Tassa rifiuti, a Perugia arriva la stangata

Extracosti in parte scaricati in bolletta: aumenti dai 15 ai 60 euro per le famiglie e fino a 243 per le aziende

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E alla fine la stangata è arrivata. Dopo che lo scorso anno il vice sindaco Barelli si auto incensato per aver diminuito la tariffa rifiuti del 10% ecco che quest’anno, invece, gli utenti, si troveranno a dover tirare fuori quei soldi che pensavano di aver risparmiato.

Bollette più salate di almeno il 10%, dopo che la seconda commissione consiliare, venerdì, ha ‘ratificato’ il piano finanziario elaborato dai sindaci dell’Auri lo scorso 9 febbraio e sulla base del quale sono stati determinati i costi per garantire la copertura integrale del servizio. La battaglia sugli extracosti si è conclusa senza vincitori né vinti, ma i cittadini pagheranno comunque, anche se solo in parte, le maggiori spese sostenute per il blocco degli impianti di Borgogiglione e Pietramelina, circostanza che, in un primo momento, era stata esclusa dallo stesso Barelli.

Gli aumenti che, per par condicio, interesseranno tutti i comuni del Perugino e del Trasimeno dell’ex ATI2, sono stati parzialmente compensati, per quanto concerne il Perugia con i risparmi di spesa del nuovo progetto di raccolta differenziata che verrà attuato nei prossimi mesi nella zona urbana della città mentre una parte dell’aumento, è stato spiegato, è dipeso dalla necessità di incrementare il Fondo per i crediti di dubbia esigibilità, obbligatorio per garantire le morosità, che passa dagli oltre tre milioni e 340 mila del 2017 ai 4 milioni e 450 mila del 2018.

I dettagli Nell’ambito degli importi da coprire con la tariffa trovano spazio anche quelli non di competenza del gestore ossia: ecotassa (139mila euro circa), contributo arpa (27mila circa), disagio ambientale (183mila circa), incentivi per la raccolta differenziata (65mila), oltre al tributo provinciale che è stato confermato dalla Provincia di Perugia nella misura del 5%. Il costo complessivo dei servizi relativo al 2018 compresa iva, escluso il tributo provinciale e sottratto il contributo del Miur (125mila euro) per la gestione rifiuti delle scuole, è di 45milioni 590mila di cui oltre 31 milioni è per costi fissi (69,70%) ed oltre 13milioni costi variabili (30,30%).

Utenze domestiche In casa la spesa sarà calibrata sulla grandezza dell’abitazione espressa in metri quadrati e in base al numero di componenti del nucleo familiare per la parte fissa, più la quota variabile. Si va da 1,76 euro a metro quadrato per un nucleo composto di una sola persona, a cui si aggiungono 28,45 euro per la parte variabile, ai 2,25 euro a metro per una famiglia di quattro persone più 140,26 euro per la parte variabile.

Bar ristoranti e uffici Costi più alti anche per le utenze non domestiche, con alberghi che pagheranno 9,08 euro a metro quadrato, 15,24 euro per gli ospedali, 12,07 per uffici, agenzie e studi professionali fino a 16,29 euro per bar, ristoranti e pizzerie e oltre 23 euro a metro quadrato per i banchi dei mercati con prodotti alimentari. Previste riduzioni e agevolazioni per le percentuali di rifiuti autonomamente avviate al riciclo da parte delle utenze non domestiche, ma solo se si supera la soglia del 50% della produzione totale di rifiuti, mentre le uniche riduzioni sembrano essere destinate solo a musei, biblioteche e luoghi di culto.

Disagio ambientale Riduzione della tariffa anche per quei cittadini che si trovano ad abitare nelle vicinanze degli impianti di Ponte Rio, Pietramelina e Borgogiglione. Chi rientra nella fascia rossa e abita vicino Ponte Rio non dovrà pagare nulla, mentre per i cittadini che vivono vicino a Pietramelina e Borgogiglione ci sarà una riduzione del 20% della tariffa. Nella fascia arancione 50% di sconto a Ponte Rio e 10% di sconto per chi abita vicino alle altre due discariche.

Conto pesante I dirigenti presenti hanno chiarito che il pef, approvato da Auri, è stato caratterizzato da alcuni specifici elementi. Tra questi incide particolarmente il conguaglio 2017, pari a 1,3 milioni, condizionato pesantemente dall’aliquota fissata da Auri in relazione al trattamento di parte dei rifiuti in impianti ubicati fuori regione. Gli elementi riguardanti il 2018 che pesano sul costo del servizio sono: i prezzi riconosciuti da Auri per il conferimento presso gli impianti di fuori regione (fino al 30 giugno); l’attivazione della raccolta domiciliare nella città compatta (40mila persone).

Pietramelina In merito agli impianti, gli uffici segnalano che Pietramelina, ove viene conferito l’organico, ha riaperto ormai dal mese di dicembre dopo una importante ristrutturazione; ad oggi lì viene conferita una frazione organica di ottima qualità con percentuale compostabile proveniente dal centro storico che si attesta sul 96% mentre nel resto della città la quota non compostabile varia dal 4% all’11%. In relazione ai fabbisogni standard, risulta che il piano economico e finanziario in discussione risulta essere al di sotto di quello che sarebbe stato secondo la valutazione dei fabbisogni standard come indicati da Mef e Ifel. Dunque appare compatibile con la media dei costi nazionali.

Stangata Gli aumenti, comunque, andranno dai 15 ai 60 euro per le famiglie, mentre per le imprese potranno raggiungere anche i 243 euro. «L’unica categoria a beneficiare di una riduzione è quella che ricomprende gli enti di culto – denuncia la consigliera Cristina Rosetti del Movimento 5 stelle – mentre almeno 5 categorie continuano a pagare oltre il massimo consentito dai coefficienti nazionali. La tassa rifiuti il cui calcolo è in gran parte basato sui metri quadri dell’immobile occupato è iniqua e nasconde costi occulti e inefficienze mentre è stata bocciata l’ennesima proposta del M5S per passare alla tariffa corrispettiva del servizio che consentirebbe alle imprese anche di scaricare l’Iva e alla tariffa puntuale con cui chiediamo da anni di sostituire la tassa presuntiva dei metri quadri, iniqua, con l’effettiva produzione di rifiuti indifferenziati».

Il M5S «Questo è il modo in cui la destra di palazzo dei Priori insieme ai civici e ambientalisti di Barelli aiuta imprese e cittadini – rincara la dose la Rosetti – e, anche i cittadini che vivono vicino agli impianti di Pietramelina e Borgo Giglione si vedranno gli sconti legati all’indennità di disagio ambientale ampiamente ridotti, perché, dice la giunta Romizi, gli impianti sono stati fermi e lo sono tuttora.Quindi, sconti limitati al massimo del 20 per cento della tassa dovuta. L’assessore Barelli non ha ritenuto di presentarsi in commissione. E, sul piano impiantistico, invece di fare proposte in linea con la strategia rifiuti zero e cercare le migliori tecnologie sia per la selezione dei materiali che per il trattamento del secco residuo, Barelli sponsorizza il CSS, che peraltro non sarà in grado di incidere in maniera significativa sui conferimenti in discarica. Sugli impianti di riciclo e selezione tace. E’ evidente che la buona amministrazione non sia proprio alla sua portata».  

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