Omicidio via Galvani: «Vita senza ombre»

Terni: parla Fausto Cerquetti, datore di lavoro di Demir Hyseni, il 49enne albanese ucciso a colpi di pistola martedì mattina

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«Un uomo buono, preciso e puntuale come pochi, senza ombre. Attento e premuroso con la sua famiglia. A sapere che ora non c’è più perché qualcuno lo ha ucciso, io che lo conoscevo da quindici anni, mi vengono i brividi. E non riesco a immaginare minimamente il perché, a farmene una ragione».

L’OMICIDIO DI VIA GALVANI

Il datore di lavoro A parlare è Fausto Cerquetti, datore di lavoro di Demir Hyseni, il 49enne – incensurato – ucciso a colpi di pistola martedì mattina in via Galvani, da un uomo – presumibilmente di nazionalità straniera – a cui i carabinieri del comando provinciale di Terni stanno dando la caccia.

SPARI E SANGUE IN CENTRO – LE IMMAGINI

«Preciso come pochi» Demir lavorava come carpentiere («ma sapeva fare un po’ di tutto», dice Fausto Cerquetti) presso l’impresa edile nata a Collestatte paese ma con sede e magazzino nella zona industriale della stazione di Stroncone. «Saranno circa quindici anni che lavora per noi – dice l’imprenditore – e in tutto questo tempo ho avuto modo di conoscerlo bene. Al mattino si presentava sempre puntuale e, tolti la segretaria e un altro operaio che sono con noi da quarant’anni, era una delle persone di cui mi fidavo di più. Per noi è un colpo durissimo».

OMICIDI A TERNI, UNA LUNGA SCIA DI SANGUE

«Senza ombre» Il 49enne lascia una moglie e due figli: «Aveva molto a cuore la sua famiglia, a volte chiedeva consigli se c’era qualche problema, ad esempio di salute. Non l’ho mai visto sprecare un euro, non giocava alle slot machine, di sicuro non era neppure dedito all’alcol. L’unica volta che in tutti questi anni lo ha visto alzare il gomito, è stato ad una cena fra colleghi, l’unica occasione in cui non aveva preso l’auto che, quella volta, portavo io».

Senza un perché «Se doveva assentarsi dal lavoro – prosegue Fausto Cerquetti – lo comunicava sempre con grande anticipo. Un uomo e un lavoratore attento anche a questi dettagli che fanno apprezzare le persone. La moglie lavorava saltuariamente come colf, donna di servizio. Certo, non navigava nell’oro. Ma ha sempre saputo condurre la sua famiglia con dignità e attenzione. Impossibile farsi un’idea di cosa possa essere successo e perché. Per noi resta una persona impagabile che sapeva stare con gli altri e di cui ci si poteva fidare ciecamente. Speriamo prendano presto il responsabile che ha distrutto la vita sua e di chi gli voleva bene».

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