Perugia, associazioni: basta canoni di favore

Il Comune: «Convenzioni più brevi e affitti al passo coi prezzi in vigore». Scoppia l’ira del Pd: «La socialità non è politicizzata»

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L.P.

E alla fine il giro di vite sui canoni e gli affitti agevolati alle associazioni c’è stato. Lunedì pomeriggio, infatti, il consiglio ha approvato con 18 voti a favore, quelli della maggioranza; 7 contrari, il Partito democratico e i Socialisti riformisti, e l’astensione del Movimento 5 stelle, la proposta di modifica al regolamento per le assegnazioni di locali comunali alle associazioni.

La vicenda, sollevata dai consiglieri del gruppo misto Pittola e De Vincenzi, aveva visto schierarsi in prima linea anche la consigliera Rosetti del Movimento 5 stelle che aveva sollevato numerose questioni relative a canoni mai riscossi, bollette anticipate, convenzioni ultratrentennali a prezzi stracciati, come la Casa dell’Associazionismo che vede, al suo interno, circa una decina di realtà sociali pagare appena 200 euro l’anno. Così, nell’ottica di una maggiore trasparenza, si è provveduto ad ‘aggiornare il regolamento’, prevedendo che, in primis, «hanno precedenza nell’assegnazione, tra gli altri, le associazioni che operano nel campo del sociale e non hanno alcun scopo di lucro», dal momento che, ad esempio, alcune realtà associative in realtà erano anche veri e propri ristoranti.

Contratti Cambia la tipologia dei contratto, i locali saranno concessi con contratto di comodato o concessione in relazione alla natura giuridica del bene con durata non superiore a 3 anni e prorogabile su accordo delle parti. La durata massima del contratto sarà di 9 anni e, nel caso in cui l’associazione realizzi eventuali interventi di manutenzione straordinaria, i quali dovranno essere preventivamente autorizzati dall’Amministrazione. «L’attuale giunta – ha chiarito l’assessore Bertinelli – si è trovata ad ereditare, in diversi casi, alcuni contratti di lunga durata che, giuridicamente, non possono essere unilateralmente cancellati o revisionati». Tuttavia l’assessore ha ribadito che è ferma intenzione della giunta eliminare tutte le anomalie, per questo si sta lavorando al fine di concertare con le associazioni assegnatarie revisioni dei rapporti onde ricondurli alla disciplina in vigore.

Novità Cambia anche la composizione della commissione tecnica che propone alla giunta l’assegnazione. D’ora in avanti ne faranno parte i dirigenti di attività culturali, attività sportive e ricreative, servizi sociali, demanio e patrimonio. Obbligatorio anche l’aggiornamento del registro annuale dei locali destinati a sedi di associazioni, proprio perché, nel rimettere mano alla materia, gli uffici sono stati costretti a richiedere tutta la documentazione anche alle stesse associazioni, per alcune delle quali, talvolta, i documenti risultavano non aggiornati. «Non si conosceva l’elenco di tutti i beni del Comune – ha riferito l’assessore Bertinelli – chi fosse assegnatario degli stessi, quale attività venisse svolta dalle associazioni, né erano disponibili i relativi contratti».

L’osservatorio Verrà istituito anche un osservatorio comunale sulla gestione del patrimonio concesso alle associazioni e presieduto dall’assessore al bilancio, dall’assessore all’associazionismo, e da tre consiglieri comunali. Il nuovo strumento avrà compiti consultivi e di monitoraggio e rappresenta, secondo l’intenzione degli istanti, uno strumento utile per coordinare l’attività di giunta e consiglio comunale. Ogni anno, poi, entro il mese di marzo, le realtà sociali saranno obbligate ad inviare tutta una serie di documenti come rendiconti, relazioni, e variazioni dello statuto. Se il termine non sarà rispettato, dopo un sollecito, il contratto potrà essere revocato.

Affitti Infine, per aggiornare i prezzi degli affitti, l’importo degli oneri d’uso avverrà in riferimento anche «ai valori delle locazioni definiti dall’osservatorio del mercato immobiliare dell’agenzia del territorio e della camera di commercio. L’importo può essere ridotto se le associazioni svolgono attività integrative o sostitutive di servizi pubblici istituzionali». L’obiettivo della proposta, ha rimarcato la consigliera Pittola in sede di illustrazione, «è di raggiungere in materia la massima trasparenza, rispondendo alle esigenze delle tante associazioni che richiedono la possibilità di poter usufruire di immobili per lo svolgimento delle loro attività. L’auspicio ulteriore, infine, è che si possa procedere anche ad una revisione dei contratti “anomali” in essere, così da raggiungere la piena conformità degli stessi al regolamento».

Buco nero Quello delle assegnazioni, ha riferito durante il dibattito la consigliera Rosetti, è un problema che «non risiede tanto nel regolamento, quanto nel fatto che lo stesso è stato, in passato, costantemente bypassato, parcellizzando la gestione immobiliare tra vari settori del comune. Si è assistito, di conseguenza, ad un autentico impossessamento dei locali comunali, cancellando i principi della condivisione e della trasparenza. «La verità – continua il capogruppo M5S – è che in passato si è fatto del patrimonio pubblico un sistema di politica personale, penalizzando il sano associazionismo. L’attuale giunta aveva ogni possibilità di applicare attentamente il buon regolamento vigente dal 1996, ma ha preferito muoversi in modo diverso: non si è voluto, cioè, valorizzare l’associazionismo, ma si punta a piegarlo agli interessi dell’uno o dell’altro». La situazione in vigore, quindi, per la Rosetti appare chiara: non vi è alcuna differenziazione tra quelle associazioni che svolgono attività meritoria in favore della città e quelle associazioni forti, che spesso e volentieri hanno fine di lucro, queste vengono tutelate perché, evidentemente, sono utili.

L’ira del Pd Di segno opposto è, invece, la visione dell’opposizione in quota Pd e Socialisti riformisti, per cui il voto di lunedì esprime il totale disinteresse della maggioranza verso le periferie e una ormai inspiegabile ignoranza del tessuto sociale cittadino. «La visione distorta e marginale della nostra città porta oggi a demolire l’associazionismo perugino limitando a 9 anni l’utilizzo degli spazi – afferma il capogruppo Pd Mencaroni – escludendo quindi la possibilità e l’interesse, per chi usufruisce degli immobili, di investire nelle manutenzioni degli stessi».

Strumentalizzazioni Sarebbe veramente grave, secondo Mencaroni, togliere le strutture a quelle associazioni che operano da decenni nei territori e che in quei territori sono radicate. «Ancora una volta vengono disattese e ridicolizzate le obiezioni dell’opposizione che a questo riguardo non ha mai usato strumentalizzazioni, ma protetto e difeso una realtà che ben conosce, che vive, con la quale collabora. La socialità non è politicizzata ma è di molti, certo chi amministra la città in maniera elitaria stenta a comprendere l’importanza dei ruoli che rivestono le associazioni».

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