Oncoematologia Terni: «Questi i numeri»

L’assessore Barberini replica a un’interrogazione di Squarta: «La richiesta di aumentare la dotazione da quattro a otto posti letto non è giustificata»

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«Nel 2010 i ricoveri certificati si sono verificati per dieci casi, nel 2014 sei e nel 2015 per cinque casi. Appare evidente che si tratta di numeri, anche quelli attesi, che evidenziano come la richiesta di aumentare la dotazione da quattro a otto posti letto non giustifica l’esigenza espressa». Parole dell’assessore regionale alla sanità Luca Barberini che, lunedì mattina, ha risposto al questione time dell’assemblea legislativa in merito alla situazione della struttura complessa di oncoematologia dell’ospedale ‘Santa Maria’ di Terni.

ONCOEMATOLOGIA: «ABBANDONO TOTALE»

Marco Squarta

La richiesta A chiedere lumi è stato il capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, Marco Squarta. «Deve – la richiesta a Barberini – intervenire presso la direzione generale dell’azienda ospedaliera per ottenere l’impegno a trasferire la struttura complessa di Oncoematologia non già al di fuori della struttura ospedaliera, ma all’interno della stessa, al piano terra, con spazi adeguati e una degenza dedicata che comprenda almeno 4 stanze e 8 posti letto. Il direttore generale dell’azienda (Maurizio Dal Maso, ndr), in una recente audizione al Comune di Terni, a proposito dell’oncoematologia, proposto di spostare i servizi fuori dalla struttura ospedaliera presso i locali dell’ex milizia, con disagi enormi per l’utenza. Esiste un atto di indirizzo approvato all’unanimità dai Comuni di Terni e Narni in cui chiedono l’impegno della Regione affinché questa struttura non venga trasferita all’esterno dell’ospedale. Vigileremo quindi attentamente affinché venga evitata questa ipotesi criticata anche da tutte le associazioni dei malati».

Il reparto di oncoematologia

Criticità e spazi Squarta ha inoltre ricorda che «con apposita delibera, votata all’unanimità, il sindaco di Terni si è impegnato ad intervenire nei confronti della direzione generale dell’azienda ospedaliera di Terni affinché vengano trovate soluzioni adeguate per la struttura complessa di oncoematologia, al fine di risolvere le criticità legate alla mancanza di idonei spazi per fornire il servizio e alla necessità di fornire risposte qualitativamente e quantitativamente adeguate agli standard nazionali. Impegno che è stato rimarcato, con analoga delibera, anche dal sindaco di Narni. L’oncoematologia di Terni è uno dei servizi di eccellenza del presidio ternano rappresentando anche un punto di riferimento per l’Italia centrale. In più occasioni è stata espressa alla direzione aziendale la necessità di assicurare una collocazione adeguata e di disporre dei posti letto necessari e di personale numericamente adeguato e non precario o finanziato con fondi derivanti da sperimentazioni e donazioni. L’attuale ubicazione – ha concluso – non consente di fornire risposte adeguate e dignitose all’utenza. Diversamente da quanto era stato previsto in sede di riorganizzazione dei servizi e dei reparti, secondo cui ogni piano dell’ospedale avrebbe avuto una destinazione omogenea con il trasferimento del servizio di oncoematologia al piano terra del Presidio ospedaliero».

Luca Barberini

Area differenziale Barberini ha replicato partendo da lontano: «La struttura complessa di oncoematologia è diretta dalla fine del 2008 dalla professoressa Anna Liberati. L’attività assistenziale che risulta dai report della direzione ospedaliera riguarda, per il 99%, pazienti trattati in regime ambulatoriale. La riorganizzazione assistenziale che l’azienda ospedaliera sta attuando prevede la creazione di un’area differenziale (intensità di cura) con l’area medica che sarà completamente concentrata al quinto piano dell’ospedale dove è prevista anche la degenza per pazienti oncologici e oncoematologici. Per fare questo al direttore della struttura complessa di oncoematologia verrà richiesto di predisporre in tempi rapidi protocolli clinici di ricovero da cui si potranno evincere i motivi per fare ricorso al ricovero ordinario, la tipologia del trattamento richiesto ed il setting assistenziale e programmatico».

Maurizio Dal Maso

Difficoltà Dal Maso-Liberati Barberini cita poi qualche problema comunicazionale tra il direttore generale e la responsabile della struttura: «La direzione dell’azienda ospedaliera ha chiesto inoltre di progettare una ristrutturazione che faciliti l’accoglienza dei pazienti oncoematiologici nella sede attuale, anche perché precedenti
piani di ristrutturazione non sono stati attuati nel corso degli anni. Rappresento infine le difficoltà tra la responsabile della struttura complessa in questione ed il direttore generale, con quest’ultimo che lamenta il fatto che la professoressa Liberati – ha concluso – non si è mai presentata alla discussione del budget e alle riunioni dipartimentali».

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