«In Umbria frodi per un milione e mezzo»

Allarme di Vincenzo Pepe (Fare Ambiente) sulle sofisticazioni alimentari: nel 2019 il triste primato è stato attribuito al ‘cuore verde’. Cifre impressionanti

Condividi questo articolo su

«La Regione più colpita dalle sofisticazioni alimentari è l’ Umbria e il prodotto più contraffatto è il vino»: a dirlo Vincenzo Pepe, presidente di FareAmbiente, movimento ecologista europeo, alla Camera dei Deputati in un incontro pubblico in cui c’erano rappresentanti di istituzioni, Nas, Guardia di Finanza e membri dell’ispettorato qualità repressione frodi, per la presentazione del Rapporto 2019 sulle frodi agroalimentari.

UNA SINTESI DEL RAPPORTO DI FAREAMBIENTE

Frodi agroalimentari e Agropirateria

Un dato molto interessante – si legge nella sintesi del rapporto – è quello relativo alle regioni maggiormente fraud food. Se nel 2018 la regione più illegale per l’agropirateria è stata l’Emilia Romagna (settore zootecnia e conserviero), nel 2019 il triste primato è stato attribuito all’Umbria (settore cerealicolo e oleario), per un controvalore commerciale di oltre un milione e mezzo di euro. Per frodi UE Illeciti erogazioni 2019 la Sicilia è la regione con più illeciti (3.150.700,34), nel 2018 invece è stata la Calabria (1.185.960,64); in meno di sei mesi si è quasi triplicato l’illecito
percepimento dei fondi.

Il business delle frodi

«Vi è un business – è stato specificato – molto forte dietro le frodi agroalimentari, che vanno contrastate fortemente per i rischi legati alla nostra salute e per i danni economici che queste creano al settore. Per entrambi i risvolti, va tutelato il brand del ‘Made in Italy’. Siamo magari molto attenti alla tracciabilità degli alimenti, quando ci troviamo al supermercato, lo siamo molto meno quando ci rechiamo al ristorante. Ecco, l’indicazione che emerge dal rapporto è che dovremmo essere più attenti e chiedere conto del cibo anche quando ci affidiamo alla ristorazione esterna».

Contraffazioni: dal fai da te alla criminalità

«Negli ultimi 10 anni il mercato illegale dell’agroalimentare si è modificato, ramificandosi in tutti i settori: dalla produzione delle materie prime alla trasformazione, fino ad arrivare alla distribuzione e al ciclo finale di smaltimento. I prodotti oggetto di maggiori illeciti provengono da vitivinicolo, zootecnico e conserviero, senza ovviamente dimenticare la ristorazione. Si stima che nell’Unione europea entrino ogni anno 121 miliardi di euro di merci falsificate e, con ben 3 milioni di euro al giorno, quello della contraffazione alimentare è diventato un vero e proprio business, non solo per la criminalità organizzata, ma anche per l’agrofurbo fai da te».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli