Terni, pressing politico sul ‘Fondo di rotazione’

La giunta comunale non arriva ad una soluzione condivisa, mentre M5S e ‘I love Terni’ vanno all’attacco e chiedono che non vi si faccia ricorso

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Piano di riequilibrio e possibile ipotesi alternativa – che potrebbe prevedere il ricorso al ‘fondo di rotazione’ – da sottoporre il 22 alla Corte dei conti, nella speranza di ottenere una sospensione del giudizio (dopo la bocciatura ricevuta dalla sezione umbra dello stesso tribunale contabile). Se ne è discusso, giovedì pomeriggio, nella riunione della giunta comunale di Terni. Con un esito che viene definito «interlocutorio». 

Divisioni Che tradotto significa che restano, tutte intere, le diverse opinioni sul tipo di strategia da adottare: con il sindaco (soprattutto ma non solo) che sarebbe orientato all’ipotesi alternativa, mentre qualche assessore non sarebbe entusiasta di imboccare una strada che – questa è l’ipotesi – porterebbe come conseguenza un possibile inasprimento della pressione sui cittadini, con un aumento di tariffe e contributi. Misure inevitabili, viene detto, per accedere al fondo di rotazione.

La politica Sullo sfondo, ma nemmeno tanto, c’è la questione politica – per nulla estranea alla gestione della cosa – che questa scelta inevitabilmente porterà in evidenza: nel Partito Democratico, maggioranza nella maggioranza, le opinioni sono in questo caso più di una e non è escluso che sia necessario un ulteriore chiarimento interno prima di arrivare ad un parere definitivo da mettere sul tavolo.

Andrea Cavicchioli

Cavicchioli Con la spada di Damocle, il filo che la sostiene è sempre più sottile, rappresentata dalla – di fatto – ufficializzazione dell’intenzione di farsi da parte di Andrea Cavicchioli (solo di passaggio sarà bene ricordare che lui non è per niente d’accordo sulla richiesta di accesso al fondo di rotazione). 

Thomas De Luca

Il M5S «Qualora il Partito Democratico dovesse procedere con il fantomatico “Piano B” per la città sarebbe la fine. Le tasse e le tariffe saranno innalzate al massimo con conseguenze devastanti per l’equilibrio economico di famiglie e imprese. Non solo aumento della pressione fiscale, che sarà la mazzata definitiva per centinaia di aziende in crisi ma l’allontanamento definitivo di qualsiasi investimento. Uno scenario accompagnato da un ulteriore devastante taglio dei servizi, già oggi una bomba sociale pronta ad esplodere», a dirlo è il capogruppo in consiglio comunale del M5S, Thomas De Luca.

L’ipotesi «In base alle indiscrezioni ormai presenti su tutti i media – dice De Luca – il “Piano B” verterebbe esclusivamente sul ricorso al Fondo di rotazione. Un parola complicata che nasconde un semplice significato: dissesto, fallimento, default. Il Fondo infatti è una provvista dello stato centrale riservata agli enti dissestati, un prestito d’emergenza che il Comune deve restituire attraverso misure lacrime e sangue. Il “Piano B” è una misura due volte peggiore rispetto all’arrivo del commissario: più o meno come ipotecare la propria casa per fare un prestito ad un giocatore d’azzardo auspicando che non se li spenda in slot machine. Se qualcuno pensa di spalleggiare questa misura nella falsa convinzione che essa non coinvolgerà i dipendenti del Comune è bene che si ricreda: la prima conseguenza certa è l’eliminazione dei fondi per il finanziamento della retribuzione accessoria, non solo per i dirigenti ma per tutto il personale».

Le indiscrezioni Ci chiediamo infine come sia possibile che a Palazzo Spada diano già tutti per assodato che le Sezioni riunite accoglieranno il ricorso favorevolmente subordinandolo al “Piano B”. È dato a qualcuno conoscere il contenuto delle decisioni prima del verdetto? Quello che è certo è che il Partito Democratico è disposto a far bruciare la città invece che affrontare la competizione elettorale. Una paura matta che è il segno della certezza di perdere, conseguenza di uno scollamento totale con i propri stessi elettori a cui dovranno rendere conto».

Enrico Melasecche

Melasecche Il consigliere comunale de ‘I love Terni, Enrico Melasecche, invece, dice che «siamo ormai al redde rationem. Chi pensava che amministrare una città come Terni in assenza di una cultura di governo potesse essere compito banale si sbagliava di grosso. Alla lunga l’ignoranza ma soprattutto il cinismo e la prepotenza si pagano. Ed ecco che le spasmodiche manovre finanziarie congegnate nell’unico, egoistico tentativo di salvarsi la ghirba, non sono più bastate. Dopo la bocciatura severa del piano di rientro dal dissesto da parte della Corte dei Conti dell’Umbria, il cui verdetto ben difficilmente potrà essere stravolto dalle Sezioni Riunite di fronte alle quali pende l’appello, la situazione si è andata deteriorando».

«Dissesto in atto» Il dissesto economico, secondo Melasecche, «è già in atto e mi spiace che alcune narrazioni di parte non dicano la verità, tutta la verità. La dichiarazione formale di dissesto, in caso di bocciatura, costituisce solo un dettaglio procedurale che porterà a dover cominciare a pagare oggi, nel momento peggiore, ciò che comunque dovremo pagare più in là, cioè la massa di debiti ordinari e straordinari esistenti. Di Girolamo in questi quasi nove anni non è stato minimamente all’altezza del compito. Ma l’errore politico gravissimo è stato quello di non aver accettato due anni fa la proposta di riorganizzare ‘una giunta di salute pubblica’ che, nella più assoluta trasparenza, mandando a casa assessori inconcludenti ed immettendo alcuni manager di provata capacità ed esperienza avrebbe, con un bagno di umiltà, potuto salvare la consiliatura e forse la faccia».

«Negazionismo» Il consigliere di ‘I love Terni’, poi continua: «Certo hanno fatto il resto le vicende giudiziarie locali, mentre a Roma montava mafia capitale, evidenziando legami strettissimi con ambienti vivono da sempre dei debiti del bilancio comunale. Credibilità scesa a zero, imbarazzi sempre più evidenti anche in vari consiglieri di maggioranza a cominciare dal capogruppo. Ciò che disturba è soprattutto la chiusura a riccio, senza percepire neanche il ridicolo di chi continua a ripetere che la città è viva, “negazionismo sul degrado generale”, che i tumori dovuti all’inquinamento “sono cazzate”, “negazionismo ambientale”, infine che i conti sono in ordine “negazionismo economico-finanziario”. La misura è colma e credo che se il sindaco continua con queste sciocchezze, se pensa che andare a raccogliere i rifiuti a Piediluco per far vedere che risolve in questo modo il caos generalizzato della sporcizia significa che ha perduto anche quel minimo di lucidità necessario in queste situazioni».

 

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