Marketing territoriale, Terni punta sul maiale

Alla rotonda di ingresso della città, provenendo dalla superstrada, un’installazione tutt’altro che avveniristica celebra il ‘Cantamaggio’

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di Marco Torricelli

Proviamo ad immaginare la scena: c’è un manager di una grande multinazionale – ma pure di una media, per carità – che arriva a Terni per una serie di incontri con quelli che, da qui, gli hanno fato una testa come un pallone parlandogli di una realtà protesta verso il futuro, di progetti innovativi e – insomma e per farla breve – di una città moderna.

Ecco, il manager sale in macchina e raggiunge Terni, esce dalla superstrada ad uno svincolo che si chiama ‘Terni Ovest’ e quello pensa: «Beh, dai, questa è una città con tanti svincoli. Deve essere come mi hanno detto». 

Poi si avvia lungo un vialone a quattro corsie e nella testa del manager l’idea si rafforza: «Bel viale, con tanto di salvagente centrale. Sì, qui stanno ‘avanti’».

Poi, però, superato un alto dosso, ecco la doccia fredda: nel campo visivo del manager entra quella che nell’immaginario collettivo ternano è diventata la rotonda di ‘Benvenuti in California’ e, fino a qui, a quello magari nella testa passa un pensiero: «Ma certo, questa è città dell’acciaio. Normale che lo si celebri».

Ma mano a mano che si avvicina alla rotonda, ecco che altre immagini lo colpiscono: un maiale e un asino, messi lì, come a pascolare.

«Aspetti, fermi per favore», scappa detto al manager. L’autista fatica un po’ a trovare il posto dove accostare e quello scende. Si avvicina e, sì, quelle due cose rappresentano proprio un maiale e un asino. E al tipo cominciano a venire dei dubbi: «Non è – chiede all’autista – che abbiamo sbagliato posto?». 

Quello, l’autista, che magari prima del manager in questione, a Terni ha portato già altra gente, è abituato a non replicare a tono e si limita ad un «no, guardi, siamo proprio nella città dove lei mi ha chiesto di andare».

Allora il manager si avvicina all’aiuola, guarda meglio e vede anche il cartello – ‘Cantamaggio ternano – Festa di primavera’ – affisso nell’erba.

A quel punto prende il telefono e chiama quelli che lo avevano invitato a fare una visita a Terni. 

Il seguito della storia è a piacere.

Ma le domande che ci si fanno sono queste: chi ha pensato a fare una roba del genere? E ancora: chi ha dato il permesso per il montaggio? E, di nuovo: siamo certi che sia il modo migliore per fare marketing territoriale?

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