Perugia: «Associazioni di serie A e di serie B»

Il nuovo regolamento sulla cessione degli spazi alle associazioni inizia a mietere le prime vittime fuori dal centro storico. Dopo 16 anni il circolo Island rischia lo sfratto

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di L.P.

Ci sono associazioni e associazioni. Mentre per più di un anno sono proseguiti i lavori portati avanti dagli uffici dell’assessorato al patrimonio guidato da Cristina Bertinelli per completare un elenco esaustivo degli immobili comunali concessi in usufrutto o dietro pagamento di un compenso alle associazioni, finisce che alla fine a rimetterci sono sempre gli stessi.

Il circolo Island

Il circolo Island

Circolo Island Se alla Casa dell’Associazionismo rimane tutto com’è, fuori dal centro storico le associazioni che da anni lavorano sul territorio ricevono un trattamento diverso. E’ il caso del circolo Island di Madonna Alta, affiliato Arci che raccoglie nei suoi spazi tantissime realtà e che è attivo da più di 16 anni con attività culturali, ricreative, dando spazio a progetti promossi per favorire l’inclusione, a collettivi politici, ad associazioni di tutela del territorio e dell’ambiente. Eppure per loro il ‘nuovo’ regolamento è entrato in vigore e dopo 16 anni ora rischiano di essere sfrattati.

La rete Tra le associazioni che da anni trovano nel circolo Island un punto di riferimento c’è Antigone, che si batte per i diritti dei detenuti, il circolo Primo maggio, il comitato acqua pubblica, la Palestra popolare, il gruppo Perugia non si vende, la Rete degli studenti medi, la comunità Hiphop, Save youth action group, il laboratorio di fotografia Cuartonigro photolab e Terra fuori mercato, un comitato di produttori che ogni giovedì organizza un piccolo mercatino, poi ci sono attività culturali varie come concerti, cineforum e presentazioni di libri.

L'interno del circolo

L’interno del circolo

Petizione Per salvare il circolo è partita anche una raccolta firme sulla piattaforma change.org dal titolo ‘Non si cancellano 16 anni in 15 giorni’. «Nel 2011 la nostra convenzione è scaduta – spiega Federica De Santis – e abbiamo iniziato una trattativa con l’amministrazione che, nel tempo, ci aveva dato comunque la speranza che saremmo potuti rimanere negli spazi che abbiamo sempre gestito con cura e passione. A spese nostre, infatti, ci siamo occupati degli adeguamenti elettrici e dell’insonorizzazione del locale. Erano accordi verbali più che scritti ma il senso era che noi ci occupavamo di garantire la manutenzione degli spazi e il comune ci lasciava, a titolo gratuito, la completa gestione del circolo».

Le trattative, negli ultimi cinque anni, sono proseguite fino a un accordo, raggiunto poco tempo fa. Gli attivisti si sarebbero occupati della manutenzione non solo della struttura ma anche del parco, quello tra il Chico Mendez e la Coop di via Cortonese, in cambio avrebbero potuto mantenere a titolo gratuito l’occupazione degli spazi interni. «Il comune si sarebbe solo dovuto occupare delle infiltrazioni di acqua provenienti dal piano di sopra, dove c’è la scuola – prosegue Federica – e noi in cambio avremmo gestito la pulizia del verde pubblico dell’area, piuttosto degradata. Poi, all’improvviso, la settimana scorsa, ci è arrivata una lettera da parte dell’amministrazione con cui ci invitano a lasciare i locali entro 15 giorni per inadeguatezza e degrado dei paramenti».

Un'assemblea al circolo Island

Un’assemblea al circolo Island

L’assemblea Mercoledì sera, il locale, si è riempito di attivisti, sostenitori e semplici cittadini che negli anni, anche solo di tanto in tanto, hanno frequentato le attività dell’associazione, in una sorta di assemblea per cercare di salvare dalla chiusura il circolo Island. «Chiudere il circolo significa far scomparire tantissime altre realtà che ruotano attorno a questo laboratorio di idee – spiega ancora Federica – chiediamo di continuare la trattativa in attesa del rinnovo della convenzione col comune».

Il regolamento Mentre altre associazioni continuano a veder garantiti privilegi ventennali la sensazione è che il nuovo regolamento, adottato la scorsa estate, vada contro le associazioni culturali più marginali. «L’amministrazione attuale non conosceva le nostre attività – chiarisce Federica – per questo abbiamo presentato al sindaco Romizi un dossier su quanto abbiamo fatto negli anni e, a parole, è stata riconosciuta l’importanza del nostro lavoro. Solo a parole, perché poi di fatto la lettera ci intima lo sgombero. Notiamo una certa disparità di trattamento tra le associazioni, la nostra sensazione è che noi siamo considerati di serie B, diciamo».

‘Vogliamo risposte’«Abbiamo chiesto aiuto anche all’Arci, perché siamo affiliati e ci hanno detto che garantiranno un sostegno dal punto di vista legale, ma non mi sembra si siano spesi più di tanto per difendere il nostro operato. Allora qui c’è una sorta di discriminazione da un punto di vista culturale. Ma chi decide che cosa è cultura e cosa non lo è? Chi decide che le nostre attività sono meno importanti e meno socialmente e culturalmente rilevanti di altre portate avanti da altre realtà? Dal comune ci attendiamo risposte, perché se fino ad ora proseguivano le trattative per trovare un accordo ora è stato tutto ?»

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