Perugia, caso mense: «Continui rinvii»

L’Associazione genitori e comitati mensa: «A quasi un anno dal nuovo servizio restano più domande che risposte e nessuna garanzia»

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dell’Associazione genitori e comitati mensa

In questo mese di aprile, vanificando gran parte dell’impegno dei genitori, il Comune di Perugia ha rinviato per due volte il Tavolo paritetico sulla refezione scolastica. L’ultima comunicazione specifica ‘a data da destinarsi’. Una ulteriore conferma, dopo la sospensione dei controlli nella settimana dall’11 al 15 aprile, della superficialità con cui l’amministrazione sta gestendo questo delicato servizio. Nessuna spiegazione se non vaghe ‘questioni organizzative’.

Sebbene il Tavolo paritetico sia stato, sin qui, uno strumento insufficiente alla buona gestione del servizio, gli incontri che si sono susseguiti hanno permesso ai genitori di apportare numerosi miglioramenti: grazie a un gruppo di lavoro dei Comitati mensa, composto da genitori qualificati, esperti del settore come nutrizionisti e cuochi, il menù estivo è migliorato sia in qualità sia nell’essere a misura di bambini.

La stessa Asl ne ha riconosciuto il valore, sottolineando che il punteggio di mediterraneità, che valuta la qualità dei menù, è aumentato di 5 punti e lo ha validato. Sempre i genitori hanno chiesto che le insegnanti fossero messe in grado di monitorare la gradibilità del pasto tramite apposite schede e che componenti della scuola partecipassero al Tavolo paritetico. In tale sede abbiamo portato le nostre osservazioni sull’acqua che viene somministrata ai bambini, in alcune scuole con forte presenza di nitrati, chiesto la partecipazione di Umbria Acque, constatando come nessuno abbia voluto prendersi la responsabilità di dire che non c’erano problemi.

I genitori hanno portato in sede di Tavolo paritetico anche la richiesta di eliminazione della plastica da tutti i refettori della città, senza tuttavia ricevere alcuna risposta o impegno formale ad affrontare seriamente la questione.
Oggi restano sul tavolo numerose questioni che, alla vigilia della scadenza dell’appalto il cui rinnovo non deve darsi per scontato, non possono essere eluse semplicemente rimandando le già scarse sedi di confronto istituzionale. In questo Tavolo avremmo chiesto conto delle scelte relative all’acqua: l’amministrazione provvederà a fornire acqua laddove, secondo un principio di precauzione, si ravvisi la necessità? Si impegna a mettere punti acqua nei refettori per evitare, laddove i bambini possono bere acqua del rubinetto, che essi siano costretti a bere in bagno o a non bere quando le cucine sono chiuse?

Avremmo chiesto quale piano l’amministrazione ha formulato per l’eliminazione della plastica. Avremmo chiesto di visionare i costi dell’appalto, come già in altre sedi richiesto e di avere una valutazione del servizio. Avremmo chiesto cosa ne è stato delle promesse del gestore di fornire supporto alla didattica e cosa ne è stato delle sanzioni che potevano essere erogate in seguito a non conformità rilevate. Ultima cosa, ma non meno importante, anzi: avremmo chiesto di conoscere quali sono i fondi che l’amministrazione intende destinare alle scuole dell’infanzia per la didattica e l’inclusione.

Dobbiamo oggi constatare che i timori di un anno fa erano più che giustificati. A quasi un anno dal nuovo servizio restano più domande che risposte e soprattutto nessuna garanzia e nessun riconoscimento formale del ruolo dei genitori che oggi, grazie alle loro richieste, svolgono un costante ruolo di monitoraggio e denuncia, senza il quale il servizio sarebbe in condizioni ben peggiori.

E’ tempo che tutta la città rifletta su cosa significa gestire un servizio così delicato in questo modo, è tempo che la cittadinanza, genitori e non, prenda parola e chieda, non solo attraverso i Comitati mensa, ma in prima persona, conto della qualità delle scelte fatte in materia di refezione scolastica e più in generale di servizi socio educativi.

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