Il giudice del lavoro ha deciso per il reintegro di una indossatrice nei ranghi della ‘Brunello Cucinelli Spa’ precedentemente licenziata per il presunto furto di un capo di abbigliamento, una giacca per la precisione.
Riconosciuta da un collega
La cosa strana che non si tratta di una giacca Cucinelli, ma di Ralph Lauren che l’azienda umbra aveva acquistato in una boutique di New York per una verifica sulle tendenze di mercato, improvvisamente sparita. Stando a quanto emerso nell’udienza, un dipendente avrebbe riconosciuto la giacca avvolta attorno alla vita della donna. Messa alle strette, la modella giurava che quella giacca era della figlia, che gliela aveva prestata. Ma i dirigenti non hanno voluto sentire ragioni e l’hanno licenziata.
Reintegro e risarcimento
Il giudice ha deciso però che il provvedimento fosse illegittimo in quanto non c’erano elementi sufficienti per supportare la prova di furto. E ha così imposto al re del cachemire di reintegrare la donna in azienda, corrispondendole fra l’altro 19mila euro a titolo di risarcimento. Per l’avvocato della donna si configurava addirittura ipotesi mobbing.