Terni, brutto Natale: l’ospedale replica

Terni, lettera di una cittadina che racconta quanto vissuto con la madre. Il commissario Casciari: «Afflusso di pazienti record sotto le feste ma le assunzioni le abbiamo sbloccate»

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di S.C.
lettera firmata

Vi scrivo per esporre quale trattamento riserva l’ospedale ‘Santa Maria’ di Terni a noi cittadini, nonché pazienti. Ora non voglio dire che tutto il sistema operativo all’interno del nosocomio sia uguale, però come cittadina pagante tasse, pagando anche per l’assistenza sanitaria racconto la mia esperienza.

Purtroppo la sera della vigilia di Natale mia madre è caduta in casa e avendo molto dolore, abbiamo chiamato il 118 che successivamente l’ha trasportata al pronto soccorso. Lì è sottoposta ad accertamenti ed è stata riscontrata una lesione coccigea.

Essendo mia madre ‘diversamente giovane’, una arzilla 92enne con qualche problema cronico, ci è stato proposto il ricovero ma solo con posti letto disponibili in corsia. Al nostro diniego assoluto, vista anche l’età, ci è stato risposto che in corsia ci sono tanti novantenni per la carenza di posti letto. A quel punto inizio a protestare e a dire che non è possibile, minacciando di chiamare i carabinieri.

A quel punto magicamente ‘appare’ un posto letto al reparto medicina d’urgenza. Ecco, mi soffermerei su questo reparto: due giorni – il 25 e il 26 dicembre, Natale e Santo Stefano, ma ci si ammala anche quando è festa – con mia madre lasciata lì senza alcun medico che venisse a visitarla. Eppure era dolorante e fratturata.

Il giorno di Natale ho chiesto che le venisse dato un calmante e il personale, innervosito dal troppo lavoro, seguirà la mia richiesta ma molto più tardi. Poi, lo stesso giorno, ho chiesto anche la visita del medico di guardia – uno solo per gestire quasi tutti i reparti – che con la dovuta calma è giunto e, senza neanche visitarla sommariamente, ci ha chiesto di aspettare. Mia madre a quel punto ha iniziato ad innervosirsi.

Il 26, Santo Stefano, è trascorso sempre senza medici, perché non c’era sufficiente personale. Ho chiesto nuovamente l’intervento del medico di guardia per le dimissioni volontarie ma non si è presentato nessuno. Dopo una notte da incubo, il 27 dicembre è arrivato il primo medico che, di fronte alle mie lamentele, mi ha risposto alquanto scortesemente. Poi è diventato più disponibile, disponendo infine il trasferimento di mia madre in geriatria. Qui tutta un’altra storia: gentilissimi, competenti e disponibili. Ci che dico è semplice: manca il personale? Assumete. Mancano medici? Bandite concorsi. Siamo stanchi di essere trattati così. Dignità e diritti devono essere tutelati.

Alla lettera della signora fa seguito la replica del commissario straordinario dell’azienda ospedaliera di Terni, Andrea Casciari.

Siamo spiacenti – scrive Casciari – per l’esperienza riferita dalla signora S.C. alla redazione di umbriaOn. Durante queste festività natalizie abbiamo avuto un iper afflusso di pazienti dal pronto soccorso che ha registrato anche 150 accessi giornalieri e un numero straordinario di ricoveri, in una situazione di generale affanno e sovraccarico, determinata anche dall’epidemia influenzale. Al di là della specifica contingenza, va riconosciuto che tutto il personale sta lavorando da tempo in condizioni molto difficili perché, come è noto, l’ospedale è sotto organico. Ma in questi due mesi, subito dopo lo sblocco regionale dei concorsi, abbiamo avviato le procedure per il reclutamento progressivo del personale medico, infermieristico e delle varie professioni sanitarie tramite avvisi, concorsi e scorrimento graduatorie. Alcuni operatori sono già entrati o stanno entrando in servizio e ci hanno consentito di riattivare anche alcuni posti letto; altre procedure avviate richiederanno del tempo (i tempi tecnici previsti per legge) ma entro alcuni mesi certamente si potrà tornare a lavorare in condizioni di normalità garantendo la massima qualità dell’attività assistenziale. Con l’occasione a nome di tutta la direzione, ringrazio tutto il personale che ha sempre continuato a lavorare con dedizione e impegno, nonostante le difficoltà e il notevole sovraccarico di lavoro cui ha dovuto far fronte, soprattutto in alcuni periodi dell’anno.

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