Terni, appalto pulizie: «Verificare regolarità»

I sindacati scrivono al Comune evidenziando le presunte incongruenze con il Codice degli appalti e le tabelle Anac: «Fare chiarezza»

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Che fosse indigesto – in primis ai lavoratori e al pari del precedente – per il taglio delle ore e quindi di servizi e compensi, diretta conseguenza del criterio del massimo ribasso, era cosa nota. Ora però le presunte ‘lacune’ dell’appalto per la pulizia delle strutture del Comune di Terni vengono messe nero su bianco dai sindacati che in questi giorni stanno inviando a palazzo Spada missive nelle quali esprimono, motivandola, tutta la propria contrarietà ai criteri di aggiudicazione adottati dall’ente.

APPALTI PULIZIE, M5S: «UNA PRESA IN GIRO»

Le ‘fonti’ su cui le sigle – Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil – basano i propri ragionamenti, destinati ad accendere il dibattito attorno alla questione, sono il Codice degli appalti e gli atti – delibere e tabelle – dell’Autorità nazionale anti corruzione (Anac).

Semestrale e ‘sotto soglia’ Fra le ‘doglianze’ evidenziate dai sindacati, il fatto che l’appalto abbia durata semestrale e – soprattutto – un valore stimato inferiore ai 209 mila euro: soglia di rilevanza comunitaria prevista dal Codice, per gli appalti pubblici di forniture e di servizi. Quello affidato alla Punto Services (giugno-dicembre 2017) aveva un valore stimato di 200 mila euro, mentre l’ultimo (Magika Service, gennaio-giugno 2018) ammontava a 202 mila euro. Oltre i 209 mila euro, osservano le sigle, si deve procedere ad una gara con selezione dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Se l’appalto, legato a servizi che per loro natura hanno una continuità, fosse stato ad esempio annuale, avrebbe superato di gran lunga la soglia comunitaria, escludendo di fatto la possibilità di applicare il contestato criterio del massimo ribasso.

Nessuna ‘soglia di anomalia’ Sempre secondo i sindacati, e qui entra in ballo l’articolo 97 del Codice degli appalti, il Comune, applicando il massimo ribasso, non avrebbe tenuto conto della ‘soglia di anomalia’ determinata. Un limite calcolabile in base a diversi parametri, che porta ad escludere automaticamente le offerte ‘anormalmente basse’. Da qui la richiesta di spiegazioni di Cgil, Cisl e Uil, sul perché la soglia non sia stata calcolata né applicata, evitando così qualsiasi esclusione automatica in sede di gara.

‘Alta densità’ di manodopera Ulteriore motivo per cui, secondo i sindacati, si sarebbe dovuto applicare il criterio dell’offerta ‘economicamente più vantaggiosa’ (in genere il miglior rapporto qualità/prezzo) – e non il massimo ribasso – sta in quanto indicato dal comma 3 dell’articolo 95 del Codice che impone la prima modalità ai contratti ‘sopra soglia’ relativi ai «servizi ad alta densità di manodopera». E l’appalto per le pulizia rientrerebbe in tale categoria, essendo il ‘peso’ del lavoro pari all’80% del volume complessivo dei servizi previsti.

Le tabelle Anac Infine si contesta il mancato inserimento, nel bando, dei valori di riferimento contenuti nelle tabelle ‘capitolato – frequenze – rese’ emanate dall’Anac e relative anche ai servizi di pulizia. Dal confronto fra queste e la realtà applicata a Terni, emergerebbe – per le sigle – una evidente differenza fra ciò che viene chiesto ai lavoratori di fare, in un arco temporale ad esempio di un’ora, e quanto previsto dalle tabelle.

I sindacati Di carne al fuoco ce n’è parecchia, insomma. Come affermano i rappresentanti dei tre sindacati. Massimiliano Ferrante (Uiltucs Uil) spiega che «attraverso la lettera al Comune, che come sindacato invieremo giovedì, intendiamo chiedere controlli sull’applicazione della legge sugli appalti e delle tabelle di congruità Anac. Compito dell’ente è verificare se tali indicazioni siano state rispettate». Allo stesso modo Sergio Sabatini (Fisascat Cisl) spiega che «la verifica dell’applicazione delle tabelle da parte del Comune è necessaria per comprendere se l’assegnazione dell’appalto sia congrua o meno». Matteo Lattanzi (Filcams Cgil): «Si tratta di una situazione assurda e fuori da ogni logica – afferma – come il fatto che il Comune abbia affidato l’appalto pensando che un lavoratore, in un’ora, possa pulire un’area vasta quanto due campi di calcio. Abbiamo chiesto all’amministrazione di dimostrare l’avvenuta esclusione delle offerte anormalmente basse, come indicato  nel Codice degli appalti. Avevamo chiesto garanzie per i lavoratori e, nonostante il Codice preveda ciò anche per gli appalti al massimo ribasso, non ci risulta siano stati predisposti elementi in tal senso nel bando di gara. In ogni caso c’è da chiedersi perché l’appalto abbia una durata di sei mesi, quando i servizi hanno una continuità che va ben oltre questo arco temporale. Ci aspettimo che venga chiarita l’intera vicenda».

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