Estorsione, sequestrati 600mila euro a Perugia

Operazione della Guardia di Finanza ad un soggetto calabrese condannato nel 2014 per il reato di estorsione

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Oltre mezzo milione di euro – 600 mila per la precisione – sequestrato a un uomo calabrese condannato in via definitiva per estorsione e coinvolto anche nel traffico di stupefacenti. C’erano 3 appartamenti e 5 terreni, tutti in provincia di Perugia, un’automobile, conti correnti e quote societarie. Il tutto è stato affidato a un amministratore giudiziario.

Tre prestanome L’uomo, stabilmente residente a Perugia da 15 anni, al momento è in carcere. Il sequestro ai suoi danni è reso possibile dalla normativa e ha come obiettivo quello di aggredire le ricchezze illecitamente accumulate nel corso degli anni: prevede la confisca dei beni di cui il condannato non possa giustificare la provenienza e di cui, anche per interposta persona fisica o giuridica, risulti essere titolare o avere la disponibilità a qualsiasi titolo. La collaborazione fra Gico e militari della Guardia di Finanza ha consentito la ricostruzione storica ed attuale dell’ingente patrimonio riconducibile all’uomo, intestato anche a terze persone compiacenti, risultato del tutto ingiustificato rispetto sia alla capacità reddituale documentata sia all’attività lavorativa ‘ufficiale’ dell’uomo.

L’operazione, messa a segno dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Perugia, è stata presentata in Procura nella mattinata di giovedì. Il provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca è stato disposto nei giorni scorsi dalla sezione penale della Corte di Appello di Perugia. Le indagini sono state dirette e coordinate dalla Procura Generale, che ha delegato sia gli accertamenti patrimoniali, sia l’esecuzione del decreto di sequestro finalizzato alla confisca.

Due milioni in due anni Nel corso della conferenza è stato sottolineato come certi risultati vengano raggiunti anche grazie alla costituzione – nel 2016, su input del Procuratore Generale Cardella – dell’ufficio generale, coordinamento e organizzazione, a cui è affidato l’incarico di coadiuvare e supportare sia lo stesso Procuratore Generale nonché i diversi sostituti nell’ambito dei compiti loro demandati, tra cui – appunto – lo sviluppo delle procedure per l’applicazione della confisca allargata. Grazie a questo ufficio sono stati recuperati circa due milioni di euro.

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