Perugia: «Associazioni in crisi, vanno aiutate»

In tanti non riescono a pagare le spese. Bori, Pd: «Attivare baratto e amministrazione condivisa per non perdere una risorsa»

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Ci sono associazioni e associazioni. Dopo il clamore, suscitato lo scorso anno dal lungo elenco di associazioni e enti che godevano di condizioni più che favorite per l’utilizzo di locali comunali come sede, con tanto di anticipazioni di cassa da parte dell’amministrazione, era partita una revisione dei canoni e delle locazioni ed era stato redatto un nuovo regolamento che, al fine di garantire uno stesso trattamento per tutti, avrebbe dovuto portare a una maggiore equità nelle convenzioni e a non considerare palazzo dei Priori come

Spese e contributi Le modifiche, intervenute nel corso dell’ultimo anno, hanno però solo portato maggiori difficoltà per le tante realtà territoriali. «La stragrande maggioranza delle associazioni territoriali, culturali, sociali, sportive, studentesche e musicali stanno rappresentando al comune di Perugia la loro difficoltà, se non proprio impossibilità, nel sostenere le spese per l’affitto della propria sede che rischiano di dover abbandonare o per il pagamento dei tributi locali che gravano sui bilanci associativi» spiega Tommaso Bori che, assieme alle colleghe del Pd Sarah Bistocchi e Alezzandra vezzosi ha presentato un documento in comune affinché siano sviluppate, in collaborazione con le tante realtà territoriali, nuove forme di accordi per non far sparire tutte queste associazioni.

Gli interventi Si tratta del baratto amministrativo e l’amministrazione condivisa, strumenti che permetterebbero alle singole realtà di poter pagare le imposte comunale e il canone d’affitto senza gravare sulle casse del comune ma neanche sui propri bilanci. «Il baratto amministrativo, pratica ormai molto diffusa in tutta Italia ma non a Perugia, e l’amministrazione condivisa, per cui il Comune si è già dotato di un apposito regolamento che però non viene attuato dalla giunta – illustrano i tre consiglieri – prevedono che i cittadini, anche consorziati in una associazioni, possano scalare una parte o la totalità delle imposte comunali o del canone di locazione della propria sede svolgendo interventi di manutenzione ordinaria in concerto con gli uffici comunali ottenendo un duplice scopo, una riduzione delle imposte per i cittadini volenterosi e migliorie apportate ad edifici, parchi, marciapiedi e beni pubblici in generale. Inoltre per chi ancora non ha una sede propria – continuano i proponenti – vi è la possibilità di individuare immobili, aree verdi o spazi comuni da riqualificare e gestire come bene comune usufruendo di queste buone pratiche amministrative».

Una risorsa Nessuna novità, sia il baratto che l’amministrazione condivisa sono strumenti già esistenti e di cui l’amministrazione potrebbe fare buon uso anche, e non solo, per aiutare le tante realtà associative territoriali. «Incentivando ed istituzionalizzando il baratto amministrativo e l’amministrazione condivisa – proseguono ancora – il comune di Perugia e i suoi abitanti trarrebbero indubbi vantaggi garantendo pulizia e manutenzione di beni di proprietà pubblica e permettendo la sopravvivenza di quei corpi intermedi, rappresentati dalle associazioni di qualsivoglia genere, che fanno da argine all’atomizzazione della società, al rischio di degrado in centro o nelle periferie e alla creazione di quartieri dormitorio».

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