavoro che la Procura produce e spesso non riescono ad andare in aula perché manca il personale amministrativo». L’iter della giustizia a Perugia, poi, sembra essere ancora più complesso per la mancanza di strutture idonee: «La costruzione dell’aula E non è stata sufficiente tanto che per un processo come ‘Quarto passo’ siamo dovuti tornare in aula Affreschi».

Il nuovo ‘sciopero’ Intanto, le proteste contro il nuovo sistema si annunciano lunghe e questi 5 giorni di astensione potrebbero non essere gli ultimi. Si parla già di un nuovo stop previsto, probabilmente, dal 10 al 14 aprile.

Il direttivo della Camera Penale di Terni

Terni La protesta viene condivisa in pieno anche dalla Camera penale di Terni che ha aderito – così come la stragrande maggioranza degli avvocati penalisti ternani – all’astensione proclamata contro la decisione del Governo di porre il voto di fiducia sul disegno di legge relativo al processo penale. «A fronte della modalità autoritaria ed antidemocratica con la quale si è intesi chiudere ogni possibile spazio di confronto ed ogni pur necessaria interlocuzione politica – spiegano dal consiglio direttivo della Camera penale di Terni – appare necessario adottare ogni opportuna iniziativa di contrasto. Né il processo, né i diritti dei cittadini possano essere merce di scambio di alcuna contesa di potere, e tanto meno ostaggio di conflitti di natura elettorale». Alla manifestazione del 23 marzo a Roma sarà presente anche la Camera penale di Terni con una delegazione.

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