Terni, conti Comune. M5S: «Il nostro piano»

La proposta ‘C’ per evitare il fondo di rotazione: «L’analisi del debito ci dice che almeno un terzo è inesigibile». Il ‘caso mense’

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«Il Comune di Terni è in dissesto. La situazione di sospensione in cui la maggioranza di governo ci sta protraendo da più di un anno, sta esponenzialmente aggravando la situazione finanziaria dell’ente, allontanando ogni giorno una via d’uscita ‘indolore’ per la città. Ma non siamo rimasti sordi alle richieste avanzate da alcune parti sociali verso la ricerca di una soluzione condivisa volta ad evitare misure devastanti su famiglie e imprese».

M5S TERNI: «PRESCRITTO 30% DEBITI COMUNE» – VIDEO

Mano tesa E’ una linea ‘collaborativa’ quella tracciata dai consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle in Comune: «L’interesse è solo quello della città, per evitare il ricorso al fondo di rotazione. Concederemo la più ampia collaborazione per il raggiungimento di questo obiettivo attraverso il rispetto delle leggi. Fino ad oggi il dibattito politico si è concentrato costantemente sulla ricerca di coperture per ripianare il debito, la vendita ed ancor più la svendita dei gioielli di famiglia per poter coprire gli ammanchi. Nessuno ad oggi si è concentrato sulla struttura della massa passiva, analizzato la natura e la consistenza del debito. Un gesto naturale che ognuno di noi nella propria vita privata avanzerebbe a fronte di una qualsiasi richiesta di pagamento, con più forza allorquando questa mette a repentaglio la stabilità della propria sussistenza».

LA CORTE DEI CONTI ‘BACCHETTA’ ANCORA

L’analisi «In merito ai 7.544.803,54 euro di debiti fuori bilancio – affermano gli esponenti del M5S, presenti Thomas De Luca, Valentina Pococacio, Federico Pasculli e il capogruppo in consiglio regionale, Andrea Liberato – una nostra prima analisi ha fatto emergere come solo il 44% di questa cifra sia potenzialmente da pagare, quindi da ricondurre a bilancio attraverso il riconoscimento del consiglio. La restante parte suscita estreme perplessità e dubbi, considerazioni che diventano molto più severe su una fetta del 30% del debito su cui emergono consistenti elementi per affermare chiaramente che essi non possono essere pagati dall’amministrazione. Elementi diversi come ad esempio l’esigibilità».

PRESSING POLITICO SUL ‘FONDO DI ROTAZIONE’

Debiti ‘prescritti’ «II 15% del debito è costituito da fatture emesse tra il 1985 e il 2011, debiti la cui prescrizione potrebbe essere sopravvenuta già molto tempo fa. Alcune fatture non rispondo dei requisiti di utilità ed arricchimento per l’ente che costituiscono la base imprescindibile per essere riconosciute e poi pagate dalla collettività. Una consolidata giurisprudenza inoltre ha pienamente sentenziato come le spese ordinate dai responsabili senza valido e formale contratto o affidamento, non possono essere in alcun modo riconosciute».

Il caso-mense «Il caso del debito delle mense scolastiche è quanto mai, a nostro modo di vedere, riconducibile a questa fattispecie. Il contratto stipulato nel 2008 prevedeva un massimo dell’importo di 9.634.560 euro. Per legge la ripetizione dei servizi analoghi non può essere maggiore del 20% oltre all’importo dell’appalto (quinto d’obbligo). La cifra complessiva della spesa é stata dl circa 13.250.000 euro, esclusa la proroga del 2017. In base ai dati che ci sono stati forniti quindi l’appalto è costato circa 1.688.000 mila euro in più rispetto al contratto, cifra quasi perfettamente sovrapponibile a quella di 1.723.000 euro se contiamo che manca una fattura non contabilizzata di cui abbiamo avuto notizia pochi giorni fa. In assenza di contratto è chiaro che il rapporto non è riconducibile al comune ma a chi ha commissionato la spesa anche In presenza di un servizio svolto in utilità e arricchimento».

«Evitare il fondo di rotazione» «Il 31 dicembre 2017, cosi come confermato anche dalla dirigenza in commissione, ci sarà il termine ultimo per deliberare sui debiti fuori bilancio che devono essere riconosciuti improrogabilmente dal consiglio. Le conseguenze di inadempimento, oltre al commissariamento dell’ente, sono devastanti anche per tutti i funzionari e dirigenti che hanno commissionato le spese. Soprattutto quelle dovute che potrebbero cominciare a vedere recapitarsi richieste di pagamento da parte dei creditori anche in virtù degli accordi transattivi firmati senza deliberazione del consiglio. Per questo riteniamo che deliberare sul debiti fuori bilancio sia l’occasione più importante per dar vita a quel ‘conclave’ più volte invocato e mai concesso dalla maggioranza».

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